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Caro Conte, un altro lockdown ucciderà l’economia. Firmato prof. Pirro

Tutti vogliono e devono rispettare norme anti-Covid sensate, razionali, ben calibrate e ben gestite. Ma i lockdown, parziali o generalizzati che siano, uccidono l’economia e rischiano di devastare ulteriormente il bilancio pubblico del nostro Paese

Il rimbalzo del Pil del 16,1% nel terzo trimestre dell’anno rispetto al secondo – un dato comunicato dall’Istat che, pur essendo ancora provvisorio, è andato ben al di là delle pur ottimistiche previsioni del ministro Roberto Gualtieri – dimostra ancora una volta, ammesso che ve fosse bisogno, che vi è un’Italia che, dopo essersi rimboccate le maniche all’indomani della catastrofe dei mesi del lockdown, è tornata a produrre, investire, competere ed esportare, anche grazie ai massicci interventi di sostegno del governo.

Una splendida Italia, resiliente, operosa, tenace, irriducibile ad ogni profezia di sciagura sanitaria, e che ora – è bene dirlo ad alta voce – non potrebbe accettare di farsi riportare ad una condizione paragonabile a veri e propri arresti domiciliari, solo perché l’Istituto superiore di sanità o il Cts, che supporta l’esecutivo, seguono quotidianamente l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva come se fosse l’unico metro di valutazione per proporre, ma sarebbe più corretto dire imporre, lockdown generalizzati, sia pure – per il momento – per certe ore del giorno o in singole zone del Paese.

Ma veramente la 3° economia dell’Unione europea e l’8° al mondo per il Pil può consentire che pur autorevoli epidemiologi – peraltro del tutto privi in molti casi di cultura economica – possano determinarne l’andamento produttivo, imponendo (di fatto) chiusure che stanno già strozzando interi comparti del nostro Paese, ai quali giungeranno (sperabilmente in tempi non biblici) ristori solo però molto parziali in termini di importi ? Ma non abbiamo letto proprio oggi su Repubblica che dei posti in terapia intensiva, attualmente disponibili in Italia, ma ulteriormente incrementabili, ne sono occupati solo il 20%?

E si può più volte nel giro di pochi giorni emanare nuovi Dpcm, senza che si siano verificati i risultati dei precedenti, almeno in un lasso di tempo di due settimane? Insomma, si rendono pienamente conto delle drammatiche conseguenze sociali dei loro suggerimenti coloro che – ben garantiti peraltro dai propri redditi elevati e sicuri – finiscono con l’imporre misure che stanno portando ad un vero default socioeconomico (forse irreversibile) migliaia e migliaia di aziende, abbandonandone per giunta i loro dipendenti in balia di conclamate e persistenti inefficienze dell’Inps?

Un Istituto, è bene non dimenticarlo, che deve ancora corrispondere Cig per alcune migliaia di beneficiari riferita a periodi pregressi già trascorsi da molto tempo. E il presidente dell’Istituto Pasquale Tridico – invitato dal presidente Conte a lavorare anche la notte per recuperare i ritardi – non ha ancora comunicato all’Autorità competente quante ne abbia effettivamente trascorse nella sede dell’Inps, lavorando con i suoi collaboratori per disbrigare le pratiche tuttora bloccate.

Tutti, nessuno escluso – sia ben chiaro – vogliono (e devono) rispettare norme anti-Covid sensate, razionali, ben calibrate e ben gestite e soprattutto fatte rispettare inflessibilmente (ammesso che se ne sia capaci), ma i lockdown, parziali o generalizzati che siano, uccidono l’economia e rischiano di devastare ulteriormente il bilancio pubblico del nostro Paese che non potrà essere salvato sempre dagli acquisti dei nostri titoli di Stato dalla Bce, o facendo ulteriore deficit, per ridurre il quale serpeggiano periodicamente ipotesi di patrimoniali o di inasprimenti fiscali.

Insomma, che cosa si vuole entro qualche mese a Roma, l’arrivo della Troika? Allora altro che dibattiti (sinora inconcludenti) sull’utilizzo o meno del Mes…

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