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Occhio, le Forze armate stanno invecchiando. Il punto dei generali Rosso e Farina

Due audizioni alla Camera per i capi di Stato maggiore di Aeronautica ed Esercito, chiamati a fare un punto sulle esigenze operative indotte dall’emergenza Covid. La Difesa ha fornito da subito il proprio contributo, ma ora servono investimenti certi per affrontare il futuro e un piano per evitare l’invecchiamento delle Forze armate

Se non è un allarme, poco ci manca: a fronte di minacce in aumento e di sfide sempre più complesse, le Forze armate italiane stanno invecchiando, mezzi e infrastrutture compresi. Continuano ad assolvere con efficacia il proprio dovere, in patria (contro il virus), come all’estero, ma ora necessitano di investimenti certi per sistemi idonei ad affrontare il futuro. È quanto emerso questa mattina alla Commissione Difesa di Montecitorio, dove sono intervenuti in audizioni separate i capi di Stato maggiore dell’Aeronautica, il generale Alberto Rosso, e dell’Esercito, il generale Salvatore Farina, entrambi per fare un punto sulle attività delle rispettive Forze armate anche con riferimento alle esigenze operative indotte dall’emergenza epidemiologica.

UNA SFIDA EPOCALE

D’altra parte, il Covid-19 si sta confermando proprio in questi giorni “una sfida epocale che sta cambiando la nostra vita e le nostre abitudini”, ha notato il generale Rosso. “Una battaglia insidiosa”, per il generale Farina. Da subito, la Difesa ha offerto il proprio contributo. L’Esercito, ha spiegato il capo di Stato maggiore citando i numerosi contributi, “ha avuto un ruolo centrale nella lotta al Covid-19 con la sanità militare, gli assetti logistici e l’operazione Strade sicure”. Il solo Policlinico militare Celio da febbraio a oggi ha effettuato 86mila tamponi. Per la seconda ondata, ha aggiunto “confermiamo anche la disponibilità delle altre strutture tra cui il Centro sportivo olimpico dell’Esercito della Cecchignola e altre basi logistiche per ospitare in isolamento-quarantena soggetti sintomatici o da sottoporre a sorveglianza sanitaria”.

L’Aeronautica militare, ha rimarcato Rosso, ha effettuato “trasporti sanitari per 520 missioni con oltre mille ore di volo, trasportando 570 pazienti in Italia e all’estero”. In più, “abbiamo aiutato Protezione civile e settore sanitario con professionalità, competenza e cuore, realizzando strutture campali e mascherine”. Ora, però, “è necessaria una transizione verso una nuova normalità”, che per l’Aeronautica (e non solo) riguarda “concorsi, formazione e reclutamento delle nuove leve in forza armata”, ha spiegato Rosso.

LA LEGGE 244

Anche perché è ormai evidente il rischio invecchiamento per le Forze armate italiane, un trend a cui ha contribuito la legge 244 del 2012, nota anche come “legge Di Paola”, elaborata allora con l’obiettivo di avere entro il 2024 uno strumento militare di dimensioni più contenute, ma più sinergico ed efficiente. Si puntava a 150mila unità di personale militare partendo da un numero complessivo di 190mila, e di 20mila unità per il personale civile, a fronte delle 30mila di partenza. Eppure, da palazzo Baracchini (e non solo) è emersa da tempo l’idea di rivedere quegli obiettivi alla luce di esigenze operative diverse (perché maggiori) rispetto a otto anni fa. Tuttavia, esperti e addetti ai lavori (compresa la Corte dei Conti) hanno anche notato che, nel caso in cui non aumentino anche gli investimenti, lo scostamento al rialzo dagli obiettivi della 244 produrrebbe un’ulteriore distorsione tra le voci di bilancio, incrementando le spese per il personale e (per la classica teoria della “coperta corta”) riducendo le altre due (investimento ed esercizio).

