Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Referendum e regioni. Celotto spiega il paradosso sul taglio dei parlamentari

Come sappiamo domenica prossima il voto al referendum sul taglio dei parlamentari sarà abbinato alle elezioni regionali. Tuttavia le regionali si svolgono solo in sei regioni. Questa “asimmetria territoriale” potrà creare un effetto paradossale.

Il tema del taglio dei parlamentari non penso porterà alle urne molti elettori nelle regioni in cui non si vota per il nuovo governatore, come ad esempio in Lombardia o nel Lazio. Mentre l’affluenza sarà sicuramente maggiore nelle regioni dove si abbina anche il voto politico.

Ecco il paradosso. Il referendum costituzione fino ad ora lo abbiamo votato tre volte e addirittura nel 2001 andò a votare soltanto il 34% degli aventi diritto. Alle elezioni regionali, più vicine al territorio, la percentuale dei votanti invece supera tradizionalmente il 60%.

Ecco allora che domenica prossima su un corpo elettorale di 50 milioni, ci possiamo aspettare una affluenza di circa 20 milioni di cittadini, ma con punte molto alte in Campania, Puglia, Toscana e Veneto. Queste quattro regioni mettono assieme oltre 14 milioni di votanti, per cui – in pratica – il taglio dei parlamentari sarà deciso con il voto preponderante di quattro Regioni!

Il Comitato promotore del referendum ha contestano l’abbinamento delle date, rilevando che le elezioni politiche hanno una natura partitica ben diversa da quella tecnica del referendum costituzionale e che quindi era stato frettoloso – in nome del Covid – abbinare nello stesso election day democrazia rappresentativa e democrazia diretta.

La decisione del governo di far votare in una unica data è stata confermata anche dalla Corte costituzionale, ma forse nessuno ha pensato che in questo modo in pratica il referendum costituzionali verrà deciso con il voto molto preponderante di 4 regioni.

In questo modo si rende il voto dei cittadini un po’ meno uguale e ne uscirà fuori una forte asimmetria territoriale, come del resto già accaduto – in senso ben diverso – con il referendum del 2 giugno 1946.

×

Iscriviti alla newsletter