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Onu e diritti umani, per fortuna c’è l’Ue. Il commento di Stefanini

Con un voto segreto questo martedì l’Assemblea generale dell’Onu ha eletto Cina, Russia e Cuba nel Consiglio dei diritti umani della stessa organizzazione.

L’episodio ha attirato critiche e opposte reazioni. In verità, ci insegna una lezione semplice: le Nazioni Unite sono il riflesso della comunità internazionale. Oggi, purtroppo, non è una comunità di democrazie. In effetti non lo è mai stata.

È piuttosto un misto di regimi, che va da quelli pienamente democratici, cui l’Italia, l’Europa e l’Occidente si vantano di appartenere, a quelli più o meno autocratici, fino a vere e proprie dittature, con tutta una gamma di sfumature da un estremo all’altro.

Nel secondo gruppo, ahimé il più numeroso, il rispetto dei diritti umani è un optional. Il Consiglio dei diritti umani, per definizione, dovrebbe escluderne buona parte. Ma, come sempre nelle relazioni internazionali, prevale la forza della maggioranza.

Questo spiega come, a maggioranza, l’Onu vi faccia entrare Cuba, Cina e Russia, malgrado il rispetto dei diritti umani sia discutibile in Russia, ignorato e violato a Cuba e in Cina, come è stato ampiamente documentato.

Ciò non toglie che il Consiglio dei diritti umani continui ad essere una palestra importante per difenderli, sia pure con i maggiori ostacoli che questi Paesi frapporranno.

In Italia esiste una tendenza a mitizzare le Nazioni Unite e tutto ciò che è multilaterale. Sarebbe bene rendersi conto che l’Onu svolge una funzione essenziale. Che nel campo dei diritti umani riesce almeno a imporre uno scrutinio e attutire le violazioni, ma resta pur sempre lo specchio degli Stati nazionali che ne fanno parte.

Tutt’altra storia è quella dell’Unione europea e della Nato. Lì democrazia, stato di diritto, diritti umani sono valori fondanti, parte del loro Dna fisiologico. E, non senza strappi, fondamentalmente rispettati e fatti rispettare.



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