Domani nel primo pomeriggio il presidente della Bce annuncerà le nuove misure con cui fronteggiare la temibile seconda ondata. A cominciare da un programma Pepp rinforzato per 4-500 miliardi
Tutto pronto. O quasi. C’è enorme attesa per quello che si preannuncia essere l’evento clou di dicembre, il meeting di politica monetaria della Banca centrale europea, previsto per la giornata di domani. Alle 13:45 i fari di tutti i mercati mondiali saranno puntati sulla Bce di Francoforte. A quell’ora verranno infatti comunicate le decisioni del Consiglio direttivo sulle nuove misure da mettere in campo contro la crisi pandemica e contro la seconda ondata di contagi, che sta minacciando le prospettive di ripresa e, dal punto di vista monetario, di normalizzazione dell’inflazione (attualmente insidiosamente bassa, anzi negativa).
In diverse occasioni la presidente Christine Lagarde ha posto enfasi su due aspetti chiave da attendersi in questa fine d’anno. Il minimo comun denominatore è la ricalibrazione degli strumenti di politica monetaria. E così, domani, sembra proprio che sarà. Il primo è la durata delle misure anticrisi, che sarà tale da rassicurare tutti – famiglie, imprese e operatori di mercato – sul fatto che lo scudo Bce resterà alzato per tutto il tempo che la crisi pandemica metterà sotto pressione l’economia.
Il secondo punto chiave è che come nella prima risposta alla crisi, lo scorso marzo, anche stavolta i provvedimenti su cui maggiormente si farà leva sono gli acquisti di titoli anticrisi, con il programma Pepp, e i rifinanziamenti ultra agevolati alle banche, i Tltro, mirati a far affluire credito all’economia reale.
Questi due aspetti, durata e tipologia delle misure anticrisi, sono strettamente correlati. Perché è ovvio che la durata del Pepp – lanciato con una dotazione iniziale di 750 miliardi di euro per durare fino a fine 2020, poi rapidamente “ricaricato” con altri 600 miliardi per proseguire almeno fino a giugno 2021 – è diretta conseguenza della sua mole. Proprio l’ammontare della nuova ricarica del Pepp appare oggi come l’elemento che sarà maggiormente sotto i riflettori da parte dei mercati, riguardo alle decisioni del Consiglio. Anzi, quasi certo. Negli ultimi giorni si è di fatto creata una sorta di attesa attorno alla cifra ipotetica di 500 miliardi di euro, con cui il programma potrebbe andare avanti almeno fino a fine 2021.
Sul versante dei Tltro, invece, oltre a una proroga (cioè nuove aste di rifinanziamento) la Bce potrebbe ammorbidire i meccanismi di incentivazione (tiering) basati sull’effettivo impiego dei rifinanziamenti nell’economia reale, mediante tassi ancora più convenienti. E nello scenario più estremo, in senso espansionistico, rimuovere del tutto questi meccanismi (aumentando in parallelo il Pepp di 750 miliardi di euro)