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La Svezia bandisce Huawei e Zte dalla prossima asta 5G

L’Autorità delle poste e telecomunicazioni svedese (Pts) ha vietato l’utilizzo di componentistica fornita dalle aziende cinesi Huawei e Zte in vista di un’asta per le frequenze 5G in programma il 10 novembre prossimo. L’Autorità ha spiegato di aver seguito le indicazioni dell’Esercito e dell’intelligence svedesi. Via libera, invece, alla partecipazione di Hi3G Access, Net4Mobility, Telia Sverige e Teracom. Inoltre, la decisione prevede che nel caso in cui componentistiche Huawei e Zte siano state utilizzate nella rete centrale dell’infrastruttura esistente relativa allo spettro interessato dall’asta, queste dovranno essere rimosse “al più tardi entro il 1° gennaio 2025”.

Sulla scia degli avvertimenti giunti dagli Stati Uniti, che ritengono Huawei e Zte “fornitori ad alto rischio”, i Paesi occidentali hanno iniziato pian piano a escludere le due aziende cinesi dalle loro rete 5G. Un’accelerazione in questa direzione è arrivato dal Regno Unito, che a luglio ha ribaltato una precedente apertura a Huawei ordinando l’eliminazione delle apparecchiature del colosso di Shenzhen dalla rete di nuova generazione britannica entro il 2027.

Soltanto ieri su Formiche.net raccontavamo la svolta in Repubblica Ceca della compagnia telefonica Cetin, che ha ha scelto la svedese Ericsson per la sua rete 5G preferendola a Huawei. Il tutto nonostante il proprietario della telco e il presidente Miloš Zeman spingano da tempo per rapporti più stretti con la Cina.

La scorsa settimana era stata la società di telecomunicazioni olandese Kpn ad annunciare di aver scelto la svedese Ericsson per la realizzazione della sua nuova rete mobile 5G. Poco prima, invece, gli operatori Orange e Proximus in Belgio avevano scelto la finlandese Nokia, scaricando il gruppo cinese.

I riflettori ora sono tutti puntati sulla Germania, dove il governo della cancelliera Angela Merkel sta per presentare la nuova legge sulla sicurezza informatica che si preannuncia come l’ennesima batosta nei confronti di Huawei. Probabilmente la più dura, visti gli storici buoni rapporti — ora incrinatisi — tra Berlino e Pechino.


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