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La nota del prof. Così Prodi boccia le politiche Ue del Conte bis

In un’intervista a Politico.eu l’ex premier boccia le politiche europee del Conte bis e in particolare la gestione del Recovery Fund, Conte e Gualtieri “non sono abbastanza determinati” a sostenere la crescita. Riceviamo 209 miliardi, ma fanno piani per tre volte tanto

Nota di classe. Qualcuno dica a Giuseppe Conte che il “Professore” Romano Prodi segna con la matita blu le politiche economiche del suo governo.

In un’intervista al sito Politico.eu l’ex premier e presidente della Commissione europea spiega perché il governo rossogiallo ha tirato il pallone sugli spalti sbagliando il rigore del Recovery Fund.

“Io spingo il mio governo a selezionare investimenti nella direzione della crescita – sospira Prodi – e invece loro “hanno ammucchiato un numero di proposte di investimenti” che eccede “di tre volte” la cifra accordata all’Italia dalla Commissione Ue di Ursula von der Leyen. A fronte dei 209 miliardi di euro destinati al Belpaese dal Next generation EU, il governo Conte bis, nota il giornale, “ha presentato una lista di progetti che costerebbe 700 miliardi di euro”.

Di qui la bocciatura, senza secondo appello. “Quando i politici fanno proposte, non è facile chiedergli di abbandonarle – dice l’ex inquilino di Palazzo Chigi, poi la stoccata a Conte e Roberto Gualtieri – la mia paura è che il primo ministro e il ministro dell’Economia non siano abbastanza determinati” a scegliere investimenti per la crescita, perché sono troppo concentrati “sulla forza politica della proposta”.

Non è la prima volta che l’ex numero uno della Commissione Ue sballotta il governo sulla gestione dei fondi per la crisi. Non si tratta di semplici chiacchiere fuori campo: non è un mistero che il “Professore” trovi nel premier-avvocato orecchie sempre attente, e che fra i due ci sia una reciproca intesa. Per questo il monito fa rumore.

Già due settimane fa, ospite a “Mezz’Ora in più” su Rai Tre, Prodi bacchettava l’esecutivo, “Ho qualche pensiero, per non dire qualche perplessità”. “La mia critica base è questa: abbiamo 208 miliardi, se chiedi ai ministri è normale che ti chiedono per il loro ministero, per i loro elettori, per quelli che vengono rappresentati. Ma in questo modo le richieste sono per una somma che è il triplo, e non vorrei arrivassimo a dividere ogni progetto per tre, come si fa in questi casi”.

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