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Cambiamento climatico e sicurezza. Così la Nato si adatta al futuro (con le Università)

L’Alleanza Atlantica e il cambiamento climatico. Questo il focus del dibattito tra il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg e gli studenti di dieci Università di altrettanti Paesi. Nel suo discorso, l’ex inviato speciale per il cambiamento climatico delle Nazioni Unite ha sottolineato come sia necessario creare un consenso interno alla Nato riguardo queste tematiche così importanti per il futuro dell’Alleanza. Un’azione già avviata, come sottolineato dallo stesso Stoltenberg, dal seminario green organizzato dalla delegazione italiana e britannica alla Nato. “Ambiente, pace e sicurezza vanno di pari passo”, spiegava su queste colonne il rappresentante permanente d’Italia al Consiglio Atlantico Francesco Maria Talò in occasione di quell’appuntamento.

TRA AMBIENTE E SICUREZZA

“Qualcuno potrebbe chiedersi se l’Alleanza Atlantica, un’alleanza militare, si debba preoccupare del cambiamento climatico: la mia risposta è sì e dovrebbe farlo per tre ragioni”, ha affermato Stoltenberg nel suo discorso introduttivo. “[Dovrebbe farlo] perché il cambiamento climatico rende il mondo più pericoloso, perché rende più difficile per nostre Forze armate mantenere al sicuro le persone e perché tutti noi abbiamo la responsabilità di fare di più per combattere questo fenomeno”. “Siccità, inondazioni e altri eventi estremi, ha continuato, rendono la vita sempre più difficile per le persone nel mondo: alimentano conflitti, inaspriscono le minacce e aumentano la pressione su risorse naturali come cibo, acqua ed energia. Le truppe Nato – ha aggiunto – sono spesso esposte ai climi più difficili e pericolosi della Terra: per esempio in Iraq, dove l’Alleanza ha una missione di addestramento, quest’estate si sono raggiunge temperature superiori ai cinquanta gradi centigradi”. Il cambiamento climatico, ha rimarcato l’ex primo ministro norvegese rivolgendosi agli studenti, “sta rendendo il mondo più insicuro. Dobbiamo onorare le nostre responsabilità, la Nato deve aiutare a frenare il cambiamento climatico: per la mia e soprattutto la vostra generazione.”

UN’ALLEANZA PIÙ ATTENTA

Ricordando come già nel concetto strategico dell’Alleanza risalente al 2010 si menzionasse il collegamento tra clima e sicurezza, Stoltenberg ha illustrato alcuni dei programmi green portati avanti dalle Forze armate alleate. All’interno del Green defence framework, ovvero la cornice per il supporto a iniziative sostenibili attivata dall’Alleanza nel febbraio 2014, diversi Stati membri stanno sviluppando soluzioni per adoperare le energie rinnovabili sul campo di battaglia. “I soldati olandesi, per esempio, usano sempre di più i pannelli solari al posto dei generatori diesel durante le operazioni. Gli Stati Uniti e il Canada stanno cercando di integrare i pannelli solari negli equipaggiamenti al fine di alimentare la grande quantità di dispositivi elettronici che i militari portano con sé. Altri ancora stanno sperimentando celle combustibili e batteria a idrogeno per generare e conservare l’energia elettrica”. “Lo stesso nuovo quartier generale dell’Alleanza a Bruxelles, ha rimarcato Stoltenberg, è un edificio sostenibile: usa l’energia geotermica per il riscaldamento e un sistema di raccolta dell’acqua piovana per la manutenzione dell’edificio. È tempo, ha ribadito il segretario, di aumentare la nostra ambizione, di ridurre le emissioni di tutte le nostre forze armate […] e di prepararci a fare di più in relazione ai disastri legati al clima, così come abbiamo fatto per la pandemia. Sebbene il cambiamento climatico sia già in atto, sono ottimista che saremo in grado di evitare le conseguenze più catastrofiche”.

#NATO2030

Il dibattito intergenerazionale sull’impatto dei cambiamenti climatici sulla sicurezza e sulle strategie sostenibili dell’Alleanza, si inserisce nel più ampio contesto NATO2030, ovvero all’interno del programma di studio (promosso e presieduto dallo stesso Stoltenberg) che dovrebbe essere utile a rafforzare politicamente l’Alleanza e a proiettarla verso i prossimi decenni. Come già sostenuto in un recente intervento tenuto al forum organizzato dal Center for european policy analysis (Cepa), il segretario ha ribadito la centralità dei giovani all’interno di questo processo: “Nato2030 riguarda il futuro e voi rappresentate i leader di domani, ha detto Stoltenberg ieri, annunciando il primo Nato youth summit che si terrà il prossimo 9 novembre”.



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