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Conte, radiografia di un premier sospeso. Parla Piepoli

Il premier Giuseppe Conte è legato agli italiani da un patto solenne. Se il governo vuole restare in piedi, deve battere il virus, spiega il sondaggista Nicola Piepoli, “perché così ha promesso”. Mattarella? Fa bene a non intervenire, nessuno vuole un cambio della guardia oggi

“Non è consenso. È una resa condizionata”. Guai a farsi ingannare dai numeri. Nicola Piepoli, decano dei sondaggisti italiani e presidente dell’omonimo istituto, ne sa qualcosa. Il governo rossogiallo ha poco da festeggiare. Se i sondaggi sono clementi con la maggioranza, è perché “non esiste, oggi, un’alternativa a questo governo”. E anche se esistesse, “ora nessuno la vorrebbe”.

Cifre alla mano, come ogni statistico che si rispetti, Piepoli commenta con Formiche.net le voci che raccontano un governo e un premier, Giuseppe Conte, in caduta libera nei sondaggi. “Partiamo da un dato: circa il 70% degli italiani teme di essere contagiato. Tradotto: due italiani su tre hanno una paura fottuta del virus”. Eppure “una quota fra il 60 e il 70% degli italiani ha fiducia nei provvediementi anti-Covid del governo”. Durante la prima ondata era più alta, “ma non c’è un crollo, semmai una lenta discesa”.

Perché, in mezzo al guado, gli italiani continuano a dare fiducia al governo? “Perché fra questo governo e gli italiani c’è un patto solenne. Il governo ha promesso che vincerà il Covid. Ora è costretto a farlo. Non c’è più una normale dialettica democratica. Gli italiani si sono messi sugli spalti e hanno detto: stiamo a vedere. Noi ci auguriamo che vinca, ma se così non fosse avrebbe le ore contate”.

Non a caso, dice Piepoli, il Colle rimane in silenzio, anch’esso in attesa. Chi tira per la giacchetta il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non l’ha ancora capito. “Quell’apparente silenzio del Capo dello Stato risponde in questo momento ai desideri degli italiani, che tutto hanno in mente fuorché un cambio di governo. Dum vivamus, vivamus. È il qualunquismo portato all’estremo”.

Ecco che allora uno dei più ridondanti stereotipi legati al coronavirus, quello di “una guerra” in corso, assume significato. “Durante la Seconda guerra mondiale in pochi, pochissimi si ribellavano alle disposizioni del governo, perché in mezzo una guerra qualsiasi cosa dica un governo si ascolta. Solo una volta finita, è iniziata la zuffa fra le parti politiche. Succederà lo stesso con Conte”.

Il calo dei consensi plebiscitari del premier durante la prima ondata “è un normale assestamento fisiologico, e comunque gode di un favore che si assesta intorno al 60%”, spiega il sondaggista. “La legislatura è blindata dall’emergenza. Non esiste la possibilità del crollo di questo governo a meno che il Presidente della Repubblica non certifichi l’esistenza di una nuova maggioranza, che al momento non esiste”.

Chi paga più di tutti lo stallo sono le opposizioni. “Le regole del Covid parlano chiaro. Chi è al governo rischia, chi non è al governo perde sicuro. Per questo Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia usano un linguaggio governativo. Devono contendersi lo stesso terreno dei loro avversari, quello della responsabilità”. Per le beghe politiche e gli Stati Generali non c’è tempo. “A nessuno interessano, qualcuno dovrebbe spiegarlo ai Cinque Stelle”.

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