Il transition team Biden-Harris dà conto di una telefonata fra il presidente eletto e papa Francesco che gli ha esteso le sue congratulazioni. Arriva dunque il riconoscimento ufficiale della Santa Sede, e la cerchia di chi indugia si fa più stretta
Ufficiale e benedetto. Adesso anche papa Francesco riconosce Joe Biden come presidente eletto degli Stati Uniti. È il transition team Biden-Harris ad annunciarlo con un comunicato. In un colloquio telefonico questa mattina, Biden ha ringraziato il pontefice “per aver esteso le sue benedizioni e congratulazioni” e si è complimentato con lui per “la sua leadership nella promozione della pace, della riconciliazione e dei legami comuni di umanità nel mondo”.
“Il presidente-eletto ha espresso il suo desiderio di lavorare insieme sulla base della comune convinzione nella dignità e nell’uguaglianza dell’umanità su temi come l’attenzione ai marginalizzati e ai poveri, il cambiamento climatico, l’accoglienza e l’integrazione dei migranti e dei rifugiati nelle nostre comunità”.
Non c’è traccia, al momento, di un comunicato ufficiale da parte della Santa Sede. Il protocollo prevede l’invio di un telegramma di congratulazioni solo nel giorno dell’inaugurazione, il 20 gennaio. È stato dunque il ticket democratico eletto a muovere il primo passo. Si tratta comunque di un riconoscimento che spezza gli indugi della Santa Sede, solita attendere la certificazione ufficiale dei risultati elettorali (che, al momento, ancora non c’è negli Usa).
Un passo avanti nella marcia di Biden e Harris alla Casa Bianca. Ora la cerchia di Paesi che non hanno ancora riconosciuto il presidente democratico si è fatta davvero stretta. Ci sono, fra gli altri, i presidenti di Russia e Cina Vladimir Putin e Xi Jinping.
Significativa la selezione delle tematiche comuni nel documento del transition team. Non si fa menzione, ad esempio, di argomenti spinosi come la bioetica o il diritto all’aborto che pure hanno costituito l’ossatura della campagna di Biden tra i cattolici americani. Li ha menzionati invece, sia pur velatamente, il comunicato con cui il presidente della Conferenza episcopale americana, Josè Horacio Gomez, quando ha accennato alle divergenze “nei nostri dibattiti in materia legislativa e di politiche pubbliche”.