L’INVECCHIAMENTO DELLE FORZE ARMATE

Tali prospettive sono state confermate dalle parole di Rosso e Farina. L’Esercito, ha spiegato Farina, ha nel personale un “elemento centrale”, ragion per cui appare “necessario prorogare il regime transitorio della legge 244/2012 che consente di disporre di diecimila unità in più”. La Forza armata, ha rimarcato, “conta oggi circa 98mila uomini e donne in uniforme, queste ultime pari all’8% della forza totale; ad essi si aggiungono 7.400 civili”. L’Aeronautica militare, ha detto Rosso, ha oggi “in servizio poco più di 43mila tra uomini e donne, quasi 40 mila militari e circa 3.300 civili; rispetto allo scorso anno procede il critico invecchiamento complessivo della forza armata; un dato per me importante e preoccupante è che si è passati da un’età media lo scorso anno di 42 anni e mezzo all’attuale valore di 44 anni di età come media”. Per effetto della legge 244, ha aggiunto, “il trend è destinato a proseguire e a peggiorare negli anni a seguire”. L’invito di Rosso è dunque ad “attualizzare” la legge Di Paola.

LA FLOTTA DELL’AERONAUTICA

L’altro lato della medaglia riguarda la necessità di un incremento anche delle voci Investimento ed Esercizio del bilancio militare. Oggi la flotta dell’Arma azzurra conta 566 velivoli; nel giro di vent’anni ne ha ridotti 276, circa un terzo. La riduzione è stata del 70% per i velivoli aerotattici, previsti in numero di 151 per il prossimo anno. E così, “per mantenere gli impegni presi – ha detto Rosso – l’Aeronautica ha dovuto estendere sensibilmente la vita operativa delle macchine in servizio, ma la loro imminente dismissione non è adeguatamente rimpiazzata dall’entrata in servizio in numero sufficiente di macchine nuove”. E, ha chiosato, “sotto certi militi, la qualità non può più compendiare la quantità”.

Per l’Esercito, ha aggiunto Farina, “occorre colmare il gap capacitivo-tecnologico per sostenere e avviare programmi come Soldato sicuro, il blindo Centauro 2, il Vtlm 2 Nec, la capacità di comando e controllo cyber”. È “necessario”, ha detto il generale, “un piano pluriennale di investimenti focalizzato soprattutto sulla componente terrestre”.

LA SFIDA FINANZIARIA

Anche perché le minacce sono sempre più evolute, richiedendo dunque una Difesa costantemente aggiornata e innovativa. “’L’Aeronautica deve confrontarsi con la rapida evoluzione tecnologica in corso – ha rimarcato Rosso – macchine e software di controllo, per fare un esempio, possono diventare bersaglio di virus, compromettendo la sicurezza”. Per affrontare tali sfide c’è prima di tutto “bisogno di un’organizzazione efficiente e un rinnovamento delle infrastrutture”, elemento per cui “servono risorse e investimenti nel settore”. Ne consegue quella che Rosso definisce la “sfida finanziaria: è imprescindibile riuscire a guardare lontano per traguardare in anticipo e gestire con moderni criteri di management tutte le risorse che l’autorità politica vorrà investire per uno strumento della difesa che sia bilanciato e credibile; oltre a volumi finanziari compatibili con i compiti assegnati, la certezza e la stabilità nel tempo delle risorse finanziari sono variabili fondamentali dell’equazione; e su queste vanno dimensionati i contratti pluriennali per perseguire economie di scala e moltiplicare i ritorni di investimento”.

LA SFIDE DEL FUTURO

Ciò vale anche per le “sfide del futuro”, quelle che si muovono nello spazio cyber e nello spazio extra-atmosferico. Sul primo punto, ha osservato Rosso, l’Arma azzurra “sta sviluppando con attenzione e determinazione gli strumenti per difendersi da tutti possibili attacchi”. Ma i nuovi domini sono inseparabili. “Una nuova sfida tecnologica – ha aggiunto – è la capacità di connettere i cinque ambienti tradizionali come se fossero un ambiente unico, multi-dominio, per fondere in tempo reale informazioni e dati a vantaggio di tutte le componenti”. Gli Stati Uniti, ha concluso il generale, “stanno guidando questa fondamentale evoluzione ed è imperativo muoversi sulla stessa strada”.


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