“L’Italia continuerà a mantenere alta l’attenzione sulle aree strategiche nel Mediterraneo, in Libia, in Libano e in Africa settentrionale”. Parola del ministro della Difesa Lorenzo Guerini, che oggi è intervenuto in videoconferenza al vertice con i colleghi dei Paesi partecipanti alla European intervention iniziative (Ei2), l’iniziativa lanciata dalla Francia nel 2018 (l’Italia ha aderito a settembre dello scorso anno) per coordinare l’azione del Vecchio continente sulle tematiche relative a sicurezza e difesa.
La riunione si è tenuta su invito del ministro portoghese Joao Gomea Cravinho, in qualità di presidente di turno dell’iniziativa. Con un’agenda fitta di argomenti, hanno partecipato tutti gli Stati membri: Francia, Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Norvegia, Olanda, Regno Unito, Spagna e Svezia. Focus italiano sulla Libia, in un momento particolarmente delicato che guarda al dialogo promosso dall’Onu che si terrà il mese prossimo a Ginevra.
IL DOSSIER LIBICO
“Il temporaneo stallo del confronto militare deve assumere una connotazione permanente perché rappresenta la condizione indispensabile per il successo del processo politico di pacificazione”, ha detto Guerini. Per l’Italia, resta centrale il rafforzamento della missione Irini dell’Unione europea, al comando dell’ammiraglio Fabio Agostini. Ha da poco dichiarato la piena capacità operativa, ma punta ad avere più assetti su cui contare (nonché sulla cooperazione con la missione Nato Sea Guardian). La Difesa italiana, ha ricordato Guerini ai colleghi, sta dando un ulteriore impulso per supportare le istituzioni locali attraverso il contributo all’attività di sminamento delle aree urbane coinvolte nei conflitti e la costituzione di una commissione bilaterale per lo sviluppo di nuovi programmi addestrativi.
IL SOSTEGNO AL LIBANO
Altri dossier delicati riguardano il Mali, dopo il recente colpo di Stato, e il Libano, dopo la violenta esplosione di inizio agosto e il processo di formazione di un nuovo governo. A fine agosto, il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha rinnovato il mandato della missione Unifil (con qualche modifica). Dopo il contributo alla lotta all’Isis in Iraq, la partecipazione a questa missione rappresenta il maggiore impegno italiano all’estero. Per il 2020, il Parlamento ha confermato un dispiegamento massimo di 1.076 unità. Due anni fa, il comando dell’intera missione è stato assegnato per la quarta volta all’Italia, nelle mani del generale Stefano Del Col, alla guida di oltre diecimila militari da 42 Paesi. A tutto questo si aggiunge l’operazione italiana interforze “Emergenza Cedri”, arrivata a Beirut a fine agosto (con la visita dello stesso Guerini) per supportare il Paese.
LE ACQUE CALDE DEL MEDITERRANEO ORIENTALE
Il vertice dell’Ei2 ha toccato anche il contrasto al terrorismo internazionale in Africa settentrionale, lì dove l’Italia ha deciso di incrementare la propria azione con l’adesione alla Task Force Takuba, di iniziativa francese. È dedicata al Sahel, un’area grande quanto l’Europa, a crescente instabilità tra gruppi jihadisti e traffici criminali. Altro dossier caldo il Mediterraneo orientale, lì dove va in scena da ormai diverse settimana la crisi tra Turchia e Grecia (con sponda Ue). “Il bacino del Mediterraneo orientale – ha ricordato Guerini – è un crocevia di interessi energetici e commerciali, area di giunzione tra Europa, Africa e Medio Oriente ed è nostro interesse agire in uno sforzo congiunto che preservi la stabilità”.
LA LINEA ITALIANA
Il titolare di palazzo Baracchini ha ribadito la linea italiana: “l’Italia ha fermamente preso posizione a tutela del diritto internazionale spingendo tutte le parti in causa alla ricerca di una soluzione negoziale e di compromesso che tuteli tutti”. È la linea condivisa in seno all’Alleanza Atlantica, lì dove stanno proseguendo i delicati colloqui tra Atene e Ankara. La Nato potrebbe infatti rivelarsi l’ambito più adatto per la de-escalation, grazie e comprovati canali di dialogo operativo.
L’INIZIATIVA FRANCESE
Un’Alleanza che guarda comunque con un certo sospetto alla stessa Ei2. Lanciata da Parigi nel 2018, l’iniziativa è estranea al contesto Ue e Nato, frutto soprattutto dell’insoddisfazione transalpina sulla lentezza (e l’ampia partecipazione) delle iniziative sulla Difesa dell’Unione europea (Pesco su tutte). L’Italia vi ha aderito a settembre dello scorso anno, poco dopo l’insediamento del governo Conte II. Spiegando l’adesione, Guerini chiariva da subito la linea italiana rispetto all’interpretazione francese dell’idea di autonomia strategica del Vecchio continente: “L’Ei2 intende rafforzare la Ue la Nato, entrambe indispensabili a garantire la sicurezza dell’Europa e degli europei”. In altre parole, l’adesione italiana è legata al rafforzamento di Unione europea e Alleanza Atlantica, e non punta certo alla creazione di sovrapposizioni.