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Vaccino, Conte ha ragione ma le dosi non saranno per tutti. Parla Landi

Di Miranda Rossana
conte

L’ottimismo di Conte è giusto e condivisibile, dato il gran numero di progetti di ricerca e lo stato avanzato di molti. Ma a gennaio non saremo in fila dal medico di base per vaccinarci contro il Covid-19. Conversazione con Fabrizio Landi, presidente della Fondazione Toscana Life Sciences

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, si è detto ottimista sulla ricerca del vaccino anti-Covid-19. Per il libro “Perché l’Italia amò Mussolini (e come ha resistito alla dittatura del Covid)” di Bruno Vespa, il premier ha assicurato che “se le ultime fasi di preparazione del vaccino Oxford-Irbm Pomezia-Astrazeneca) saranno completate nelle prossime settimane, le prime dosi saranno disponibili all’inizio di dicembre”.

Un’affermazione giusta e condivisibile, secondo Fabrizio Landi, presidente della Fondazione Toscana Life Sciences. In una conversazione con Formiche.net, l’esperto ha detto che Conte giustamente ha cercato di dare un quadro generale sulla situazione della ricerca dell’antidoto al virus che ha messo in ginocchio il mondo intero.

“Quello che noi sappiamo è che probabilmente a fine dicembre avremo capito quali sono i primi vaccini che funzionano – ha spiegato Landi -. In questo momento ci sono 33 ricerche in test clinico, di cui 8-9 in fase tre, e altre tre stanno finendo, preparando i dossier per la revisione dell’ente europeo o americano”. Di fronte a questa importante quantità di lavoro di ricerca è giusto ritenere che qualcuno funzionerà o dimostrerà di funzionare abbastanza bene. E per Landi questo avverrà nell’arco da qui a fine anno. Resta però un dubbio non da poco: non sapremo per quanto funzionano.

“Nel frattempo il sistema si sta organizzando per cominciare la produzione delle dosi – ha sostenuto Landi -. Quante saranno disponibili alla fine dell’anno, non lo so. E non si sa quante saranno messe a disposizione per l’Italia. Le prime dosi saranno poche, ma cominceranno ad arrivare quantità sempre più significative, e così via via si andrà a migliorare e avremo le quantità adeguate per tutti”.

Landi condivide il pensiero dell’immunologo americano Anthony Fauci, il quale sostiene che ci vorrà tutto il 2021 per arrivare ad una produzione considerevole, che comunque non coprirà tutti. E di fronte a questa realtà si ipotizza che categorie a meno rischio, come ad esempio quella dei giovani, non saranno prioritarie nella vaccinazione.

I progetti per la produzione, per quanto si sta facendo uno sforzo pazzesco, sono molto complessi. E le prime dosi saranno da dividere tra molti Paesi e miliardi di persone.

“E poi alcuni vaccini sono più complessi di altri. Alcuni antidoti devono essere tenuti a -70 gradi, la catena di freddo non è banale. Siamo abituati a vaccini che possono stare in frigo. Conte dice una cosa condivisibile, ma non va letta nel senso che a gennaio saremo in fila davanti al medico di base per vaccinarci contro il Covid-19”.

E cosa fare? Landi raccomanda: “Continuare con le misure di contenimento, l’uso di mascherine e il distanziamento sociale, e fare sempre più test. È l’unico meccanismo che continuerà ad esserci”.

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