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Il 5G e le teorie cospirative. Il dolce caso del Buondì Motta

5g

Quella dei Buondì Motta è un’interessante strategia di marketing, basata sull’attualità, che esce dai normali canoni delle merendine tutte felicità e famiglie perfette. Ed è anche un’ottima risposta alle teorie complottiste dei NO 5G che in questi giorni di recrudescenza del Covid-19 si fanno sempre più strada

Tra le tante teorie cospirative riguardanti il 5G ce n’è una più dolce di tutte: quella del Buondì Motta. La casa dolciaria si è connotata negli ultimi anni per pubblicità sempre ironiche, autoironiche e politicamente scorrette, come quelle in cui un asteroide colpiva la famiglia di un’insopportabile bambina riducendola in cenere.

Dopo aver usato il medesimo tono irriverente e provocatorio, la pubblicità del Buondì si è spostato sui complottisti. Forse, fotografando lo spirito dei tempi, un soggetto inquietante incalza la famiglia intenta a far colazione col Buondì: “Continuereste a mangiarla sapendo che ha 5G?”, rifendendosi alle G presenti in un claim della merendina. “Ci mancava il complottista”, risponde la mamma con indifferenza.

È un’interessante strategia di marketing, basata sull’attualità, che esce dai normali canoni delle merendine tutte felicità e famiglie perfette. Ed è anche un’ottima risposta alle teorie complottiste dei NO 5G che in questi giorni di recrudescenza del Covid-19 si fanno sempre più strada. Se un lato positivo questo momento difficilissimo l’ha avuto è il recupero della Scienza, con la S maiuscola.

Le persone, pur essendo passate con disinvoltura da commissari tecnici a costituzionalisti a virologi, sono tornate ad ascoltare medici e scienziati, anche quando avevano opinioni diverse tra loro. Così le panzane terrapiattiste o le teorie fantascientifiche sulla vera natura del 5G diventano oggetto di canzonature, un po’ come gli sproloqui dello “scemo del villaggio” di un tempo: lasciamolo parlare, sorridendo.

La speranza è che tale approccio si diffonda sempre di più, sconfiggendo la sindrome Nimby che porta a non volere le antenne sul proprio territorio perché, che siano 3, 4 o 5G, sarebbero pericolose per la salute, senza alcuna dimostrazione scientifica. Di certo c’è solo che se il 5G fosse già stato attivo, probabilmente si sarebbe potuto combattere meglio il Covid-19 e che grazie alla connettività, anche wireless, milioni di persone in tutto il mondo hanno potuto continuare a lavorare, senza perdere il posto di lavoro.

L’approccio migliore ai cospirazionisti, alla fine, è proprio quello del Buondì Motta: una risata li seppellirà.

(Foto: Pubblicità Buondì Motta)


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