G2G, Piano di settore e Recovery Fund. Ecco le “linee di politica industriale” del Partito democratico per l’aerospazio, esplicitate in un documento di sei pagine e spiegate a Formiche.net da Daniele Marantelli, responsabile del dipartimento Politiche per l’aerospazio: “È un tema strategico su cui non dovrebbero esserci divisioni politiche”
“Per un Paese dell’aerospazio”. È questo il titolo (e l’obiettivo) delle linee di politica industriale pubblicate oggi dal Partito democratico e dedicate specificatamente al comparto aerospaziale. Si parla di Piano di settore, di riforma delle legge 808 e anche di un nuovo Fondo per gli investimenti aerospaziali. “È un primo passo, frutto di un confronto con i distretti tecnologici, esperti, addetti ai lavori e rappresentanti di grandi aziende e Pmi”, ha spiegato a Formiche.net Daniele Marantelli, il responsabile del dipartimento Politiche per l’aerospazio del Pd che ha curato il documento.
IL CONTRIBUTO DEL PD
L’obiettivo della pubblicazione, ha rimarcato Marantelli, è prima di tutto quello di “far conoscere un settore che crea un enorme valore aggiunto per l’economia nazionale”. Occupa 45mila lavoratori diretti (che raggiungono i 160mila con l’indotto) e dà “un grande contributo alla bilancia dei pagamenti italiana, grazie al rapporto 1 a 4 tra investimento e ricavo, e all’alta percentuale di prodotto esportato”, si legge nella pubblicazione. D’altra parte, ha aggiunto, “l’aerospazio ha formidabili ricadute per tanti ambiti relativi al futuro delle persone, soprattutto in questa fase così complessa, dalla sanità all’agricoltura, fino alla sicurezza”.
UN TEMA BIPARTISAN
Trattasi della “seconda industria del Paese, con livelli di tecnologia incredibilmente superiori alle altre”, ha notato Marantelli. E se si parla di “lavoro, modernità, tecnologia e progresso, il Pd non può non farsene carico”. Ma l’invito supera le divisioni partitiche. “Con questa pubblicazione vogliamo dare come Partito democratico un contributo al Paese su un tema che personalmente ritengo non debba generare fratture e polemiche”, ci ha spiegato Marantelli. Come per la politica estera, ha detto, “le strategie di fondo dovrebbero essere condivise, soprattutto considerando che i programmi durano decenni, scavalcando governi e maggioranze”.
UN FONDO PER GLI INVESTIMENTI…
Per queste ragioni, le linee del Pd puntano a “individuare le azioni strategiche per assicurare al nostro Paese il livello competitivo avuto negli ultimi cinquant’anni e un ruolo da protagonista nel palcoscenico europeo e mondiale del settore”. La prima proposta è per un Fondo per l’investimento nel settore aerospaziale, “da sviluppare con il Fondo nazionale innovazione e con attori dell’industria – si legge – per mettere a disposizione di piccole e medie imprese della filiera aerospaziale italiana gli strumenti e risorse per affrontare processi di fusione e acquisizione, rifinanziamento e ristrutturazione del loro bilancio”.
...E IL RECOVERY FUND
La proposta, aggiunge Marantelli, “si lega al Recovery Fund: il piano è coerente con le politiche europee, soprattutto se presentato con i giusti caratteri dell’innovazione green e delle digitalizzazione”. Si punta, in altre parole, a far entrare i progetti del settore nell’ambito dei 209 miliardi di euro in arrivo da Bruxelles nell’ambito del Next Generation Eu (tema su cui si muovono Mise e Difesa). Attenzione in particolare alle Pmi, ha notato Marantelli, che in una situazione di difficoltà acuita dal Covid-19 potrebbero diventare facile preda anche di eventuali mire straniere che farebbero perdere al Paese “nicchie di incredibile eccellenza tecnologica”.
NUOVE PROPOSTE…
Al Fondo per gli investimenti si aggiungono comunque altre tre proposte: un fondo per la trasformazione ambientale (che si preannuncia “epocale”); l’introduzione di strumenti finanziari per sostenere l’impegno in ricerca e sviluppo (“in particolare nelle tecnologie dell’aviazione verde”); la realizzazione di un grande centro di ricerca sulla modernizzazione dell’aerospazio, digitalizzazione in primis.
…E SCELTE CONCRETE
Ci sono poi cinque “scelte concrete” da intraprendere a livello “governativo e parlamentare”. Prima di tutto, la piena attuazione della riforma G2G, gli accordi governo-governo per supportare l’export nel campo della Difesa (si lavora per accelerare, ma manca ancora il regolamento che dia sostanza alla modifica legislativa apportata alla fine dello scorso anno). Secondo: “approvare i progetti già presentati nel 2019, prevedendo due nuovi bandi per il 2021, uno per la sicurezza nazionale e l’altro per il civile”, con probabile riferimento alle legge 808 del 1985, da anni importante riferimento per il settore.
La terza scelta riguarda d’altra parte proprio il finanziamento delle altre “leggi speciali già disponibili per il settore, non finanziate da anni, così da convogliare su strumenti legislativi già esistenti i fondi destinati all’aerospazio che arriveranno dall’Europa”. Quarto, “utilizzare fondi Ice anche per le Regioni con presenza di Cluster aeronautici, per migliorare, attraverso stand qualificati, la loro presenza nei grandi saloni internazionali”.
IL VELIVOLO DEL FUTURO
La quinta scelta concreta riguarda il velivolo di sesta generazione: “Nel dare impulso al piano di Difesa comune europea, indispensabile per garantire che l’Europa svolga l’effettivo ruolo di più importante presidio dei diritti umani nel mondo, è necessario che i progetti di nuovi velivoli, nei quali l’Italia è protagonista, siano integrati con le iniziative di altri Paesi europei”. L’obiettivo è quello della convergenza finale tra i due progetti in essere: il Tempest (di iniziativa britannica, con Italia e Svezia e bordo) e l’Fcas, programma franco-tedesco a cui ha aderito anche la Spagna.
TRA LEGGE 808 E PIANO DI SETTORE
Infine, le linee del Partito democratico prevedono due “passaggi” sul piano “normativo e strategico”. Riguardano il rafforzamento della legge 808, “che va perfezionata per modernizzare uno strumento nato nel 1985” e la definizione di “un nuovo Piano di settore, con il coinvolgimento di imprese, sindacati, università e centri di ricerca, e che sia coerente con gli indirizzi strategici individuati in Europa”. Sul Piano di settore proseguono i confronti tra Mise e industria. A occuparsi del dossier è il sottosegretario Gian Paolo Manzella.