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Tecnologie del futuro ed efficienza energetica. La Difesa nel Recovery Fund

C’è spazio anche per la Difesa nel Recovery Fund. Tra tecnologie del futuro, programmi di ammodernamento ed efficientamento energetico, anche il comparto militare potrà aspirare a contribuire al rilancio del Paese attraverso i 209 miliardi del Next Generation EU. È quanto emerge dai suggerimenti su come spenderli arrivati oggi dalla commissione Difesa della Camera, presieduta da Gianluca Rizzo, che ha espresso voto favorevole allo schema di relazione all’Assemblea redatto dalla commissione Bilancio relativo all’individuazione delle priorità nell’utilizzo delle risorse europee. Voto favorevole (con l’astensione di Lega e Fratelli d’Italia) accompagnato però da quattro rilievi che verranno ora ri-trasmessi alla commissione Bilancio.

I RILIEVI DELLA COMMISSIONE DIFESA

Quattro rilievi, uno per ogni missione del Recovery Fund. In tema di digitalizzazione, la commissione chiede che “sia tenuta presente la priorità di valorizzare il contributo della Difesa per lo sviluppo dell’Internet of things e per il rafforzamento della difesa cibernetica, nonché dando piena attuazione ai programmi di specifico interesse volti a sostenere l’ammodernamento e il rinnovamento dello strumento militare, promuovendo l’attività di ricerca e sviluppo delle nuove tecnologie e dei materiali, contribuendo al necessario sostegno dello strategico settore industriale e al mantenimento di adeguati livelli occupazionali nel comparto”.

TRA GREEN E SALUTE

Per la missione dedicata alla “rivoluzione verde”, la commissione chiede che “siano compiutamente sfruttate le iniziative già avviate di uso di fonti rinnovabili e di miglioramento dell’efficienza energetica negli edifici, nel quadro dell’elaborazione di una Strategia energetica della Difesa”. Il primo riferimento a tale strategia (nota con l’acronimo Sed) è nel Documento di indirizzo strategico programmatico (Disp) adottato nel 2017 con decreto dell’allora ministro Roberta Pinotti, oggi presidente della commissione Difesa al Senato. Per la missione “Equità sociale, di genere e territoriale”, la commissione omologa della Camera ha chiesto oggi che “sia considerata la realizzazione anche nelle regioni meridionali di distretti militari intelligenti (Smart military districts), volti a porsi come poli d’attrazione per interessi e investimenti”. Infine per la missione Salute, che “sia tenuta presente la priorità di mantenere alto il livello di preparazione e capacità operativa dell’intero comparto della sanità militare, che si è rivelato particolarmente prezioso durante le fasi più acute della pandemia”.

IL PUNTO DI TOFALO

Presente in commissione il sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo, in rappresentanza del governo. “Nel mese di luglio l’Europa ha mandato a tutti gli Stati europei un messaggio chiaro: è il momento di attuare riforme serie e piani concreti e ambiziosi per la ripresa post Covid-19”. Con il Recovery Fund, ha aggiunto Tofalo, “abbiamo una grande responsabilità, dobbiamo mettere al sicuro il futuro del Paese e dobbiamo farlo in modo tempestivo, è il momento di pianificare le azioni e capire come investire i 209 miliardi di cui disponiamo”. E sulla discussione alla Camera, ha detto: “Vogliamo sostenere il Paese, rilanciare il mondo produttivo e aiutare le nuove generazioni”.

LAVORI IN CORSO

Da agosto la presidenza del Consiglio ha attivato il confronto interministeriale, guidato dal dipartimento delle Politiche europee retto da Enzo Amendola. Qui stanno pervenendo le proposte dei vari dicasteri, su cui il governo ha promesso l’ampio coinvolgimento del Parlamento. Alla Camere è dunque stato presentato il documento contenente le linee guida propedeutiche alla realizzazione dei progetti da finanziare con le risorse in arrivo dall’Ue. L’obiettivo è presentare le linee principali del Piano italiano a Bruxelles per metà ottobre, avviando un primo confronto con le istituzioni europee. Il piano definitivo andrà presentato tra gennaio e aprile, e passerà poi dall’esame della Commissione e dall’approvazione del Consiglio EcoFin. Se tutto andrà liscio, i primi finanziamenti (il 10% dei 209 miliardi) saranno erogabili dalla primavera. In ogni caso, ha già chiarito Amendola, tutti i fondi dovranno essere “impegnati tra il 2021 e il 2023 e spesi entro il 2026”. L’Ue ha chiesto una programmazione puntuale offrendo un contesto piuttosto ampio intorno a tre aree: green economy, digitalizzazione e innovazione sanitaria.

I PROGRAMMI MILITARI

Come emerso dai rilievi della commissione Difesa alla Camera, entro questi margini possono entrare anche i programmi del settore aerospaziale, della difesa e della sicurezza. Un paio di settimane fa, la stessa commissione presieduta da Gianluca Rizzo ha audito sui “fondoni” derivanti dalla legge di bilancio (qui un focus) il generale Antonio Conserva, a capo dell’Ufficio generale pianificazione, programmazione e bilancio dello Stato maggiore della Difesa. Ne è emersa la linea di palazzo Baracchini sul ricorso al Recovery Fund, che oggi trova sponda nei quattro rilievi della commissione. Considerando la difficoltà di inserirvi programmi puri e tradizionali sui sistemi d’arma, si punta a focalizzare l’attenzione sullo sviluppo di tecnologie di base (dall’intelligenza artificiale alla Big data analytics, fino a Internet of Things e osservazione della Terra dallo Spazio) che potranno essere utili sulle piattaforme di futura generazione.

IL RUOLO DEL MISE

Come notato da Conserva, l’obiettivo è fare sinergia su questi punti tra Difesa e ministero dello Sviluppo economico. Non sembra un caso che nella bozza del Mise per i 209 miliardi sia apparso un piano da 12,5 miliardi per aerospazio e difesa. Nell’ambito del capitolo “Attrattività e rafforzamento del sistema produttivo”, il piano è dedicato al potenziamento della filiera nazionali alimentando “un salto tecnologico nella ricerca, nell’innovazione e nella costruzione di piattaforme duali ad elevatissime prestazioni, con ridotto impatto ambientale, totale sicurezza cyber e innovazione digitale”. Nella bozza si fa riferimento esplicito a “grandi programmi”, come richiesto spesso dal comparto industriale. Tra gli altri, si parla di aerei di sesta generazione e di elicotteri del futuro, con riferimento al programma statunitense Future Vertical Lift. Su questo punto, Conserva ha spiegato alla commissione della Camera che è a lavoro il segretariato generale della Difesa, guidato da Nicolò Falsaperna, che sta guardando a cooperazioni future con l’industria americana ed europea per i velivoli a decollo verticale per i scenari post-2030.

IL PIANO DI SETTORE

Non c’è però solo il Recovery Fund. L’idea su cui si lavora tra Mise e Difesa è un “Piano di settore” che dia certezza finanziaria e programmatica al comparto industriale. Vi lavora il sottosegretario allo Sviluppo economico Gian Paolo Manzella, che su queste colonne ha parlato di un Piano che “come fecero quelli degli anni 90 e come avviene in ordinamenti di altri Paesi, indirizzi in maniera organica le future scelte di policy”. In altre parole, si tratterebbe di un approccio sistemico all’individuazione dei bisogni operativi della Forze armate e delle capacità tecnologiche delle aziende, trasformando il tutto in progetti chiari con fondi precisi per il loro finanziamento.


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