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La Cina “celebra” la festa nazionale con 60 arresti a Hong Kong

“Dopo che i ripetuti avvertimenti sono stati ignorati, la polizia sul posto ha arrestato almeno 60 persone, tra cui due consiglieri distrettuali, sospettati di partecipazione a un’assemblea non autorizzata e altri crimini relativi alla pubblica sicurezza correlati”, ha scritto sulla propria pagina Facebook la polizia cinese di Hong Kong. La nota serve a raccontare al mondo come mai quelle persone sono state arrestate: violazione della legge che non permette (più) ai cittadini del Porto Profumato di manifestare, simbolo estremo della cinesizzaione che pesa sul Paese.

Oggi è la Festa nazionale cinese, e ci si aspettava che i movimenti di protesta e pro-democrazia potessero muoversi. Seimila poliziotti erano stati mobilitati affinché tutto si svolgesse regolarmente, e quanto successo a Causeway Bay, il quartiere dello shopping, è conseguenza delle tensioni. Chi ha osato sfidare l’ordine delle autorità locali (imposto dal Partito/Stato cinese) è finito in carcere. Alcune persone hanno iniziato a cantare “Libertate Hong Kong” e subito gli agenti della polizia hanno alzato uno striscione viola con scritto che quella manifestazione era in violazione della legge sulla sicurezza nazionale (voluta da Pechino).

Riunito a Bruxelles, davanti alla notizia, il Consiglio Europeo “sottolinea le sue forti preoccupazioni” per la situazione dei diritti umani in Cina e ad Hong Kong che è stata di fatto sfregiata dalla nuova legge sulla sicurezza nazionale che proibisce – e punisce con pene molto pesanti – qualsiasi espressione pubblica contro la morsa cinese e a favore della libertà (che in forma parziale dovrebbe teoricamente essere garantita dallo schema “un paese, due sistemi”).

“Non siamo impensieriti dalle sanzioni che la Comunità internazionale vuole imporci”, ha detto la Chief executive, Carrie Lam, governatrice di Hong Kong su indicazione cinese: “Negli ultimi tre mesi (quelli dopo l’applicazione della nuove legge draconiana, ndr), la semplice verità è, ed è ovvio vedere, che la stabilità è stata ripristinata nella società mentre la sicurezza nazionale è stata salvaguardata, e la nostra gente può continuare a godere dei propri diritti e libertà fondamentali in conformità con la legge”.

“Quindi – ha continuato Lam in una dichiarazione alla stampa nel giorno di festa – non importa quanto alcuni governi stranieri, che mantengono doppi standard, lanciano accuse severe e ingiustificate contro le autorità incaricate di attuare la legge sulla sicurezza nazionale, o impongono in modo aggressivo ulteriori sanzioni contro i funzionari responsabili della HKSAR (acronimo inglese della regione amministrativa speciale di Hong Kong, ndr), io e i miei colleghi continueremo ad adempiere al nostro dovere di salvaguardare la sicurezza nazionale in conformità con la legge senza paura o ansia”.

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