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Perché l’obbligo della mascherina non è illiberale. Il commento di Morelli e Paganini

Di Raffaello Morelli e Pietro Paganini

L’obbligo della mascherina contro il Covid-19 è illiberale? No. L’uso della mascherina serve, quale gesto individuale responsabile, a tutelare la libertà (soggettiva di fare e oggettiva di proteggere la salute). L’obbligo è la conseguenza di una regola, che può cambiare nel tempo, che i cittadini si danno per vivere insieme coltivando le libertà soggettive e oggettive di ognuno.

Le regole di uno Stato (il governo della legge) servono a tutelare la convivenza di pluralità diverse che nell’esercizio della propria libertà (soggettiva e oggettiva) vivono la responsabilità in modo asimmetrico.

Del virus Covid-19 sappiamo molto poco. Si è diffuso assai rapidamente da un ospite ad un altro passando dalle mucose di bocca e naso per arrivare ai polmoni attraverso le cellule sanguigne. Il suo unico scopo è quello di replicarsi (con mutazioni casuali). È meno letale di molte altre infezioni virali. Ma colpendo organi vitali rende molto più letali patologie pregresse di chi è infettato. Gli esiti sono limitati rispetto ad altre infezioni perché esistono (ottobre 2020) terapie per la circolazione e apparecchi per la ventilazione polmonare che aiutano la cura.

Non sappiamo che conseguenze potrà avere sull’organismo nel lungo termine; come si evolverà; quanto potrà durare; quale vaccino possa inibire il suo replicarsi.

In pratica ci troviamo a fronteggiare la pandemia del Covid-19 avendo sperimentato solo pochi rimedi precauzionali: le mascherine; disinfettarsi le mani; il distanziamento individuale (di uno, due metri);  limitare le situazioni di contatto all’esterno. Sono tutti rimedi affidati ai comportamenti responsabili di ogni cittadino.

L’immunità di gregge non è un’opzione al momento: troppe vittime e un virus che muta e che quindi può tornare a colpire.

Perciò queste precauzioni sono lo strumento migliore, al momento, per evitare di infettarsi. Sono anche il mezzo che riduce la nostra libertà soggettiva (girare a volto scoperto, interagire, assembrarsi, ecc.). Ma lo si fa per tutelare le libertà oggettive, come la salute degli altri.

Chi interpreta la libertà in chiave ideologica, come fine supremo avulso dai fatti della vita che riguardano gli esseri umani, si ferma alle libertà soggettive. Reclama il diritto a girare senza mascherina e denuncia lo Stato che ne impone l’uso in determinate circostanze pubbliche. Questi sono i libertari, gli anarchici, o semplicemente dei sedicenti liberali che non hanno comprensione del liberalismo quale metodo. Essi vogliono realizzare la libertà, la loro, non la pluralità di libertà che include quelle degli altri, ignorando che le libertà di ciascuno sono il risultato della negoziazione tra libertà soggettive ed oggettive di tutti che in una Democrazia Liberale si esprimono e tutelano attraverso il governo della legge.

Chi si affida al metodo liberale sa bene che questa negoziazione è faticosa perché richiede un continuo impegno rispetto alle vicende della vita ed pericolosa perché rischia di promuovere o limitare troppo l’una libertà rispetto all’altra. È un equilibrio delicato che però nel caso di pandemia (come il Covid-19)  lascia la sola scelta di tutelarle tutte e per tutti, anche se ridotte.

Le mascherine possono essere infatti, uno strumento di controllo sociale e umiliazione individuale ma in questa circostanza pandemica sono un gesto di responsabilità per non dover rinunciare in modo crescente e più duraturo ad altre libertà che hanno a che fare con la sfera economica (continuare a produrre, lavorare, guadagnare) e sociale (interagire con gli altri, ecc.).

È il confronto tra cittadini e la promozione e tutela delle nostre libertà che passa attraverso il governo della legge del Parlamento, del governo, e della giustizia che stabilisce di volta in volta l’equilibrio tra libertà. Sono i poteri dello Stato, e quindi dei cittadini, che devono garantire il rispetto delle libertà. Nel farlo devono considerare le condizioni in cui ci troviamo (la pandemia), le conseguenze intenzionali e non intenzionali che i provvedimenti avranno nel tempo (psicologiche, sociali, ecc.), promuovendo prima di tutto la responsabilità individuale.

I sedicenti liberali vogliono imporre la loro libertà. Quanto ai poteri dello Stato, non rispondono abbastanza alle regole della libertà ed infatti, tendono a negare la responsabilità individuale, principalmente quando ne privano il cittadino con provvedimenti paternalistici fondati sul restringere la sua libertà del cittadino. Non siamo ancora una Democrazia Liberale che funziona davvero come tale, in Italia come in gran parte d’Europa.

I media non aiutano. Godono, per loro natura, nello stimolare reazioni emotive e quindi estranee al metodo sperimentale di chi lavora per promuovere il senso critico necessario alla negoziazione a favore dell’equilibrio tra Libertà. Si diffondono idee fisse e polarizzanti che impongono i processi cognitivi del cittadino a schierarsi da una parte o dall’altra. Privilegiando chi nega l’esistenza del virus e quindi la necessità di proteggersi, chi – sedicente Liberale – lotta solo per la sua di libertà, chi è convinto che il Covid-19 sia un’invenzione delle multinazionali della finanza e dei farmaci, che le mascherine siano dannose per la respirazione, che il distanziamento, la disinfezione, il divieto di assembramento e le restrizioni alla circolazione, siano riti finalizzati a restringere la libertà personale e dare potere al governo. Ne hanno tutto il diritto. Però, dal punto di vista Liberale, queste persone possono essere negazioniste solo nel loro convincimento. Infatti, non hanno riscontri fisici nel mondo (finché non saranno in grado di provare il contrario, la pandemia è un fatto reale non un complotto), e nei comportamenti di vita i negazionisti debbono arrendersi alla constatazione che il contagio non riguarda solo loro stesse ma tutti gli altri che possono venire da loro contagiati (e il Covid-19 ha una forte capacità di diffondersi).

Chi si affida al metodo liberale è ben consapevole che la chiusure di varie attività economiche crea ai gestori  problemi anche drammatici e che la chiusura delle scuole presenta delle forti controindicazioni didattiche e psico sociali. Fermo restando, dal punto di vista Liberale, che le problematiche non si risolvono anteponendo alla salute le esigenze delle attività economiche e di quelle didattiche, anche in questi settori, sono ineludibili precauzioni contro il Covid-19 che le istituzioni devono decidere in modo  equilibrato  restringendo il meno possibile le Libertà individuali, in modo da salvaguardarne l’esercizio da parte di tutti, seppur ridotto.

Va sottolineato infine, che l’impostazione fin qui descritta muove dal principio sperimentato nei millenni, che la libertà è tanto più decisiva quanto più sa di operare all’interno della natura che evolve nel tempo e non è modellata esclusivamente sugli umani.


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