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Esercito, TikTok e Hong Kong. Le ultime mosse di Trump contro la Cina

Pechino si congratula con Biden e Trump assesta gli ultimi colpi: vieta gli investimenti in aziende controllate dall’esercito cinese e condanna gli ultimi fatti di Hong Kong. TikTok, invece, è salva (per ora)

Dopo aver temporeggiato, la Cina ha rotto gli indugi e ha fatto le congratulazioni a Joe Biden e Kamala Harris, rispettivamente presidente e vicepresidente eletto degli Stati Uniti. Mentre il Cremlino continua a ballare sul caos elettorale “aspettando la fine delle procedure legali”, da Pechino un portavoce del ministero degli Esteri, Wang Wenbin, ha dichiarato: “Rispettiamo la scelta del popolo americano. Ci congratuliamo con Biden e Harris”. Il diplomatico non ha dato spiegazioni per l’attesa cinese ma ha detto: “Il risultato sarà confermato secondo le leggi e le procedure statunitensi”.

LE ULTIME MOSSE DI TRUMP

Intanto, però, Donald Trump, che continua a non concedere la vittoria alla sfidante, ha assestato alcuni ultimi colpi alla Cina. Ieri ha firmato un nuovo decreto presidenziale che proibisce gli investimenti in aziende possedute o controllate dalle Forze armate cinesi. Come spiega l’Agenzia Nova, il provvedimento, che diverrà effettivo il prossimo 11 gennaio, interessa alcune decine di aziende cinesi di cui sono noti o si sospettano legami con l’Esercito popolare di liberazione. A decretare se le aziende in questione ricadano o meno nell’ambito delle nuove restrizioni sarà il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti (da poco guidato da Christopher Miller dopo l’uscita di scena di Mark Esper).

LA STRETTA AGLI INVESTIMENTI

L’ordinanza firmata da Trump afferma che la Cina “sfrutta in misura crescente il capitale degli Stati Uniti per finanziare e consentire lo sviluppo e la modernizzazione delle proprie forze armate, dell’intelligence e dell’apparato di sicurezza, consentendo di porre una minaccia diretta al territorio degli Stati Uniti e alle sue forze all’estero”. Negli ultimi giorni Trump ha accelerato la propria attività esecutiva anche su una serie di fronti interni, per esempio in materia di libera scelta scolastica, immigrazione e altre priorità dell’agenda conservatrice, mentre si avvicina la data del 20 gennaio, quando l’insediamento di Biden alla Casa Bianca comporterebbe quasi certamente una revoca della quasi totalità delle iniziative adottate dal presidente in carica.

LA DIFESA DI HONG KONG

L’amministrazione Trump non dimentica la questione Hong Kong, dopo la risoluzione sul “patriottismo” approvata dal Comitato permanente del Congresso nazionale del popolo che ha squalificato quattro membri del Consiglio legislativo di Hong Kong per aver esercitato il loro mandato di legislatori. “Questa risoluzione calpesta il diritto del popolo di scegliere i propri rappresentanti eletti ed espone ulteriormente il palese disprezzo di Pechino per gli impegni internazionali assunti”, si legge in una nota del segretario di Stato Mike Pompeo, che accusa la Cina di avere “eliminato quasi tutta l’autonomia promessa a Hong Kong”. “Gli Stati Uniti continueranno a lavorare con i nostri alleati e partner in tutto il mondo per difendere i diritti e le libertà del popolo di Hong Kong e per denunciare l’abietto fallimento di Pechino nell’onorare i suoi impegni”, si legge ancora.

L’ATTESA SU TIKTOK

TikTok, secondo la Casa Bianca “una minaccia per la sicurezza nazionale”, per ora è salvo. Il ricorso in extremis contro il decreto del presidente Trump è andato a buon fine e il governo degli Stati Uniti ha annunciato il rinvio della messa al bando di TikTok dopo un’ordinanza del tribunale a favore del social network di proprietà cinese. L’annuncio, scrive il Wall Street Journal, costituisce un nuovo segnale degli ostacoli incontrati dall’amministrazione del presidente Donald Trump nel tentativo di trasformare il social media in una azienda statunitense, per garantire che i dati degli utenti non possano essere trasferiti al governo cinese. L’ordinanza, che doveva entrare in vigore proprio ieri, avrebbe proibito alle aziende di fornire a TikTok servizi di hosting o di trasmissione dei contenuti, rendendo di fatto impossibili le operazioni della app negli Stati Uniti, ricorda l’Agenzia Nova. La stretta del governo statunitense su TikTok è stata guidata dal presidente Trump, e non è chiaro come Biden farebbe fronte alla questione, che è una delle principali aree di attrito tra gli Stati Uniti e la Cina.

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