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Andrà tutto bene? Insomma… L’allarme di Nagel sulla Bce (bomba atomica, dice)

Applicare una norma meccanica, in un contesto pandemico come quello che attraversa l’Italia, è come lanciare una bomba atomica sul sistema bancario. A lanciare l’allarme sulle misure imposte dalla Banca Centrale Europea è Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca, durante l’audizione alla Commissione di inchiesta sulle banche, in merito al calendar provisioning per i crediti deteriorati.

“L’imposizione da parte della Bce della svalutazione dei crediti deteriorati di un terzo all’anno è una norma sbagliata – ha spiegato Nagel -. È stata fatta di tutta l’erba un fascio, sarà un disastro per i bilanci delle banche. Una norma meccanica che applicata alla situazione post Covid-19 è come una bomba atomica”.

Un meccanismo errato perché considera le inadempienze probabili da parte dei debitori come una sofferenza: “Rendi un credito semivivo in un credito morto. Vanno separate le categorie ed evitato l’automatismo”. L’ad di Mediobanca considera che nella pandemia da coronavirus, l’Italia è in svantaggio rispetto a crisi precedenti: “Le procedure esecutive sono le peggiori in Europa ed entriamo in questa crisi con norme più restrittive su sofferenze e Utp. Il rischio è che dovremo ricapitalizzare le banche tra due o tre anni”.

Secondo Nagel, se le banche applicano la norma europea, che prevede di svalutare un credito deteriorato un terzo l’anno, si aggiungerà un altro problema al quadro attuale: “È una priorità migliorare le procedure esecutive, e fare una giusta revisione del calendar provisioning, perché per le realtà più  deboli del Sud Europa questo si vedranno sui conti bancari in modo importante e saremo nelle condizioni di dover ricapitalizzare in breve tempo”. Sull’emergenza sanitaria, Nagel ha riferito che si è evidenziato un aspetto psicologico: “Le persone sono rimaste spiazzate, certi comportamenti dipendevano non da difficoltà economiche ma comportamentali. I due provvedimenti sono stati utili, reti di salvataggio sia per le vere necessità economiche che per quelle comportamentali”. Il rischio sulle persone, ha aggiunto, sembra migliore di quello sulle piccole imprese, è sempre stato vero ma questa crisi lo dimostrerà. Chi è esposto sulle micro avrà da soffrire”. Tuttavia, ha sottolineato che le misure del governo italiano per gestire la pandemia sono state molto utili e i provvedimenti ben fatti, “anche se magari si potevano migliorare e farli più spediti, ma nel complesso sono serviti. Ma non va perso di vista che siamo entrati in recessione con effetti durevoli su banche e imprese, quindi serve pensare a misure strutturali”.


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