Microsoft annuncia un nuovo data center a Taipei. Che continua ad attrarre capitali sulle tensioni Usa-Cina, mentre Hong Kong appare isolata
Microsoft ha annunciato che costruirà il suo nuovo cloud data center Azure a Taiwan all’interno dell’iniziativa Reimagine Taiwan. Che prevede anche un impegno a lavorare con il governo taiwanese per fornire nuove tecnologie per la sicurezza informatica e creare oltre 30.000 nuovi posti di lavoro. Taiwan, il cui settore telecomunicazioni, hardware e innovazione è tra i più avanti al mondo, diventerà così un fondamentale hub in Asia per Microsoft per la progettazione e la realizzazione di software cloud avanzati e infrastruttura hardware per l’intelligenza artificiale, soluzioni IoT ed edge.
LA REAZIONE DI TAIPEI
Come ha sottolineato la presidente Tsai Ing-wen citata dalla Nikkei, Taiwan rappresenta, con la guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti in corso, “vantaggio insostituibile in termini di produzione di hardware di fascia alta e un partner affidabile e sicuro per gli Stati Uniti e altri Paesi avanzati”. China-Files.com ricorda come la campagna “Clean Network” lanciata dagli Stati Uniti sul 5G, che mira a ridurre la presenza sui mercati dei fornitori di tecnologie avanzate cinesi, “ha portato in poche settimane grandi vantaggi a Taipei. Per ora, comunque, non sono previsti trasferimenti per i centri Microsoft presenti a Hong Kong e in Cina. Nel frattempo, Taiwan mira ad attirare anche gli altri giganti delle nuove tecnologie per accrescere il proprio vantaggio competitivo nei settori dei big data e dell’intelligenza artificiale”.
IL RISCHIO PER HONG KONG
Paul Triolo, esperto di tecnologia di Eurasia Group, ha commentato la notizia su Twitter sottolineando come “la decisione di Microsoft di scegliere Taiwan per il suo nuovo data center è arrivata solo pochi mesi dopo che la Cina ha approvato una legge sulla sicurezza nazionale per Hong Kong — una mossa che alcuni ritengono ridurrà l’attrattività del territorio per le imprese” che lavorano con i dati. La scelta di Microsoft potrebbe essere soltanto la prima di questo genere mentre a Hong Kong il governo cinese continua a dettare legge e reprimere il dissenso.