Tempo scaduto. Non ce n’è più per Tik Tok e We Chat negli Stati Uniti. Il Dipartimento per il Commercio americano ha ufficializzato la messa al bando delle due popolari applicazioni cinesi. Per WeChat, l’app di messaggistica usata da milioni di cittadini cinesi all’estero, l’ultimatum entra in vigore questa domenica. Non sarà più disponibile negli store digitali americani di Google ed Apple, e a tutte le aziende statunitensi sarà proibito trasferire fondi, processare pagamenti e offrire servizi internet all’app. Per TikTok le stesse misure scatteranno il 12 novembre prossimo.
A meno di due mesi dalle elezioni presidenziali americane, Trump invia un messaggio a Pechino: la Guerra Fredda tecnologica di freddo non ha più nulla. “Le azioni di oggi provano ancora una volta che il presidente Trump farà qualsiasi cosa in suo potere per garantire la nostra sicurezza nazionale e proteggere gli americani dalle minacce del Partito comunista cinese” ha detto in una nota il Segretario al Commercio Wilbur Ross.
L’esclusione delle due app cinesi dà attuazione a due ordini esecutivi del presidente risalenti ad agosto, che obbligavano tutte le società statunitensi a cessare ogni rapporto con le app a partire dal 20 settembre. Un terzo provvedimento aveva prorogato il bando di TikTok fino al 12 novembre intimando alla controllante ByteDance di dismettere il ramo americano dell’azienda.
L’accusa del governo e dell’intelligence americana per entrambe le compagnie è quella di fornire le informazioni dei loro utenti al governo cinese. Da mesi la Casa Bianca studia una soluzione per separare la società americana e quella cinese di TikTok, la più popolare app di video al mondo, particolarmente diffusa fra gli adolescenti. Dopo il rifiuto di un’offerta da parte di Microsoft, si era fatta strada negli ultimi giorni l’ipotesi di un’acquisizione da parte di Oracle, colosso americano nella produzione di software.
ByteDance, però, non sembra intenzionata a cedere la quota maggioranza, e ha proposto al governo americano di ingaggiare Oracle come “fidato partner tecnologico”. Una soluzione che non convince buona parte del Congresso e nemmeno Trump, “vi posso assicurare, non mi piace l’idea”, ha detto ai cronisti questa settimana.
Calata la scure sui due campioni tech cinesi, a Washington si chiedono se e come risponderà Pechino. “Dipende da loro”, ha detto questo venerdì Ross in un’intervista a Fox Business. Fra diversi analisti di settore, in verità, il bando di Trump è considerato una soluzione a metà. “Un’azione limitata – ha detto al Financial Times Feng Chucheng, analista della società di consulenza Plenum – la Cina non prenderà contromisure sostanziali, ma una posizione simbolica”.
Negli Stati Uniti c’è chi legge il bando differenziato in chiave elettorale. La scelta di rimandare a dopo le elezioni l’esclusione dagli stores di TikTok, app diffusissima fra i giovani americani, non sembra casuale. “Permette a Trump di evitare un enorme effetto boomerang dagli utenti prima del voto”, commenta su Twitter il corrispondente della Cnbc alla Casa Bianca Eamon Javers.