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Il governo? Regge solo per il Covid. E sulla giustizia… Parla Gargani

Espedienti come il trojan sono da Stato di polizia e il Pd ha accettato supinamente i desiderata grillini sulla giustizia. Così Giuseppe Gargani, già deputato ed europarlamentare, di tradizione democristiana, nominato autorità per le garanzie nelle comunicazioni nel 1998, che affronta con Formiche.net il doppio tema del referendum e delle regionali, ma con un focus particolare sul governo (“indebolito, senza il Covid a quest’ora non ci sarebbe”) e sul Nazareno, dove perimetra gli errori di Zingaretti e si augura per il futuro una guida senza incarichi amministrativi, come Orlando.

Quali effetti potranno esserci sul governo dopo le elezioni regionali?

È un esercizio a cui sinceramente non vorrei partecipare, perché ritengo che ogni elezione determini una conseguenza, anche per il tipo di campagna elettorale. Mi limito ad osservare che in caso di sconfitta del M5s alle regionali, e di parallelo calo del Pd, il governo diventerà ancora più debole. Fino ad oggi ha retto per via dell’emergenza sanitaria, in cui indubbiamente ha fatto quel che poteva. Ma se non ci fosse stato il Covid questo governo non ci sarebbe a quest’ora.

Perché?

Perché non ha le caratteristiche, perché non c’è collaborazione tra i vari attori della maggioranza che sono divisi su tutto. Sopravvivono solo perché rinviano e non affrontano la reatà. Ma proprio perché le questioni primarie sono state messe da parte, si gestisce l’emergenza e su questo vanno avanti. Quindi dalle regionali e dal referendum l’esecutivo uscirà indebolito.

Zingaretti è un capro espiatorio o ha commesso errori blu?

Ha commesso errori ingiustificabili: onestamente c’era una comune responsabilità in questo governare l’emergenza, ma come mai poi il Pd pur avendo un ruolo fondamentale non è riuscito a condizionare il governo sul Mes, sul decreto sicurezza, sul referendum? Ha accettato supinamente i desiderata grillini. Correggere solo due numeri nel nostro parlamento lo considero un voto stupido.

Per quali ragioni?

Il Pd non si sarebbe mai dovuto prestare a questa provocazione, senza correggere i veri difetti. Paradossalmente sarebbe potuto anche essere d’accordo con il Sì al taglio dei parlamentari, ma quello rappresenta la conclusione di un ragionamento complessivo di riforma sistemica. Guardando al passato, nelle varie bicamerali il numero dell’eventuale correzione è stato sempre indicato in cifre diverse, ma sempre nell’ottica di un risultato del nuovo sistema che si voleva creare. Ovvero i numeri devono essere funzionali a qualcosa, il Pd invece pur avendo una tradizione riformista ha accettato questo voto senza alcuna condizione con il rischio concreto che si crei, come nel 2016, una Repubblica incerta. Mi auguro che i cittadini comprendano la delicatezza di questo passaggio. Osservo, rispetto alla nascita del Pd con la fusione tra la cultura cattolica e quella comunista, che sono in difficoltà nel capire come il partito abbia accettato tutto questo senza un perché.

Bonaccini, Orlando e Amendola per il Pd di domani?

Non solo, mi auguro che ce ne siano anche altri. Mi chiedo però come faccia un persona che ha già un ruolo amministrativo a fare anche il segretario di un partito. Zingaretti fino a che ora fa il governatore del Lazio per poi passare al Nazareno? Venendo da una tradizione centrista in cui da sempre ho sostenuto che non si potevano fare due mestieri, ritengo che al partito occorra un segretario a tempo pieno per via della dedizione a quella carica. Per poter individuare un leader non bisogna passare da esponenti impegnati già in altro, per cui vorrei che il Pd fosse guidato da chi ha un disegno politico. Orlando mi sembrerebbe un nome affidabile.

Il ministro Di Maio ha pubblicamente apprezzato le intercettazioni con i trojan, voluti dal ministro Bonafede, che hanno portato all’arresto di alcuni commercialisti legati al Carroccio: il tema giustizia come è stato gestito dal governo e come si inserisce nella dialettica con la Lega?

La giustizia è stata gestita in modo drammatico da questo governo, ecco un altro caso in cui il Pd ha messo in dubbio tutta la sua storia recente. Ricordo che il Pci era un partito giustizialista, poi dopo anni sembrava aver recuperato una posizione di garantismo tra magistratura e politica nella fase renziana. Adesso il Pd ha scandalizzato tutti sul tema della prescrizione, anche accettando le intercettazioni a strascico che intaccano la libertà dei cittadini. Si tratta di espedienti da Stato di polizia.

twitter@FDepalo

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