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Chi paga i lavoratori in quarantena? Il commento di Celotto

Siamo in attesa di leggere il nuovo Dpcm notturno e le nuove restrizioni per contenere la pandemia. Ma intanto, assieme ai contagi, aumentano le quarantene e gli isolamenti fiduciari.
Così sta emergendo un problema significativo: chi paga il lavoratore in quarantena?

In questi giorni l’Inps ha chiarito che soltanto per le quarantene disposte dalle autorità sanitarie è possibile accedere al trattamento di malattia. Mentre per la quarantena scolastica dei figli, in favore dei lavoratori dipendenti è previsto un congedo del 50% dello stipendio (solo per un genitore).

Invece, non esiste una forma generale di tutela per le quarantene disposte da autorità amministrative. E comunque in nessun caso sono coperti lavoratori autonomi, professionisti, commercianti.

La disparità di trattamento è grave. Se ho un negozio o uno studio professionale e finisco in quarantena chi mi paga? E lo stesso accade se la mia quarantena è disposta da una autorità amministrativa o da uno Stato estero.

Come posso restare 14 giorni con il negozio chiuso o senza stipendio, per di più sono anche in perfetta salute?

In casi del genere aumenta il rischio di elusioni, furbate e forme di disobbedienza civile.

Si rischia che casi del genere aumentino sempre di più nelle prossime settimane, con persone che cercano anche di eludere i tamponi e i controlli, pur di non restare senza stipendio.

Ancor più se è vero che come dice l’Oms il 10% della popolazione mondiale sia attualmente positiva. Il che significherebbe che in Italia ci sono 6 milioni di contagiati! Che ci porterebbero a mettere in quarantena almeno metà della popolazione italiana.

Penso che occorra una soluzione legislativa generale, in questa fase decisiva di prevenzione e contenimento della nuova ondata di Covid.

Perché già nell’antica Grecia si riteneva che le leggi debbano essere plausibili e ragionevoli, oltre che imparziali, come sintetizzato da Pitagora che diceva: “Il legislatore deve essere l’eco della ragione”.


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