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Fibercop, si può fare. La rete unica Tim-Cdp avanza

Via libera dell’Autorità per le comunicazioni al conferimento della rete secondaria di Tim nella società che funge da embrione per AccessCo. Ora la rete unica riprende slancio

Proprio quando l’operazione sembrava essersi arenata, ecco un nuovo scatto in avanti verso la rete unica. L’estate scorsa il governo ha ufficialmente posto le basi per la creazione di una realtà, AccessCo, nella quale far confluire gli asset di rete di Tim e di Open Fiber. Obiettivo, fondere l’infrastruttura secondaria dell’ex Telecom (quella che dalla strada sale fino alle case, oggi in rame) con le fibre della stessa Tim e del player pubblico partecipato da Cassa Depositi e Prestiti ed Enel, unitamente a un pool di operatori, tra cui Fastweb e il fondo Usa Kkr.

Dopo settimane di silenzio, complice l’arrivo dell’offerta da 7,5 miliardi del fondo australiano Macquarie per il 50% di Enel che ha sparigliato un po’ le carte, adesso è l’Agcom a ridare linfa al progetto, poche ore dopo le rassicurazioni di Luigi Gubitosi, ceo di Tim, circa la prosecuzione del progetto rete unica.

AVANTI TUTTA

Proprio oggi il Consiglio dell’Agcom ha dato un primo via libera a Fibercop, la società controllata da Tim ma con soci Kkr e Fastweb, che funge da embrione di AccessCo (in Fibercorp confluiranno come detto la rete secondaria di Tim e FlashFiber (la rete in fibra, joint-venture 80% Tim e 20% Fastweb più Kkr con il 37,5%. Il garante delle comunicazioni ha disposto in questo senso una consultazione pubblica per acquisire le valutazioni del mercato. “Dopo l’analisi preliminare ora il progetto è ammesso, si legge in una nota, a “un vaglio piu’ approfondito nell’ambito dell’analisi coordinata dei mercati dell’accesso”

L’Autorità ha condotto una preliminare analisi “per verificare l’affidabilità e la serietà del progetto di separazione, nonché la sua potenziale idoneità a migliorare le condizioni di concorrenza nel settore” e in conclusione “ha ritenuto il progetto ammissibile per un vaglio più approfondito nell’ambito dell’analisi coordinata dei mercati dell’accesso. Ora lo step successivo prevede dunque una consultazione pubblica per “acquisire le valutazioni del mercato sul progetto medesimo e garantire così la più ampia partecipazione degli operatori del settore”.  L’impegno sembra essere quello a fare presto, dal momento che “l’obiettivo ultimo è quello di porre le condizioni per un effettivo e rapido sviluppo della banda ultralarga nel nostro Paese”.

LO SPRINT DI GUBITOSI

Proprio ieri il numero uno di Tim aveva rilanciato il progetto rete unica, intervenendo a un convegno sul 5G. “Questo è il momento giusto per il progetto della rete unica, questa del Next Generation Eu (il Recovery Fund, ndr) dell’Unione Europea è una occasione unica, è importante che sia ben spesa. Si sta cercando di accelerare, sotto l’egida del Governo, la marcia verso la rete unica, con qualche accelerazione e qualche rallentamento, ma direi che si sta procedendo con sicurezza”.

ASPETTANDO ENEL

Adesso, per avanzare ancora più velocemente c’è da aspettare la mossa di Enel sull’offerta di Maquarie. Sul dossier si dovrebbero sciogliere le riserve entro fine anno, nel consiglio previsto a novembre o al massimo in quello di dicembre. Il fondo australiano potrebbe rilevare tra il 40 e il 50% di Open Fiber, ovvero fino al totale della quota Enel. Opzione, quest’ultima, che consentirebbe a Cassa Depositi e Prestiti di aumentare la propria quota in Open Fiber, per acquisirne dunque il controllo con l’obiettivo di mandare avanti le trattative con Tim sulla società della rete.


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