“Un’arma che nessuno ha mai avuto prima”, qualcosa di “incredibile” e “nucleare”. È una delle rivelazioni che Donald Trump avrebbe fatto al giornalista Bob Woodward, emersa dalle anticipazioni sul libro Rage dedicato alla presidenza del tycoon.
LE PAROLE DI TRUMP
Le parole che stanno facendo il giro del mondo sarebbero state pronunciate da Trump durante la ricostruzione degli eventi che contraddistinsero l’autunno del 2017, quando la tensione tra Usa e Corea del Nord raggiunse il suo picco, tanto da alimentari i timori di un confronto nucleare. E così, aprendosi a Woodward, il presidente avrebbe confidato: “Ho costruito un sistema nucleare… un’arma che nessuno ha mai avuto prima in questo Paese; abbiamo qualcosa che non si è mai visto e sentito: abbiamo qualcosa di cui Putin e Xi non hanno mai saputo; quello che abbiamo è incredibile”. Secondo il Washington Post, lo stesso giornalista avrebbe poi chiesto a vertici militari se fosse vero. Fonti anonime gli avrebbero confermato le parole del presidente, dicendosi stupite della rivelazione. Ciò è bastato per inondare il web di teorie sull’arma di cui avrebbe parlato Trump.
LA TESTATA W76-2
Gli esperti e i siti specializzati concordano nel ritenere, sulla base delle precedenti sparate del presidente in tema di armamenti, di dover leggere al ribasso le dichiarazioni. Difficile cioè che si trattati della bomba G, l’arma nucleare al cobalto che, secondo i teorici, potrebbe cancellare la vita sulla terra. E così, tra i candidati più accreditati è finita la nuovissima testata nucleare W76-2, il cui primo dispiegamento risale alla fine dello scorso anno (comunicato poi a febbraio) da parte della Us Navy a bordo dello USS Tennessee, sottomarino di classe Ohio per il lancio di missili balistici. È stata sviluppata interamente nel corso dell’amministrazione Trump, prevista dal febbraio del 2018 dalla Nuclear Posture Review (Npr) e spesso al centro del dibattito parlamentare (incontrando l’opposizione democratica). La W76-2 è una variante della testata usata tradizionale sul missile Trident dai sottomarini nucleari americani. Arma moderna, è pensata per accrescere il potenziale di deterrenza della forza Usa (più credibile, vista la bassa intensità), ma probabilmente non così “incredibile” come da parole di Trump.
IL “SUPER DUPER”
Un altro candidato è il “super duper”, il frutto dell’accelerazione impressa alla missilistica ipersonica dal Pentagono negli ultimi anni. Trump parla d’altra parte di “nuclear”, ma poi di “sistema d’arma”, categoria che può comprendere una testata, così come un vettore. Il “super duper” si chiama formalmente Common hypersonic glide body (C-Hgb), veicolo a planata ipersonica dalla forma appiattita che esegue una prima fase di volo balistica (trasportato oltre l’atmosfera da appositi lanciatori) per poi riscendere a un angolo più stretto rispetto ai tradizionali missili balistici, volando in planata e spostando continuamente la traiettoria, rendendola dunque imprevedibile; il tutto chiaramente a velocità ipersonica, superiore a Mach 5. Il sistema è stato testato per la seconda volta da Us Navy e US Army lo scorso 17 marzo nel sito missilistico di Kauai, nella Hawaii, con lancio da piattaforma terrestre. Il primo test, nel 2017, aveva invece visto il lancio da un sottomarino di classe Ohio.
IL VANTO DI TRUMP
Non si sa se il sistema citato nel libro sia il C-Hgb. Sicuramente le sue origini precedono l’amministrazione Trump, ma è anche indubbio che negli ultimi anni gli Stati Uniti abbiano prepotentemente accelerato sulle tecnologie ipersoniche. Il merito, più che nelle mosse del presidente, è da attribuire alle preoccupazioni per simili armamenti in sviluppo in Russia e Cina. In ogni caso, lo scorso maggio l’inquilino della Casa Bianca si è pubblicamente vantato del sistema, chiamandolo “super duper missile” e specificando addirittura caratteristiche poi definite dai vertici militari “classificate”: una precisione di 14 pollici (circa 35 centimetri) a mille miglia (1.600 chilometri).
LO SPAZIOPLANO
L’altra ipotesi è che Trump abbia fatto riferimento all’X-37B, lo spazioplano che lo scorso maggio è partito per la sua sesta missione a bordo di un razzo Atlas per conto della nuova Us Space Force. Come notato dall’esperto Marcello Spagnulo, si tratta di “un misterioso drone spaziale” su cui negli anni si sono addensate numerose congetture, vista la riservatezza del Pentagono sul programma. “L’Air Force – spiegava Spagnulo su queste colonne – dispone di quattro X37-B e uno di essi nel 2017 stabilì il record di permanenza nello Spazio di 718 giorni, alimentando le ipotesi più disparate su cosa facesse in orbita”, tra intelligence, osservazione ed esperimenti scientifici. Secondo alcuni osservatori, potrebbe essere in grado anche di trasportare testate nucleari, restando nello Spazio per tanto tempo e decidendo di colpire al momento opportuno.
CANDIDATI MINORI
Restano poi altri candidati per l’arma “incredibile”, ripresi dal sito specializzato The Drive: la testata W93 che potrebbe essere caricata sui missili Trident D5 lanciabili dai sottomarini US; il bombardiere nucleare a bassa osservabilità B-21 Raider e tutta la sfilza di missili balistici, compreso il nuovo Gbsd (Ground-Based Strategic Deterrent). Infine, c’è un’ultima possibilità che comunque non è da escludere, e cioè che Trump non abbia esagerato né mentito. Che gli Stati Uniti abbiano realmente sviluppato, in gran segreto, un’arma nucleare completamente nuova?