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El Med, ecco l’elettrodotto che rilancia il legame fra Italia e Tunisia

tunisia

El Med, l’interconnessione sottomarina da 600 megawatt che collegherà Capo Bon con la Sicilia, verrà alla luce entro l’anno prossimo. Parola di Moez Sinaoui, ambasciatore della Tunisia in Italia, che in una video-intervista concessa ad Agenzia Nova ha parlato del progetto portato avanti dall’italiana Terna e dalla tunisina Steg.

“Credo che il progetto El Med si farà l’anno prossimo. La sua concretizzazione servirà non solo per i rapporti tra Tunisia e Italia, ma anche per i rapporti tra la Tunisia e il Mediterraneo”, ha riferito Sinaoui. “L’Italia dovrebbe essere più ambiziosa nel rafforzare i suoi legami con la Tunisia e il Sud del Mediterraneo. Dobbiamo fare cose più visibili. Oggi l’Italia deve impegnarsi in un grande progetto in Tunisia per lottare anche contro la migrazione clandestina: si lotta cosi, creando opportunità per questa gioventù”, ha aggiunto il diplomatico. La chiave di questo è l’energia da fonti rinnovabili: “El Med, la trasmissione elettrica e l’energia solare è il futuro. Chi ha deciso di fare questa interconnessione sa bene che l’energia pulita è il futuro dell’Europa”, ha spiegato Sinaoui.

GLI ALTRI DOSSIER

Nel colloquio con Agenzia Nova, l’ambasciatore Sinaoui ha illustrato gli sforzi della Tunisia nella lotta alle migrazioni illegali: “C’è una lotta alla migrazione che è stata condotta dal governo precedente e sarà confermata e sicuramente rafforzata con il nuovo governo Mechichi”. Poi un messaggio all’Italia riassumibile nella richiesta a fare e dare di più: “Ci hanno promesso dei fondi in questa lotta, ma finora non sono arrivati”, ha affermato Sinaoui, in riferimento agli 11 milioni di euro messi sul piatto dall’Italia. Una somma che in realtà fa parte di 30 milioni di euro di fondi italiani previsti nel periodo 2020-2022. “Finora non abbiamo visto niente”, ha spiegato l’ambasciatore, aggiungendo che l’Italia dovrebbe essere “più ambiziosa” e, anzi, “raddoppiare” i fondi destinati allo sviluppo della Tunisia.

L’ambasciatore ha poi citato un aspetto spesso conosciuto del know-how tunisino, ovvero le tecnologie dell’informazione. “Abbiamo un settore delle Tic dove la Tunisia ha un valore aggiunto, è una realtà economica sconosciuta all’Italia. Eppure lavoriamo tanto con i Paesi del Nord America”. Parole che ricordano quando sottolineato in una recente intervista a Formiche.net da Dario Cristiani, fellow del German Marshall Fund e dello Iai: “Gli americani sembrano distratti rispetto al Mediterraneo e all’Africa in questo momento storico. Ma le relazioni con i tunisini restano buone, e negli anni sono divenute più solide, in particolare nel settore del contro-terrorismo e nella cooperazione sulla sicurezza”.

LE MOSSE DELLA FARNESINA

Le dichiarazione dell’ambasciatore arrivano a pochi giorni dall’intervista dell’ambasciatore italiano in Tunisia, Lorenzo Fanara, al quotidiano tunisino La Presse e a due settimane dalla visita del ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, a Tunisi (che da qualche ora ha un nuovo governo — tecnico — guidato da Hichem Mechichi).

Lo stesso Di Maio nell’aprile dell’anno scorso, quando era il ministro dello Sviluppo economico nonché vicepresidente del Consiglio dei ministri nel governo Conte I, era volato nella capitale tunisina per vari dossier di cooperazione. Tra cui proprio l’elettrodotto El Med, che nel breve periodo dovrebbe far sì che Tunisia importi energia dall’Italia mentre nel lungo che sia la Tunisia a esportare energia verso l’Italia. “Stiamo firmando un accordo molto importante sull’interconnessione elettrica tra Tunisia e Italia e ci sarà anche un cavo sulla banda larga”, aveva detto al riguardo l’allora vicepremier Di Maio in un punto stampa con i giornalisti. “Qui le nostre aziende potranno fare investimenti sulle energie rinnovabili e potranno fornire energia all’Italia”, aveva precisato. Inoltre, “potremmo decidere di fare investimenti congiunti nelle rinnovabili”.

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