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Vi spiego l’attualità della dottrina di San Tommaso. Il commento di Pedrizzi

Da poco è uscita l’edizione italiana per i caratteri di D’Ettoris Editori di Crotone, del volume dello psicologo statunitense Kevin Vost: “Tommaso d’Aquino in pochi minuti. Risposte per chi ha fretta alle domande fondamentali“ a cura di Maurizio Brunetti.

tommaso d'aquinoIl libro – precisa il suo curatore, il prof. Brunetti alla rivista Il Settimanale di Padre Pio – “non è stato pensato per il mondo accademico, ma per convincere anche le anime semplici del secolo XXI che ciò che Tommaso ha scritto più di 700 anni fa potrebbe tornare utile per conoscere e amare un po’ di più Dio, il prossimo e se stessi“.

Si tratta perciò di un’operazione culturale molto opportuna non solo perché propone il più grande teologo della cattolicità in forma semplice ed accessibile a tutti, ma anche perché va a colmare un vuoto di pensiero che si va facendo sempre più profondo nel mondo cattolico e nella stessa Chiesa.

Infatti sebbene il Concilio Vaticano II abbia fatto riferimento al dottore Angelico ed alla sua filosofia per ben 23 volte, abbia poi prescritto nell’apposito Decreto sulla formazione sacerdotale “Optatam totius” agli alunni di imparare ed approfondire i misteri della salvezza, «”avendo S. Tommaso per maestro”, ed abbia, infine, sottolineato nella “Gravissimum educationis” (che è la Dichiarazione conciliare sull’educazione cristiana) che potrà cogliersi “più chiaramente come Fede e Ragione si incontrino nell’unica verità” solamente “seguendo le orme dei Dottori della Chiesa specialmente S. Tommaso d’Aquino”, subito dopo la grande assise ecumenica vi fu chi cercò, nello stesso ambiente ecclesiastico, in ogni modo di mettere in discussione l’attualità e la validità perenne del tomismo che erano state, invece, solennemente affermate prima dal Concilio di Trento e poi da Leone XIII con la sua enciclica “Aeterni Patris”.

Per cui si dovette assistere negli anni immediatamente postconciliari e fino a qualche tempo fa ad una vera e propria opera di demolizione della filosofia tomistica, che veniva rifiutata come sistema di pensiero per essere degradata a pura metodologia adatta alle più spericolate elucubrazioni e sfruttata per legittimare le tesi più disparate ed azzardate.

Partendo, infatti, dalle affermazioni fatte in Concilio dal cardinale Léger come ci ha rammentato Romano Amerio nel suo Iota Unum secondo il quale la scolastica non sarebbe stata adatta ai popoli non occidentali e la Chiesa avrebbe dovuto non prendere posizione su alcun sistema filosofico, il funambolico padre Schillebeeckx dava inizio, in occasione proprio delle celebrazioni del settimo centenario della morte del Santo, ad una serie di attacchi distruttivi della “filosofia perenne” che sarebbe stata “una specie di secolarizzazione cristiana” ed il cui contenuto doveva essere tutto da trascurare.

Se si pensa che persino Paolo VI, sempre alieno dall’assumere posizioni intransigenti, dovette ribadire in una lettera al Maestro generale dei Predicatori il 14 novembre 1974 tutto il valore attuale del tomismo, facilmente si può immaginare a quale stadio di degrado erano giunti gli studi sul tomismo e quale confusione dottrinaria regnava in quel periodo.

“Per essere oggi scriveva il papa un fedele discepolo di S. Tommaso non basta voler fare nel nostro tempo e con i metodi oggi a disposizione ciò che egli fece nei suoi (non sarebbe niente di peculiare fare quel che tutti i Padri fecero da Tertulliano in qua) contentandosi di imitarlo. Camminando come su una via parallela senza nulla attingere da lui, difficilmente si potrebbe arrivare a un risultato positivo o perlomeno a offrire alla Chiesa e al mondo quel contributo di sapienza di cui hanno bisogno. Non si può infatti parlare di fedeltà vera e feconda a S. Tommaso se non si accolgono i suoi principi, che sono altrettanto rari per illuminare i più importanti problemi della filosofia e del pari le nozioni fondamentali del suo sistema e le sue idee forza”.

Pian piano, però, le cose sono cambiate, per merito soprattutto dell’assiduo, costante, autorevole magistero di San Giovanni Paolo II, che continuava a sollecitare tutto il mondo cattolico a far riferimento all’insegnamento dell’aquinate. (Tutte queste notizie sono tratte dal Cap. II: “San Tommaso, un filosofo per l’oggi”, del libro “I proscritti. Pensatori alla sfida della modernità”, Editoriale Pantheon).

San Giovanni Paolo II, tanto per fare solamente qualche esempio, ha citato San Tommaso molto spesso nelle sue encicliche, nelle sue esortazioni apostoliche e nelle sue allocuzioni: in “Reconciliatio et paenitentia” per 4 volte, nella “Laborem exercens” per 6 volte e nella “Dominum et vivificantem” per ben 8 volte. Per non parlare poi delle numerose citazioni fatte da papa Benedetto XVI.

Come giustamente scriveva però monsignor Inos Biffi, ancora oggi “si può osservare che San Tommaso a dispetto delle ripetute proclamazioni del Magistero ecclesiastico non gode di larga attenzione e preferenza. È vero che San Tommaso non è l’unico maestro nella Chiesa, ma è sicuramente un maestro esemplare”.

Pur tuttavia la figura del Santo continua ad emergere in tutta la sua grandiosità e la sua dottrina si conferma quanto mai attuale ed universale.

Tanto che senza fare alcuno sforzo, quasi inavvertitamente, si è portati a sposare le tesi dell’Enciclica “Aeterni Patris” che, suggerendo di preferire il tomismo a tutte le altre filosofie, adduceva – come ricorda Romano Amerio i seguenti motivi: “Primo, il tomismo si fonda sulla capacità della ragione umana e rigetta ogni scetticismo, totale o parziale: al pensiero spetta per compito primario assodare le verità naturali sulle quali insiste la verità rivelata. Secondo, per questo riconoscimento della capacità dello spirito ad apprendere il vero, il tomismo presenta lumeggiandole le verità di fede in quanto sono per analogia intellegibili. Terzo, in forza di quella sua radicale capacità non solo dimostra i veri razionali e lumeggia i soprannaturali, ma anche difende contro le obiezioni la loro validità”; il tutto si basa poi sulla “distinzione tra ordine naturale e ordine soprannaturale, ossia tra filosofia e teologia, la quale è il fulcro della speculazione cattolica”.


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