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Dal Mes al virus, se Conte è ancora alla Fase 1. Parla Massimo Franco

conte

Prigioniero di uno schema. Al premier Giuseppe Conte, spiega l’editorialista del Corriere della Sera Massimo Franco, manca il coraggio delle scelte di fronte alla nuova crisi pandemica. Tenda una mano all’opposizione. E accetti i soldi del Mes, quelli del Recovery Fund non si vedranno per un anno

Giuseppe Conte è rimasto alla Fase 1. Massimo Franco, editorialista e notista politico del Corriere della Sera, commenta severo i temporeggiamenti del premier alla vigilia di una nuova crisi sanitaria ed economica. Dal Mes ai fondi Ue che arriveranno (fra un anno), così l’avvocato rimane ostaggio di uno schema.

Dicono che Conte è sotto assedio. È così?

Conte non ha capito fino in fondo che siamo in una nuova fase. Non è questione di assedio. È questione di capire che quel che ha funzionato durante la prima fase delle chiusure non funziona necessariamente anche adesso. Che c’è bisogno di scelte chiare, non si può più prendere tempo.

Come può dare una svolta?

Intanto, spiegando quali saranno i progetti su cui si appoggerà il fondo per la ripresa, di cui non sappiamo nulla. Il governo ha detto di puntare sulla Sanità, ma ormai tutti hanno capito che prima di un anno non si vedrà un euro. Siamo alle porte di una nuova emergenza sanitaria, e non prendono i soldi del Mes per un veto ideologico dei Cinque Stelle. La gente inizia a chiedersi perché si sta prendendo tempo.

Lui, per primo, prende tempo. Sul Mes è un valzer continuo.

È prigioniero di uno schema. Quello di una maggioranza che cerca di essere autosufficiente, senza riuscirci fino in fondo. Potrebbe uscirne.

Come?

Tendendo una mano all’opposizione, in Parlamento. Invece non si parlano, per responsabilità di entrambi. Così un conflitto politico rischia di trasformarsi in uno scontro istituzionale, che si riflette sul braccio di ferro fra Stato e Regioni. La grande maggioranza di queste è in mano al centrodestra.

Il lockdown si può evitare?

Si deve evitare, sarebbe un colpo fatale per l’economia. Tutto dipende da come si muoverà il governo nei prossimi giorni. Non dico che è facile. Dico però che tutti, nessuno escluso, avevano previsto una seconda ondata. Perché non ci si è preparati per tempo?

Può un governo rimanere appeso agli Stati generali del Movimento?

Non si dovrebbe. La gravità della crisi non lo permette. I precedenti, poi, lasciano il tempo che trovano. Gli Stati generali dell’economia a giugno promettevano di impostare grandi progetti, non è rimasto nulla.

Tutti parlano del pressing del Pd sul premier. C’è del vero?

I dem stanno cercando di spingere per prendere almeno alcune decisioni, come sul Mes e le misure per indirizzare i fondi europei. C’è un ostacolo obiettivo.

Quale?

Si chiama Movimento Cinque Stelle. Da una parte è lacerato all’interno. Dall’altra ha ancora la maggioranza relativa dei voti in Parlamento. Non se ne esce.

Il silenzio del Colle è assordante.

È il silenzio di chi sa che adesso non ci sono alternative a questo governo. Ma tradisce grave preoccupazione.

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