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Penne, spazzole e pennelli. Ecco il nuovo contratto nazionale

Intesa raggiunta ieri notte, in videoconferenza, tra l’Associazione nazionale produttori articoli per scrittura e affini, l’Associazione nazionale produttori spazzole, pennelli, scope e preparatori relativi a materie prime, entrambe aderenti a Confindustria, e i sindacati del settore Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil. Coinvolti 5.000 lavoratori impegnati in 700 aziende

“Un altro contratto rinnovato. Nel tempo dell’emergenza sanitaria, dopo i rinnovi dei Ccnl del vetro e della gomma plastica, è la volta di quello riguardante il settore delle penne, spazzole e pennelli. I lavoratori apprezzeranno l’epilogo positivo che abbiamo dato alla vertenza contrattuale in questione. Un segno importante per il mondo manifatturiero, perché risponde alla logica dell’azione sindacale strutturata sui rinnovi contrattuali e sulla tutela dei diritti. Siamo coerenti con i fini di questo agire anche rispetto ai temi della sicurezza, della salute e della prevenzione sul lavoro in questa fase delicata caratterizzata dalla pandemia virale. Il nostro impegno, quindi, in tal senso, continuerà, come è stato finora, nei giorni a venire”. Così Paolo Pirani, segretario generale della Uiltec ha commentato l’ipotesi di intesa contrattuale, raggiunta in video conferenza, tra l’Associazione nazionale produttori articoli per scrittura e affini, l’Associazione nazionale produttori spazzole, pennelli, scope e preparatori relativi a materie prime, entrambe aderenti a Confindustria, e i sindacati del settore Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil. Il contratto, scaduto il 31 dicembre 2018 riguarda 5.000 lavoratori impegnati in 700 aziende.

LA PARTE ECONOMICA

L’intesa sottoscritta rientra nei termini dell’accordo interconfederale sulla contrattazione siglato il 9 marzo del 2018 tra sindacati e Confindustria, conosciuto come “Patto per la Fabbrica”, sarà sottoposta alle assemblee dei lavoratori per la definitiva approvazione e prevede un aumento complessivo (TEC) di 76 euro. Sui minimi (TEM) l’aumento salariale sarà di 68 euro (3° livello S.), distribuiti in tre tranche: 1° gennaio 2021 di 25 euro; 1° gennaio 2022 di 25 euro; 1° luglio 2022 di 18 euro. Per quanto riguarda il welfare contrattuale, invece, sarà previsto un incremento di 0,5% (stimato in circa 8 euro) del contributo aziendale per la previdenza complementare. Per le imprese che non praticano contrattazione di 2° livello, l’intesa prevede l’aumento dell’elemento perequativo che passa da 275 a 300 euro.

LA PARTE NORMATIVA

Tra gli elementi di novità l’attivazione, con la designazione dei rispettivi rappresentanti, dell’osservatorio nazionale di categoria che sarà convocato entro 3 mesi dalla firma. Maggiore sarà il riconoscimento del ruolo delle RSU su: informazione e consultazione; informazione su appalti presenti nei cicli produttivi; programmi di formazione; organizzazione e orari di lavoro. Inoltre, al fine di facilitare ed estendere la contrattazione aziendale, sono state definite delle apposite linee guida sulla base delle esperienze acquisite nel settore. Per quanto riguarda il delicato tema dei diritti saranno previsti maggiori possibilità di fruizione del part-time per il rientro dalla maternità/paternità, aumenteranno i periodi di conservazione del posto di lavoro in caso di gravi patologie e di aspettativa non retribuita a seguito del periodo di comporto. Infine, per contribuire allo sviluppo della cultura della responsabilità sociale delle imprese, le parti hanno condiviso delle apposite linee guida su temi come lo sviluppo sostenibile dell’economia e il rispetto dell’ambiente. Allo stesso modo è stato definito, dalle parti, un testo di linee guida per caratterizzare e orientare le dinamiche partecipative dei lavoratori all’interno delle aziende.


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