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Difesa e industria. Così Guerini rafforza l’intesa col Qatar

“Un passo essenziale nell’ambito del partenariato strategico tra Qatar e Italia”. Così il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha descritto il varo odierno presso i cantieri di Muggiano (La Spezia) del primo pattugliatore realizzato da Fincantieri per le forza navali di Doha. Accolto insieme al collega del Qatar Khalid bin Mohammad al Attijah, l’avvio dei lavori sull’unità Opv rientra nel maxi contratto da quattro miliardi (per sette navi) che il Gruppo italiano si è aggiudicato nel 2016, ulteriormente rafforzato lo scorso gennaio dall’intesa per nuove collaborazioni. Alla cerimonia erano presenti anche il presidente Giampiero Massolo e l’ad Giuseppe Bono, insieme all’ambasciatore d’Italia in Qatar Alessandro Prunas e all’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, capo di Stato maggiore della Marina militare italiana.

LE PAROLE DI GUERINI

“La cooperazione tra Italia e Qatar nel settore della Difesa è molto forte già da diversi anni, il varo di oggi lo dimostra; Fincantieri si conferma azienda di massimo livello, una realtà industriale a crescente vocazione globale”, ha detto Guerini, ricordando altresì la recente vittoria della controllata americana FMM per le future fregate della Marina degli Stati Uniti. “Mi auguro che ci sia da parte del Qatar piena soddisfazione per questo prodotto di una eccellenza nazionale come Fincantieri”, ha aggiunto. “Aldilà dell’importante aspetto industriale dell’odierno evento, si tratta di un passo essenziale nell’ambito del partenariato strategico tra Qatar e Italia che, partendo dal contratto navale, ha visto in questi anni accrescere in maniera esponenziale le relazioni tra le nostre Forze armate con lo sviluppo di importanti collaborazioni anche nel campo terrestre e aeronautico”.

IL MAXI CONTRATTO…

Quattro anni fa, Fincantieri siglò il contratto per sette navi (tutte in costruzione nei cantieri italiani del Gruppo) e circa 4 miliardi di euro. In quell’occasione fu “il sistema-Italia” a vincere la commessa, con il coinvolgimento sul programma di Leonardo, MBDA ed Elettronica, e il supporto istituzionale essenziale per l’export del comparto militare. Il contratto prevedeva la costruzione di quattro corvette, una nave anfibia (Lpd) e due pattugliatori (Opv, di cui uno al varo oggi), tutti con i relativi servizi di supporto decennali. A luglio 2018, il ministro Al Attiyah era arrivato ai cantieri di Muggiano per il taglio lamiera della prima corvetta classe “Doha”, il cui varo è poi arrivato a febbraio scorso (consegna prevista 2021). Già impostate anche la seconda e terza corvetta, mentre la quarta ha visto oggi l’avvio dei lavori. Quelli per il pattugliatore varato questa mattina sono invece iniziati a febbraio 2018. La consegna è attesa nel 2022.

…E L’INTESA

Dopo quel maxi contratto, il Qatar ha confermato la fiducia a Fincantieri lo scorso gennaio, quanto il Gruppo guidato da Giuseppe Bono ha siglato a Doha un’intesa con Barzan Holdings, società posseduta al 100% dal ministero della Difesa qatariota. Alla firma era presente anche Al Attiyah, insieme ai vertici delle Forze armate del Paese, ben collegati a Barzan Holding essendo essa responsabile per il potenziamento delle capacità militari dell’Emirato. L’intesa metteva nero su bianco l’obiettivo di rafforzare la partnership strategica, la possibilità di ordini per nuove unità già nel 2020 e la prospettiva di gestire l’intera flotta navale del Qatar. Nel dettaglio, si parlava di nuove tecnologie, come il digital radar e la cyber-security, e soprattutto dell’opportunità di fornire nuove unità navali e sottomarine. Non a caso, “per rafforzare ulteriormente la propria posizione nello scacchiere mediorientale”, il Gruppo di Trieste annunciava anche la creazione a Doha di Fincantieri Services Middle East: “Sarà il fulcro di tutte le attività di servizi e di post vendita sulle navi militari del Gruppo nel Paese”.

IL LIVELLO ISTITUZIONALE

L’intesa in questione era arrivata a pochi giorni dalla visita nell’Emirato del presidente Sergio Mattarella, sulla scia dei rapporti ormai consolidati tra i due Paesi nel settore della Difesa. Il colloquio del capo dello Stato con l’emiro Tamim Bin Hamad era stato seguito allora da una colazione con gli amministratori delegati delle principali aziende italiane, tra cui anche Fincantieri. Nel 2019, secondo l’Istat, l’interscambio Qatar-Italia è stato pari 2,6 miliardi di euro, in aumento del 2% rispetto all’anno precedente.

I RAPPORTI INDUSTRIALI

Pesa in particolare il campo militare: a marzo 2018 è arrivato l’ordine dall’Aeronautica del Qatar per 28 elicotteri militari NH90, prodotti da Leonardo (che agisce in qualità di prime contractor) insieme al gruppo franco-tedesco Airbus e all’olandese Fokker. E infatti, ha notato Guerini, nei rapporti tra Doha e Roma “un posto di rilievo lo occupano le numerose Industrie italiane nel settore della Difesa, che sono impegnate in progetti ambiziosi e di altissimo valore tecnologico e che proprio per questo possono e devono rappresentare un volano per la ripresa economica dei nostri Paesi colpiti dalla pandemia”.

IL PUNTO SULLA LIBIA

I rapporti sull’export militare consolidano e rafforzano la dimensione strategica tra Doha e Roma. “Il partenariato tra Italia e Qatar si conferma di elevato valore strategico, anche e soprattutto in ambito Difesa”, ha spiegato Guerini, che ha dunque confermato al ministro Al Attiyah “l’impegno a mantenere e approfondire il regolare dialogo bilaterale” con “una visione di lungo periodo”. Tra i dossier di interesse comune c’è la Libia. Storicamente, il Qatar rappresenta il principale sponsor (insieme alla Turchia) del premier del Governo di accordo nazionale Fayez al Serraj. L’Italia resta determinata nel proporre “un approccio inclusivo”, ha spiegato Guerini, che ha richiamato la necessità di “contribuire in maniera determinante ad avviare un percorso di de-escalation convincendo le parti sul terreno circa la impercorribilità di una soluzione militare”.

IL RUOLO DEL QATAR IN MEDIO ORIENTE

Nel quadrante mediorientale, anche grazie al rafforzamento delle relazioni con i Paesi europei, l’Emirato si dimostra determinato a uscire dall’isolamento in cui le altre monarchie del Golfo (Arabia Saudita in testa) hanno cercato di rinchiuderlo tre anni fa anni, con l’accusa di sostenere le ambizioni iraniane nella regione mediorientale e di offrire supporto ai Fratelli Musulmani in Egitto e a gruppi integralisti come Hamas. Come notava su queste colonne l’ambasciatore Giampiero Massolo (presidente dell’Ispi e di Fincantieri), Doha è tra i protagonisti del confronto interno all’Islam sunnita, che “riguarda essenzialmente il futuro dell’Islam politico di cui la Turchia, sostenuta dal Qatar, si vuole rendere protagonista (e protettrice) e a cui invece si oppongono con determinazione Arabia Saudita ed Emirati Arabi”. Doha, infine, è il centro dei negoziati per la pacificazione dell’Afghanistan. “Entrambi i ministri – si legge nella nota di Palazzo Baracchini – hanno espresso soddisfazione per lo stato della cooperazione tra i due Paesi finora raggiunto, auspicandone la crescita”.

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