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Di Maio, Casaleggio e gli Stati generali. Il Movimento secondo D’Uva

Chi ha detto che ci deve essere una resa dei conti? Francesco D’Uva, messinese, trentatré anni e Cinque Stelle della prima ora, già capogruppo alla Camera, non ci sta ad arrendersi alla logica del Far West. Agli Stati generali di novembre si può trovare la quadra, confida serafico a Formiche.net. Il Movimento può tenere tutti dentro, da Alessandro Di Battista a Luigi Di Maio, da Vito Crimi a Davide Casaleggio.

D’Uva, che succede nel Movimento?

I toni si sono molto accesi, inutile prendersi in giro. Io sono per il confronto, ma anche per abbassarli al più presto. Dobbiamo capire qual è il modello vincente per andare avanti.

E qual è?

Quello che contemperi una leadership forte e una guida collegiale.

Vito Crimi non basta?

Vito ha fatto un grandissimo lavoro. Ma è un reggente, non un capo politico votato. Ora serve una leadership forte, e nessuno è in grado di averla da solo.

Neanche Luigi Di Maio?

Luigi è un leader al di là del ruolo che ricopre. Anche a lui si deve il successo delle politiche due anni fa, e la clamorosa vittoria del Sì al referendum sul taglio dei parlamentari. Lui più di tutti ha promosso il modello di coalizione che si è rivelato vincente alle amministrative.

Con Davide Casaleggio è rottura definitiva?

No, io sono fiducioso che si troverà la quadra. Nessuno nel Movimento deve diventare “un problema”.

Lui non è iscritto.

È il presidente dell’Associazione Rousseau, che supporta il Movimento Cinque Stelle per le votazioni online. Cioè permette il funzionamento della democrazia diretta che dà agli iscritti l’ultima parola.

Ha messo in mora i suoi colleghi in ritardo con i pagamenti. Lei ha i conti a posto?

Io sono sempre stato puntualissimo con le restituzioni. Se quella quota serve a garantire tutte le funzionalità della piattaforma, a partire dalle votazioni online, ben venga. Certo, dire che i ritardi nei pagamenti mettono a rischio la democrazia diretta mi sembra esagerato, perché funzionava anche prima che iniziassimo a versare nel marzo del 2018. Ma queste sono vicende interne che al cittadino non interessano.

A novembre gli Stati generali. Due giorni bastano? Non faranno la fine degli Stati generali di Colao?

Anzitutto non sono solo due giorni, perché saranno preceduti dalle assemblee territoriali. Una soluzione intelligente per affrontare il confronto interno in modo costruttivo. Ripartiamo dai territori. Non dimentichiamo che il Movimento nasce dalle “liste civiche”. Ora testa bassa e lavorare. Non servono allenatori del lunedì.

Alessandro Di Battista è un allenatore del lunedì?

Alessandro espone posizioni personali, con alcune non mi trovo d’accordo. Resta una risorsa fondamentale del Movimento. Ben vengano sempre le critiche, purché servano a costruire.

Dice che l’alleanza col Pd è “la morte nera”. È così?

Io credo di no, e lo dimostrano i risultati di un anno di governo e di queste amministrative. Il successo delle coalizioni territoriali, da Faenza a Termini Imerese, da Pomigliano d’Arco a Matera, non si può ignorare. Peraltro fu proprio una votazione online dei nostri iscritti a chiedere quell’alleanza un anno fa.

È vero che avete un patto con Zingaretti per prendervi la Regione Lazio e lasciare campo ai dem a Roma?

Mi sembra fantapolitica. Faccio mea culpa, con le tattiche e i sotterfugi non siamo così bravi. Siamo troppo trasparenti per questi giochi di palazzo.

Dicono anche che state facendo un pensiero al Ppe. Pure questa è fantapolitica?

Non sono a conoscenza di queste interlocuzioni, i nostri europarlamentari hanno un quadro più chiaro. Bisogna ammettere che al Parlamento europeo, nel gruppo dei non collocati, non si tocca palla. Nella scorsa legislatura, nel gruppo di Efdd, eravamo in disaccordo su molti temi con altre delegazioni nella coalizione, ma riuscivamo a incidere. È una riflessione che dobbiamo avviare.

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