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Basta tattica sul Mes. L’invito di Tabacci al governo (che ascolti Draghi)

seconda ondata

Il presidente di Centro Democratico a Formiche.net: “Se io fossi in Conte non mi priverei della possibilità di ascoltare l’ex presidente della Bce, risorsa mondiale, che certamente è uomo di grande esperienza. Il dialogo con FI? Naturale”

Se io fossi in Conte non mi priverei della possibilità di ascoltare Draghi, che certamente è uomo di grande esperienza. Un presidente del Consiglio non può non essere avveduto della qualità e della forza che Draghi rappresenta non solo in Europa ma anche nel mondo.

Così il presidente di Centro Democratico Bruno Tabacci a Formiche.net che, a poche ore dall’arrivo in Aula dello scostamento di bilancio, tema su cui definisce il dialogo tra governo e Forza Italia “naturale”, invita la maggioranza a decidere sul Mes.

L’Europa si sarebbe aspettata che l’Italia fosse stata la prima a presentare il piano per il Recovery. Un errore ritardarlo?

Mi pare che la questione riguardi le procedure europee, su cui ancora non vi è certezza. Per cui non credo si possa tecnicamente parlare di ritardo. Però in queste settimane siamo stati presi dal riemergere della pandemia in maniera così violenta. Non c’è dubbio che dobbiamo tornare a sintonizzarci sulla qualità del piano da presentare in Ue.

Crede che il dialogo tra Pd e Forza Italia sia indigesto anche per pezzi della maggioranza, oltre che per il polo sovranista?

Presumo che anche le opposizioni, seppur con posizioni diverse, esprimeranno apprezzamento per la scelta dello scostamento di bilancio. Il dialogo con Fi è diventato naturale perché è l’unica forza delle opposizioni ad aver detto di credere al dialogo con il governo: questo è un fatto. Fdi e Lega lo hanno sempre escluso con grande rigidità. Meloni ha annunciato di aver presentato ben 2000 emendamenti ai provvedimenti del governo: non è così che si lascia intendere di voler collaborare, ma si é voluto solo rincorrere tutto e tutti senza una visione di insieme.

Sul Mes il premier dice no, mentre Speranza lo chiede. Vede vicino un punto di caduta?

Mi auguro che si arrivi presto ad un punto di caduta. La questione di sostanza è relativa al costo del debito: una volta provato che il Mes è senza condizionalità se non l’utilizzo nel settore sanitario, come più volte ribadito dal Commissario Ue Paolo Gentiloni, è evidente che l’interesse per la gestione del debito italiano è quello di pagarlo il meno possibile. Si risparmieranno 300 milioni che non sono certo da buttar via: questo il calcolo da fare. Se poi si vuole metterlo sul piano della tensione finanziaria all’interno delle procedure di cassa, prima occorre osservare serenamente che il risparmio non può essere sacrificato da una valutazione di matrice pseudo-ideologica.

Il ministro Azzolina assicura di riaprire le scuole il 9 dicembre ma il Pd mugugna. Ha ragione?

In altri Paesi europei sul tema della scuola sono state fatte scelte diverse. Penso sia stato giusto assumere una posizione prudente, ma se vi fosse un allentamento del contagio allora ne potremmo riparlare. La scuola è un punto centrale anche perché ogni giorno possiamo già fare tante altre cose, immaginare di non mandare i nostri ragazzi a scuola è una responsabilità enorme. Senza voler fissare una scadenza, prima si riaprono meglio è. Le condizioni di sicurezza ormai le abbiamo già abbastanza sedimentate.

Si parla di un gruppetto di contiani pronti a dare sostegno al Senato. Vede il rischio reale di andare sotto sullo scostamento o l’appoggio di Fi lo annullerà?

Oltre al dialogo con Fi aggiungerei il fatto che l’opposizione comunque considera politicamente preoccupante un eventuale no allo scostamento e non dimentichiamo le ipotesi di astensione. Per cui i numeri secondo me ci sono. Cosa voglia dire contiani non lo so, non mi meraviglierebbe se ci fossero senatori dotati di uno spirito di responsabilità su un passaggio di questa natura: già in passato abbiamo assistito in Aula ad un risultato più largo rispetto alle previsioni della vigilia.

Ha sbagliato il premier a non incontrare Mario Draghi?

Molto semplicemente penso che se ci fosse stata questa opportunità sarebbe stato meglio coglierla. Se io fossi in Conte non mi priverei della possibilità di ascoltare Draghi, che certamente è uomo di grande esperienza. Sarebbe molto strano non mettere in conto di ascoltare anche lui. Però non conosco l’agenda del premier, può darsi che nei giorni scorsi avesse delle urgenze di altro tipo. Il presidente del Consiglio non può non essere avveduto della qualità e della forza che Draghi rappresenta non solo in Europa ma anche nel mondo.

L’ex presidente del senato Marcello Pera sta interloquendo da tempo con Matteo Salvini: una Lega meno integralista e più liberale sarebbe una buona cosa per la politica italiana?

Faccio tutti gli auguri al prof. Pera, affinché trovi tutti gli argomenti per dialogare. Ma registro che questo governo è nato perché la Lega ha fatto cadere il precedente. La polemica di questi mesi era prevalentemente incentrata sull’Europa e continua ancora ad esserlo: l’ex presidente della Commissione Bilancio della Camera Borghi non fa mai mancare le sue critiche sul punto. Inoltre osservo che non ha ottenuto successo Giorgetti nel suo tentativo di curvare in maniera più attenta la posizione leghista e non vedo come possa riuscirci Pera.

twitter@FDepalo



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