Le elezioni presidenziali del 3 novembre negli Usa potrebbero essere le più controverse della storia recente. E questo per motivi molto precisi, racchiusi in un report appena pubblicato dal Credit Suisse, una delle principali banche d’affari europee. Da un punto di vista economico, l’impatto più importante delle elezioni sarà sulla politica ciclica a breve termine. Il futuro dell’economia americana si gioca intorno al controllo del Congresso.
IL REBUS DEL CONGRESSO
“A seconda dell’esito dei negoziati in corso al Congresso”, scrive il Credit Suisse, “potrebbe essere necessario un maggiore sostegno fiscale da parte di una nuova amministrazione. Lo scenario peggiore per la politica ciclica a breve termine è quello di un governo diviso. In particolare, se Joe Biden dovesse aggiudicarsi la presidenza, ma i Repubblicani dovessero mantenere il controllo del Senato, le misure di stimolo sarebbero probabilmente difficili da approvare. Se i Democratici controllassero la presidenza ed entrambe le Camere del Congresso, potrebbero invece probabilmente approvare una qualche versione del pacchetto di stimolo da migliaia di miliardi di dollari proposto, attualmente osteggiato dal Senato e dalla Casa Bianca”.
Gli analisti della banca elvetica provano ad azzardare una previsione. “Un governo repubblicano unificato perseguirebbe probabilmente un pacchetto più piccolo. I sondaggi attuali mostrano che Biden e i Democratici sono cresciuti del 7-8% a livello nazionale, un margine abbastanza ampio per assicurarsi il Collegio elettorale ed entrambe le Camere del Congresso. Tuttavia, se le distanze si assottigliassero così da assicurare una vittoria al presidente in carica Donald Trump, i Repubblicani, quasi certamente, controllerebbero ancora il Senato. La Camera dei Rappresentanti, invece, seguirà probabilmente il risultato presidenziale”.
LA BIDEN ECONOMY
Va ricordato come le proposte politiche di Biden includono modifiche fiscali complete, che aumenterebbero le imposte individuali per i redditi più alti e l’aliquota fiscale marginale per le società. Misure che invertirebbero parzialmente i tagli fiscali dell’amministrazione Trump varati nel 2017. Lo stesso Biden ha proposto un piano quadriennale da 2 mila miliardi di dollari per investire nelle infrastrutture e nell’energia pulita, compreso l’obiettivo di raggiungere un settore elettrico privo di emissioni entro il 2035. Per quanto riguarda l’assistenza sanitaria, propone di ampliare ed estendere quanto previsto dall’Affordable Care Act (Aca).
Secondo la banca svizzera “la politica commerciale diventerebbe probabilmente più disciplinata e multilaterale, ma non prevediamo che il presidente Biden riduca immediatamente i dazi o riporti le relazioni commerciali Usa-Cina allo status quo del 2016. Biden ha proposto di ridimensionare alcune delle azioni esecutive dell’amministrazione Trump sulla deregolamentazione finanziaria e sulle politiche restrittive in materia di immigrazione”.
E SE RIVINCE TRUMP?
Se al contrario Donald Trump sarà rieletto, molto probabilmente i Repubblicani controlleranno entrambe le camere del Congresso. In teoria, “questo permetterebbe ai Repubblicani di perseguire le loro priorità legislative, ma l’esempio del primo mandato del presidente Trump ci rende scettici sul fatto che l’amministrazione approverebbe riforme ambiziose”. Insomma, il controllo del Congresso è la chiave per l’approvazione della legislazione. D’altronde su alcune questioni, il presidente ha un’ampia autorità. Regolamentazione, politica estera e politica commerciale sono tutte gestite dalla Casa Bianca. Recentemente, il ramo esecutivo ha svolto un ruolo più ampio in molti aspetti della politica in materia di immigrazione. La politica fiscale, l’assistenza sanitaria e tutti i principali pacchetti di spesa devono essere approvati dal Congresso. In caso di un governo diviso, è molto improbabile che una legislazione ambiziosa venga approvata da uno dei due presidenti”.