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Trump e TikTok, ecco la soluzione win-win. Ma Pechino rosica

Come dicono in Cina, un’operazione “win-win”. L’accordo raggiunto fra TikTok, Oracle e Walmart per continuare ad operare negli Stati Uniti fa contenti (quasi) tutti. A sbloccare l’empasse ci ha pensato il presidente americano Donald Trump questo sabato, quando ha dato la sua “benedizione” all’intesa.

TikTok, la più popolare app di video al mondo controllata dalla cinese ByteDance, non sarà messa al bando dal mercato Usa come l’app di messaggistica cinese WeChat, che invece, ha annunciato il Dipartimento per il Commercio, sparirà dagli stores digitali da questa domenica. Dopo un lungo negoziato con il governo, ecco la quadra che può soddisfare i requisiti di sicurezza nella gestione dei dati ed evitare che finiscano nelle mani delle autorità cinesi.

Nulla è ancora ufficiale. Lo ha ammesso Trump ai cronisti: “Vedremo se va in porto o no. Ma, in teoria, credo sia un grande accordo per l’America”. Il piano prevede la suddivisione in due da parte di ByteDance del ramo global business di TikTok, con la creazione di una nuova società, TikTok US. Il quartier generale sarà negli Stati Uniti, ma la maggioranza rimarrà in mano al gruppo cinese. Il Cda di TikTok US sarà composto di soli cittadini americani, e, rivela il Financial Times, avrà al suo interno un “comitato di sicurezza” presieduto da una persona con “garanzie di sicurezza del governo”. Sia i consiglieri che il presidente del comitato saranno direttamente nominati dal governo federale.

Walmart, campione della distribuzione americana, e Oracle, azienda di produzione di software, dovrebbero entrare nella nuova società con una quota del 20%. Secondo il Financial Times, il valore di TikTok US ammonterebbe intorno a 50-65 miliardi di dollari. Grazie a una proroga del Dipartimento di Wilbur Ross, ci sarà tempo fino al 27 settembre per rifinire i dettagli dell’accordo.

Di fatto si tratta di una soluzione a metà strada. L’idea iniziale dell’amministrazione era infatti costringere ByteDance a vendere tutto il ramo Usa di TikTok. Peraltro con il nuovo accordo il gruppo cinese manterrà l’algoritmo che decide quali video sono visualizzabili e da quali utenti sull’app. Quella con Oracle sarà dunque una partnership per garantire la sicurezza nella gestione dei dati.

Politicamente, Trump può rivendicare un successo. Ne è convinto Michele Geraci, ex sottosegretario al Mise e professore all’Università di Shanghai, che su Twitter parla di compromesso favorevole a entrambe le parti in causa. Grazie all’impegno di TikTok US di investire 5 miliardi di dollari nel settore dell’istruzione annunciato da Trump, il presidente “può dichiarare una vittoria elettorale e nuovi posti di lavoro – dice Geraci – può dire di aver bloccato i dati cinesi, perché sarà una società americana, Oracle, con i suoi data-center sul suolo americano, a gestirli. Una soluzione che dovrebbe far scuola in Europa”.

Dalla Cina non hanno preso benissimo l’iniziativa di Trump. Filtra irritazione dalle colonne del Global Times, quotidiano del Partito comunista cinese. Sull’inserto “The Business source” si legge che ByteDance avrebbe saputo dei termini dell’accordo “dai media”. Sul giornale è invece il direttore responsabile Hu Xijin a vergare un duro editoriale per spiegare che, qualunque accordo si raggiunga, dovrà avere il lasciapassare di Pechino. “Il governo cinese non è mai stato un outsider dall’inizio alla fine di questo negoziato”.

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