Alta tensione nella maggioranza per l’Istituto italiano di cybersicurezza (Iic) nella bozza di Bilancio. Miceli (Pd) avvisa Tofalo (M5S): è Conte che deve spiegare come è finito lì dentro. Al coro si unisce Italia Viva, e intanto la fondazione ha avuto una sforbiciata da 20 milioni di euro per il 2021
Assedio a Palazzo Chigi. Sale il pressing sul premier Giuseppe Conte per sbianchettare dalla bozza di Bilancio la norma sull’Istituto italiano di cybersicurezza (Iic).
Come anticipato da Formiche.net, nella giornata di martedì il presidente del Consiglio ha ricevuto un sonoro ultimatum dal Pd tramite il ministro della Difesa Lorenzo Guerini e il capodelegazione Dario Franceschini: se non inserisce in un disegno di legge ad hoc la nuova fondazione cyber di Dis e Palazzo Chigi si rischia un incidente nella maggioranza. Intanto il Copasir guidato dal leghista Raffaele Volpi ha convocato in audizione mercoledì il direttore del Dis Gennaro Vecchione.
Adesso però la fondazione fa discutere anche fra alleati. Questa mattina il responsabile Sicurezza del Pd Carmelo Miceli ha tirato una stoccata al sottosegretario alla Difesa del Movimento Cinque Stelle, Angelo Tofalo.
“Trovo curioso che il sottosegretario Tofalo assuma posizioni pubbliche per maggioranza e governo su un tema delicato come quello della costituzione della Iic, sul quale, per le perplessità di metodo che aleggiano in Parlamento, sarebbe necessario che si pronunciasse il solo presidente del Consiglio”, ha detto all’Agi.
In questi giorni il sottosegretario pentastellato, già componente del Copasir, non ha nascosto il suo entusiasmo per la fondazione del Dis che, nelle intenzioni, dovrebbe “promuovere e sostenere l’accrescimento delle competenze e delle capacità tecnologiche, industriali e scientifiche nazionali nel campo della sicurezza cibernetica e della protezione informatica”.
A Formiche.net Tofalo aveva definito la nascita dell’Icc “un’ottima notizia per l’intero comparto. Un passo in avanti nella promozione e diffusione della cultura della sicurezza cibernetica e quindi nazionale”.
Ora però il Pd aspetta una parola chiara da Conte, e da nessun altro, su come e perché un istituto che si prefigge obiettivi e funzioni non banali sia finito fra le pieghe della bozza di Bilancio, all’articolo 104. Al Nazareno lamentano “un dejavu”, ricordando l’episodio della proroga tecnica di Mario Parente ai vertici dell’Aisi infilata nel decreto Agosto e poi tolta dopo una sommossa grillina alla Camera. Allo stesso coro si è unita Italia Viva di Matteo Renzi, che in una velina alle agenzie avvisa il premier, “evitare inutili forzature”.
Una prima, maxi-sforbiciata all’istituto c’è già stata. Fra la prima e l’ultima versione della manovra, i fondi destinati all’Iic sono passati da 210 milioni di euro fino al 2024 a 10 milioni di euro solo per il 2021.