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La burocrazia ruba 312 ore all’anno alle imprese. Ecco cosa dice il Bureucracy Index 2020

Di Giacomo Bandini

Il rapporto tra amministrazione e imprese in Italia non è mai stato idilliaco. Recenti stime indicano che il costo economico annuale della burocrazia per una Pmi è di circa 108mila euro. Considerando che il tessuto economico italiano è per oltre il 95% composto da piccole imprese, questa cifra a livello nazionale sale di diversi miliardi. Ma è possibile quantificare e analizzare il tempo che viene perso a causa dei numerosi ostacoli burocratici?

L’Indice sulla Burocrazia – Bureucracy Index, un progetto internazionale coordinato dall’Iness (Institute of Economic and Social Studies) e sostenuto dalla Friedrich Neumann Stiftung, misura il tempo necessario ad una Pmi per adempiere a tutte le richieste burocratiche. I paesi coinvolti nella ricerca sono Spagna, Slovacchia, Polonia, Lituania, Repubblica Ceca e Macedonia del Nord. Competere ne ha curato la pubblicazione per l’Italia con la collaborazione di yourGroup.

Un sistema burocratico pesante costituisce un fardello gestionale e aumenta i costi che le imprese, soprattutto quelle di piccole dimensioni, devono sostenere. Le procedure amministrative e la compilazione di documenti e “scartoffie” distolgono risorse che altrimenti potrebbero essere impiegate per l’operatività dell’azienda e per migliorarne i processi e i prodotti. In poche parole, per innovare.

L’Italia, nella comparazione con gli altri paesi analizzati, risulta tra i peggiori per quanto riguarda gli ostacoli burocratici. Preceduta solamente dalla Spagna per quanto riguarda la classifica finale. Le ore che una piccola-media impresa è costretta a dedicare alla compilazione di documenti, alle richieste di certificazioni e bolli sono in totale 312 ogni anno. Un impegno di 2 ore giornaliere per 8 mesi all’anno di una risorsa.

A tutto ciò devono essere aggiunti i costi economici relativi all’impiego di eventuali consulenti e al pagamento delle tasse connesse ai procedimenti amministrativi. In Spagna il tempo necessario è di 369 ore. Molto meglio negli altri paesi sotto esame: in Lituania le ore sono 271, in Repubblica Ceca 223, in Slovacchia 217, mentre in Macedonia del Nord “solo” 154.

L’indice si compone di svariate voci che riguardano le dichiarazioni relative ai salari dei dipendenti e alla previdenza sociale, le assunzioni e i licenziamenti e ovviamente gli adempimenti fiscali. Solo per quest’ultimo settore le Pmi sono costrette a impiegare ben 173 ore annuali. Mentre le voci dedicate all’impiego e la previdenza sociale costano all’impresa 123,5 ore su 312 totali.

In generale, si riscontra per l’Italia un ricorso ai consulenti esterni e alle certificazioni da parte di enti terzi di gran lunga superiore agli altri paesi coinvolti nell’indice, fatta eccezione per la Spagna. Inoltre la scarsa digitalizzazione dei servizi e i repentini cambiamenti di regole non favoriscono il risparmio di tempo prezioso. Soprattutto per le Pmi che possono utilizzare minori risorse e per le quali la burocrazia rappresenta un ostacolo alla crescita e all’innovazione.

L’Indice è uno strumento utile per il decisore pubblico e tutti gli stakeholder, soprattutto dopo l’approvazione del dl Semplificazioni il cui impatto sul rapporto PA-imprese è ancora incerto. Come sottolineato da Clara Corti, Senior Advisor di yourGroup, che ha lavorato all’analisi per l’Italia, servono riforme sostanziali che permettano alle aziende italiane di affrontare in modo più leggero l’arena competitiva.

Molte delle voci calcolate nell’Indice sulla Burocrazia potrebbero richiedere meno risorse se i processi venissero digitalizzati, come avviene in altre realtà europee. O se il percorso di semplificazione riuscisse ad accorparne diverse sotto il cappello di poche, inclusi i documenti e le certificazioni necessarie. Il risparmio, anche economico, potrebbe valere miliardi di euro ogni anno.

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