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Perché FI e FdI pressano il governo sui pescatori rapiti da Haftar

La situazione dei pescatori delle due imbarcazioni siciliane sequestrate dalle forze del capo miliziano ribelle Khalifa Haftar, signore della guerra dell’Est libico, è tutt’altro che risolta nonostante l’impegno della Farnesina. I 18 uomini, dieci italiani e altri otto nordafricani impiegati in Sicilia, è legata a una prova di forza e rappresaglia di Haftar contro il nostro Paese – che un tempo gli forniva riconoscimento formale e attualmente, dopo la sconfitta a Tripoli e l’inizio di una fase negoziale guidata da altri attori, lo tende a de-considerare. Tutto si somma alle delicatezze del momento in Libia, ma anche in Italia, dove l’episodio diventa occasione per la polemica politica interna.

Il 25 settembre è stata organizzata una fiaccolata per chiedere il rilascio dei pescatori di Mazara nelle mani delle milizie di Bengasi. Ad organizzarla sono state varie associazioni e sindacati sul lungomare San Vito di Mazara. “Non è possibile che i nostri lavoratori del mare subiscano questa inaudita violenza – sottolinea Coldiretti Trapani – anche noi ci uniamo alla famiglia. Riportare loro a casa dev’essere una priorità di tutte le istituzioni”. Spara a zero la deputata di FdI Maria Cristina Carretta: “Il governo riporti a casa i nostri pescatori rapiti dai libici. Neanche il tempo di chiudere i seggi e il Pd ha imposto a Conte le priorità della sinistra, ossia facilitare ulteriormente gli sbarchi di migranti. Per i famigliari dei pescatori e per noi di Fratelli d’Italia la priorità è riportare a casa gli ostaggi delle milizie di Haftar. Conte per una volta lavori per gli italiani e metta la parola fine a questo intollerabile sopruso”.

“Non si ha ancora alcuna risposta concreta in merito alla grave e incresciosa vicenda dei due pescherecci di Mazara del Vallo sequestrati, con 18 uomini degli equipaggi a bordo, ormai venti giorni fa dalle autorità libiche. Ieri il consigliere diplomatico di Palazzo Chigi, Pietro Benassi, ha ricevuto a Roma i familiari dei fermati, ma oltre a rassicurazioni di sorta dal governo non sono arrivate indicazioni precise. Nei prossimi giorni nel comune trapanese ci saranno nuove manifestazioni per tentare di accendere i riflettori su questo pericoloso episodio. Forza Italia pretende un intervento immediato da parte dell’esecutivo. Il premier Conte e il ministro degli Esteri Di Maio hanno il dovere politico e morale di risolvere al più presto questa assurda crisi”,  aggiunge Matilde Siracusano, deputata messinese di Forza Italia.

Al di là di tutto, resta un vuoto. Non ci sono novità sostanziali sulla situazione dei pescatori, che potrebbero essere accusati pesantemente dalle autorità di Bengasi – centro del potere militarista di Haftar – ed essere rilasciati tra molto tempo. Va però anche sottolineato che al lavoro per tessere i contatti e arrivare al rilascio c’è l’intelligence, e visto la delicatezza della situazione si è sempre preferito di non far uscire troppe notizie e considerazioni per non rischiare di rovinare il corso delle trattative. Inoltre, la Farnesina ha coinvolto nella situazione anche Emirati Arabi, Egitto e Russia, che sono i principali sponsor di Haftar e coloro che sulla Libia orientale hanno maggiore influenza.

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