Gli spunti, le idee e le proposte per un futuro migliore arrivate dalla XXXVII Assemblea dell’Anci, l’Associazione del Comuni italiani
L’Italia riparte dai sindaci. L’emergenza sanitaria sta provocando un duro colpo alla nostra economia. Ed è proprio dai territori che occorre ripartire per rispondere a questa sfida per ricostruire il Paese. Questo il messaggio che arriva dalla XXXVII Assemblea dell’Anci, l’Associazione del Comuni italiani, in corso a Roma. “Il periodo di grande difficoltà che stiamo attraversando, si legge in una nota, ha fatto ancora di più comprendere come il mondo delle istituzioni e il mondo produttivo devono essere strettamente connessi e devono poter collaborare per attivare sinergie e percorsi di valore a vantaggio dei territori e dei cittadini”.
Particolarmente partecipato l’appello di Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Anci, quando rivendica “per un sistema di smart city, infrastrutture e investimenti per i piccoli comuni delle aree interne e le grandi città”. E una richiesta sui finanziamenti che arriveranno con il Recovery Fund: “Bisogna disincentivare l’uso dei mezzi privati, abbattere la CO2 attraverso la forestazione urbana e i nuovi sistemi di riscaldamento, ridurre la dispersione idrica. Tutte riforme all’insegna dell’economia circolare che sono nelle nostre proposte. Adesso o mai più”.
Gli fa eco il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli che nel panel dedicato ai Territori sostenibili per il rilancio del Paese rivendica tre iniziative di politica sostenibile delle città. Il Piano infrastrutturale del Paese, con l’Alta velocità al Sud, una nuova portualità nel Mediterraneo legata al traffico dei passeggeri e dei turisti, il piano degli aeroporti, da realizzare in accordo con gli Enti locali. Un Piano strutturale per il trasporto nelle città: 4 miliardi di euro per la sostituzione del parco mezzi con bus elettrici, ciclovie in città e tra le città per 220 milioni di euro. Il Piano delle rinascita urbana attraverso lo stanziamento di 850 milioni di euro per il “recupero di immobili destinati all’edilizia popolare e la riqualificazione di quartieri per migliorare la qualità della vita economica culturale e sociale”.
La voce delle aziende, che con l’Anci collaborano da un ventennio per valorizzare la raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio, è stata portata dal Conai, il Consorzio Nazionale Imballaggi, con il suo presidente Luca Ruini: “Grazie a questa collaborazione, oggi quattro imballaggi su cinque, in Italia, evitano la discarica; ne ricicliamo il 70% e se si considera anche il recupero energetico arriviamo all’81%: E l’Europa ci chiede, entro il 2025, una percentuale di riciclo degli imballaggi del 65%. Siamo secondi solo alla Germania e tutto questo porta ad un risparmio di materia prima vergine che supera i quattro milioni di tonnellate all’anno. In questi vent’anni di Accordo con l’Anci, il Conai ha gestito 60 milioni di tonnellate di rifiuti di imballaggio, a fronte di 6 miliardi di euro di corrispettivi riconosciuti ai Comuni per sostenere l’attività di raccolta differenziata”.
Riprendendo l’appello del Presidente dell’Anci Decaro sull’economia circolare, il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha ribadito l’importanza che questo nuovo paradigma dovrà avere nei progetti del Recovery Fund, anche a fronte del fatto che “il nostro Paese, con la trasposizione nell’ordinamento nazionale del Pacchetto delle direttive europee sull’economia circolare”, si è posizionato tra i Paesi più efficienti verso questa transizione.
“Questo ci permette di dare maggiore impulso anche a quell’accordo tra Anci e Conai ancora più in chiave economia circolare”. Per quanto riguarda la valorizzazione del verde urbano, Costa ha ricordato i 30 milioni di euro per la riforestazione urbana che verrà attuata proprio insieme ai Comuni. E i 200 milioni che, nell’attuazione del Protocollo di Kyoto, sono stati stanziati per l’efficientamento energetico degli edifici pubblici.
“I Comuni, aveva detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo intervento alla giornata inaugurale, hanno “la responsabilità di essere intelligenti artefici del loro futuro”. Da quanto sta avvenendo “possiamo trarre la spinta per un rilancio e un miglioramento del nostro modello sociale. I Comuni sono la frontiera di questa sfida che riguarda tutto il Paese. Le nuove economie, i nuovi modi di produzione e distribuzione possono essere ripensati per rispondere ai nuovi bisogni sociali, evitando le diseconomie che ereditiamo da modelli precedenti”.