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Mosca tace, ma in Kamchatka c’è un disastro ambientale

“Le foche sono come in trance”, rifiutano di immergersi anche per pescare, preferiscono restare in superficie. Il Siberian Times cura un reportage dalla Kamčatka, oltre mille chilometri di penisola nell’estremo oriente russo, dove tra il Pacifico e il mare di Ochotsk da sempre Mosca proietta la sua forza marittima strategica (Risiko docet). Il giornale siberiano parla di “eco-disaster”, un racconto nato dalle denunce di alcuni surfisti che dopo aver fatto il bagno nelle acque di Khalaktyrsky (la sua sabbia nera, vulcanica è un paradiso naturale) hanno riportato problemi alla vista, febbre e dolori alla gola.

Lungo la spiaggia ricci di mare, stelle, granchi e pesce, i polpi giganti del Pacifico e pure qualche foca: morti. Cosa c’è dietro alla strage delle fauna locale? I cittadini delle aree costiere ormai camminano in riva al mare con le maschere anti-gas: foto che servono a spingere la narrazione del disastro naturale, certamente, ma ci sono stati casi di intossicazioni anche soltanto respirando gli aerosol marini. I sub monitorano la situazione (protetti) e riportano notizie tragiche: la vita sottomarina in questo patrimonio dell’Unesco sembra scomparsa. Qualcuno dice ai reporter che l’acqua ha cambiato colore. Perché?

Questo articolo non ha risposte alle domande sopra, ma si occupa di fotografare la situazione e ricostruire un evento e una circostanza che interessano la zona. Il primo è una recente esercitazione russa di cui poco si sa, ma potrebbe aver coinvolto i sottomarini nucleari della Flotta del Pacifico, unità strategica che ha sede a Petropavlovsk-Kamchatskiy e Vilyuchinsk (oltre che a Vladivostok). Che ci siano stati problemi come già successo più volte, anche lo scorso anno? Il secondo è il passaggio lungo quelle rotte delle navi che trasportano idrocarburi e prodotti petrolchimici (partono da Yelizovo, sul golfo di Avacha, nel sud della penisola). Lo sfruttamento delle risorse è stato più volte segnalato negli anni dalle organizzazioni ambientaliste. Il rischio costantemente citato è un qualche incidente che produca versamenti e distruzione degli ecosistemi.

La Russia più volte ha tenuto sotto silenzio o minimizzato situazioni in cui il proprio sistema ambientale è stato colpito da disastri ed emergenze. Qualche mese fa il presidente Vladimir Putin aveva sorpreso gli osservatori perché ha apertamente attaccato il responsabile della Norilsk-Taimyr Energy di Norilsk, città sopra al Circolo polare artico da dove è scaturito un versamento enorme di gasolio che è finito nel Mare di Kara. Sulla situazione in Kamchatka per ora non ci sono comunicazioni del Cremlino.

 

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