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Sorpresa, la pandemia non abbatte la ricchezza mondiale. Report Credit Suisse

Il Global Wealth Report elaborato dal Credit Suisse rivela come l’impatto della pandemia sia stato finora minimo sulla ricchezza delle famiglie nel mondo. Ma non è tutto oro quel che luccica, le disuguaglianze sono dietro l’angolo. A cominciare da donne e Millennials

E se ci volesse ben altro per abbattere la ricchezza mondiale? La pandemia da coronavirus ha certamente riscritto gli equilibri di buona parte dell’economia globale, ma di certo, almeno per il momento, non ha stravolto l’allocazione della ricchezza. Un dato che può stupire nell’anno in cui il Pil della Terra, secondo il Fondo monetario internazionale, crollerà del 4,9%. Eppure, secondo una delle maggiori banche d’affari al mondo, Credit Suisse, le cose stanno esattamente così. Proprio oggi è stato diffuso il Global Wealth Report (qui il testo integrale) dal quale emerge come l’impatto del virus sulla ricchezza planetaria sia stato, incredibilmente, finora contenuto.

IMPATTO (QUASI) ZERO

La premessa è la ricchezza accumulata nel 2019. Secondo il team di economisti della banca d’affari elvetica, “il 2019 è stato un anno record per la creazione di ricchezza, con un incremento del patrimonio globale totale pari a 36.300 miliardi di dollari. Ma con l’arrivo della pandemia, la ricchezza delle famiglie tra gennaio e marzo si è tuttavia ridotta di 17.500 miliardi di dollari”. Fin qui tutto bene, ma poi c’é stata la sorpresa. “A partire da marzo si è assistito a un rimbalzo dei mercati azionari e a un aumento dei prezzi delle case. Secondo le stime relative al secondo trimestre 2020, la ricchezza totale delle famiglie è lievemente aumentata, tornando al livello dello scorso anno, mentre la ricchezza per adulto risulta leggermente inferiore”. In altre parole, ad oggi, il livello di ricchezza mondiale è tornato sui livelli di massima pre-pandemia.

Dunque, stando alle stime del rapporto del Credit Suisse, per il mondo intero la ricchezza globale totale delle famiglie a metà anno era di mille miliardi di dollari superiore al livello di gennaio (+0,25%). Questo incremento è inferiore all’aumento del numero di adulti nello stesso periodo, pertanto, la ricchezza globale media è diminuita “solo” dello 0,4%. L’impatto quasi zero della pandemia sulla ricchezza globale è dettato anche da un altro dato. Lo scorso anno il patrimonio mondiale è aumentato dell’8,5% rispetto al 2018. Di conseguenza, nel 2020 il mondo si è trovato in una posizione migliore per assorbire le perdite dovute al Covid-19.

LA CINA RISPARMIATA

Per quanto riguarda le diverse aree del globo, la regione più penalizzata è stata l’America latina, dove le svalutazioni valutarie hanno aggravato il calo del Prodotto interno lordo, traducendosi in una riduzione del 12,8% della ricchezza totale in termini di dollari Usa. La pandemia ha invece paralizzato la crescita attesa in Nord America e ha generato perdite in tutte le altre regioni, ma, attenzione, eccetto Cina e India. Tra le maggiori economie mondiali, il Regno Unito ha registrato il livello più consistente di erosione del patrimonio in termini relativi.

TRA DONNE E MILLENNIALS

Se è vero che la ricchezza mondiale non è stata demolita dalla pandemia, non si può dire lo stesso sul fronte delle diseguaglianze. “Le donne”, spiega la banca d’affari, “che lavorano hanno sofferto in misura maggiore, in parte a causa della loro elevata presenza in settori pesantemente colpiti dalla pandemia, come ristoranti, hotel, servizi di assistenza personale e commercio al dettaglio”.

Anche tra i Millennial, considerando l’ampia fascia d’età che contraddistingue questa generazione (20 – 40 anni), sono vittime eccellenti del Covid, molto più degli anziani, a dispetto della pericolosità del virus per le fasce più in là con l’età. “I più giovani, soprattutto le donne e i lavoratori meno qualificati, sono stati più penalizzati. La situazione svantaggiosa è ascrivibile in parte alle conseguenze della crisi del 2007-2008, che ha aumentato il tasso di disoccupazione tra i Millennial. La pandemia non solo si può tradurre in un effetto combinato per questa generazione, ma può essere anche un’esperienza che si ripeterà per la generazione post-Covid, a causa della ridotta attività economica, della de-globalizzazione e delle raccomandazioni contro i viaggi”.

E NEL 2021?

Secondo Nannette Hechler-Fayd’herbe, chief investment officer di International Wealth Management e Global Head of Economics&Research di Credit Suisse, “dopo un anno caratterizzato da un’intensa creazione di ricchezza, la pandemia da Covid-19 ci ha ricordato quanto siano pericolosi gli shock esogeni sull’economia globale. A differenza della crisi finanziaria del 2007-2008, possiamo essere ottimisti, poiché il settore finanziario globale oggi è molto più sano di allora. Inoltre, governi e banche centrali hanno compreso l’importanza delle agevolazioni creditizie e del quantitative easing durante una grave crisi”.

Tuttavia, “finora l’impatto della pandemia sul patrimonio delle famiglie è stato minimo. Il rallentamento temporaneo della crescita economica, insieme al mutato comportamento di aziende e consumatori, può portare a perdite di produttività, strutture ridondanti e cambiamenti settoriali che potrebbero ostacolare l’accumulo di ricchezza delle famiglie per qualche tempo. Tali shock sull’economia mondiale ci inducono a ritenere che la ricchezza delle famiglie, nella migliore delle ipotesi, tornerà lentamente a crescere dopo la pandemia per tutto il 2021. La situazione sta cambiando rapidamente all’interno dei vari Paesi, e avremo molte altre sorprese. Tra le principali economie, la Cina emergerà probabilmente come chiaro vincitore”.

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