Skip to main content

Ri-nascita, un grande progetto di ricostruzione economica e sociale. Firmato Fondazione Guido Carli

Di Romana Liuzzo

Mai avremmo immaginato di scoprirci così vulnerabili. Ma non avremmo mai potuto sperare di scoprirci al contempo più determinati, resistenti, ostinati di fronte all’emergenza: la più grave crisi sanitaria, economica e dunque sociale del Dopoguerra.

Adesso che la pandemia sferza la sua seconda ondata sul nostro Paese e sull’Europa, guardare oltre l’orizzonte ristretto imposto dal virus diventa prima ancora che una necessità un dovere. Occorre disegnare fin d’ora l’Italia che verrà dopo questo interminabile autunno. Non aspirare alla semplice, fisiologica ripartenza. Ma sognare e infine realizzare una vera e propria “Ri-Nascita”, un nuovo “Rinascimento” italiano.

La Fondazione Guido Carli – che ho l’onore di presiedere al fianco del presidente onorario Gianni Letta – si è intestata per la prima volta un grande progetto di ricostruzione economica e sociale attraverso la progettazione e il disegno di nuovi scenari post Covid. Visioni, tradotti in documenti, che sottoporremo a chi detiene le leve del comando, a chi governa. Vorrà essere uno stimolo, che prenderà corpo attraverso il lavoro di una equipe di super esperti che certo non si affiancherà al Comitato tecnico scientifico, né alla costellazione di commissioni già create e spesso di dubbia utilità. Tanto meno farà da sgabello a questo come ad altri governi. Non è una questione di colore politico. La Fondazione è e resta un’istituzione culturale di ispirazione liberale ma soprattutto scevra da ogni condizionamento politico.

Esiste da dodici anni, prima come Associazione poi come Fondazione, e ha sempre coltivato il lascito morale, prima ancora che l’insegnamento economico e il senso dello Stato di Guido Carli, mio nonno. Il suo sogno di un’Europa delle libertà e dei diritti resta il nostro sogno. Ecco perché per la prima volta, proprio in questi tempi d’assedio, di ibernazione economica e di difficoltà all’apparenza insormontabili, ho deciso di schierarmi. Ma dalla parte dei cittadini. Lo avrebbe fatto, ne sono certa, anche l’ex Governatore ed ex ministro del Tesoro Carli. Daremo il nostro contributo, faremo la nostra parte, da pungolo nei confronti di chi governa e amministra la cosa pubblica.

Per fare cosa? E in che modo? Intendiamo lavorare per rimettere in piedi l’Italia con l’aiuto dei più grandi manager e capitani d’impresa e uomini di ingegno. Il primo appuntamento è la grande Convention fissata per il 4 dicembre a Roma, alle 17 alla Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica. Sarà un’occasione di confronto senza precedenti chiamando a raccolta il meglio del management e dell’imprenditoria italiano. Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, Ornella Barra, Co-chief operating officer di Walgreeens Boots Alliance, Aldo Bisio, ad di Vodafone Italia, Urbano Cairo, presidente di Cairo Editore, Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, Brunello Cucinelli presidente dell’omonima azienda, Giampiero Massolo, presidente di Fincantieri, Carlo Messina, ad di Intesa Sanpaolo, Fabrizio Palermo, ad di Cassa depositi e prestiti, Francesco Starace, ad e direttore generale di Enel.

Con loro, apriremo una grande riflessione sul superamento della fase di emergenza e sulla futura costruzione. È tempo di avviare il “cantiere Italia”: intanto un cantiere di idee, di progetti, poi una macchina del fare, a pieno regime.

Pensiamo che non servano nuove leggi per gestire il fiume di finanziamenti in arrivo da Bruxelles col Recovery fund. Basteranno delle prassi più dinamiche e al passo coi tempi da parte della Pubblica amministrazione. Ma gli elementi di preoccupazione sono tanti e non vanno sottaciuti fin d’ora. Il nostro è un Paese che è stato capace di utilizzare appena il 37,4 per cento dei fondi Ue assegnati nel settennato 2014-2020. Vuol dire che dei 76 miliardi a disposizione siamo stati capaci di spenderne non più di un terzo. Non possiamo permetterci che si ripeta. Bruxelles ha già istituito la sua commissione chiamata a vigilare sul reale utilizzo degli investimenti programmati dal nostro Paese. Peccato che fino ad oggi anche la progettazione sia al palo.

Non si tratta solo di risorse strategiche per rimettere in moto la ricchezza in Italia, ma di uno snodo fondamentale per rimettere in moto le aree più depresse del Paese, rendere più vivibili le nostre città con sistemi di trasporto adeguati, incentivare lo sviluppo tecnologico e la digitalizzazione. Come avrebbe detto Guido Carli: per mettere l’amministrazione al servizio dei cittadini e delle aziende.

Sono le sfide che ci attendono e rispetto alle quali la Fondazione sarà in prima linea nella ciclopica missione che sarà di tutti gli italiani fin dai prossimi mesi: far funzionare lo Stato, affrancarlo dai rituali bizantini della sua burocrazia, garantire lo sviluppo e l’investimento privato. La politica è una delle attività umane che è meno progredita nel tempo, i meccanismi di funzionamento sono rimasti immutati. L’epidemia sarà paradossalmente l’occasione imperdibile e unica per garantire il progresso di un intero Paese.


×

Iscriviti alla newsletter