Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Perché ho scelto Austin. Così Biden prova a blindare il capo del Pentagono

Joe Biden ufficializza la designazione del generale Lloyd Austin III alla guida della Difesa americana. Con un editoriale su The Atlantic affronta da subito il nodo che si preannuncia intricato: il superamento dell’iter aggravato al Congresso. E si rivolge al suo partito: “Spero che venga confermato rapidamente”

“È la persona di cui abbiamo bisogno in questo momento”. Così, con un editoriale su The Atlantic, il presidente eletto Joe Biden ufficializza la scelta del generale Lloyd Austin III per la guida del suo Pentagono, provando da subito a convincere il Congresso, da cui dovrà arrivare una deroga legislativa che si preannuncia tutt’altro che facile. Dopo 24 ore di indiscrezioni, conferme non ufficiali e commenti di esperti e addetti ai lavori sulla possibile nomina per il generale dell’Alabama, già comandante dello US CentCom con Barack Obama, Biden è uscito allo scoperto.

LA SITUAZIONE

Ventiquattro ore in cui il dibattito si è acceso sull’opportunità della nomina, visto che non sono passati i sette anni dal ritiro dal servizio attivo richiesti dalla legge. Ciò richiederà un iter aggravato al Congresso, con passaggio nella Camera e in Senato, lì dove i repubblicani hanno promesso battaglia, e dove anche i democratici potrebbero avere difficoltà. Non sono mancate infatti rimostranze alla scelta di Austin in campo dem, da sempre difensore del principio del controllo civile della Difesa americana. Fu così per buona parte del partito nel 2017, quando Capitol Hill dovette approvare la deroga per James Mattis, primo capo del Pentagono di Donald Trump.

IL CURRICULUM

Biden richiama proprio il caso Mattis, iniziando il suo editoriale con una nota personale: gli incontri con Austin nel 2010 (quando comandava le forze Usa in Iraq) e poi nel 2011 (quando l’allora vice presidente tornò a Camp Victory, nell’ex palazzo di Saddam Hussein). In “solo un anno”, spiega Biden, il generale Austin “portò a casa il risultato”, ovvero il passaggio dall’operazione Iraqi Freedom a New Dawn, con conseguente rimpatrio di circa 150mila militari americani. “Per riuscirci non bastano le semplici abilità e strategie di un soldato esperto; il compito ha richiesto ad Austin di esercitare l’arte delle diplomazia, costruire relazioni con le controparti irachene e con i partner nella regione; ha servito come uomo di Stato – ha spiegato Biden – rappresentando il nostro Paese con onore e dignità e sempre”.

LE MOTIVAZIONI

“Oggi – ha aggiunto il presidente eletto – chiedo a Lloyd Austin di portare avanti ancora una volta la missione per gli Stati Uniti d’America, come segretario alla Difesa designato”. Biden ricorda dunque di averlo notato nella situation room, ripercorre i quarant’anni di servizio attivo, la leadership del CentCom nella lotta all’Isis e soprattutto i primati come primo afro-americano a guidare un corpo dell’Esercito in combattimento, un intero contingente in guerra e il Comando centrale degli Stati Uniti. Ora, “sarà il primo afro-americano a guidare il dipartimento della Difesa”, ha notato Biden, quasi a confermare che le pressioni del Black Caucus del Congresso per un segretario di colore sono effettivamente servite.

IL NODO PARLAMENTARE

Biden affronta anche il nodo parlamentare: “La legge stabilisce che un ufficiale deve aver lasciato il servizio almeno sette anni prima di diventare segretario alla difesa, ma spero che il Congresso conceda una deroga al segretario designato Austin, proprio come fece per Jim Mattis; date le minacce e le sfide immense e urgenti che la nostra nazione deve affrontare, dovrebbe essere confermato rapidamente”. Il presidente eletto sembra così rivolgersi al proprio partito: “Rispetto e credo nell’importanza del controllo civile delle nostre Forze armate e nell’importanza di un forte rapporto di lavoro civile-militare al dipartimento della Difesa, e lo stesso fa Austin”. Il generale, ha spiegato Biden, “sa anche che il segretario alla difesa ha una serie di responsabilità diverse da un ufficiale militare e che la dinamica civile-militare è stata sottoposta a grande stress negli ultimi quattro anni; lavorerà instancabilmente per rimetterlo in carreggiata”.

LE PRIORITÀ SECONDO BIDEN

Seguono le motivazioni, una sorta di tabella di marcia suggerita per il prossimo capo del Pentagono. Al primo posto, il ruolo di “quarterback” nella “enorme operazione logistica” di distribuzione del vaccino da Covid-19, paragonata da Biden al ritiro dall’Iraq. C’è poi, come prevedibile, l’attenzione al personale, “messo a dura prova da quasi due decenni di guerra”. Si conferma in tal senso che il trend è di ridimensionare la presenza all’estero degli Stati Uniti, una promessa elettorale di Biden soprattutto per i contesti delle “guerre senza fine”, a partire da quelle mediorientali. C’è poi riferimento all’inclusione, alla parità di genere e all’uguaglianza nelle Forze armate.

LE ALLEANZE

C’è anche il riferimento alla costruzione di fiducia con alleati e partner, senza tuttavia menzionare la Nato. Biden ricorda che Austin, a capo dello US CentCom, aiutò a costruire una coalizione di 70 partner per la lotta allo Stato islamico. “Dobbiamo costruire una politica estera che guidi con la diplomazia e rivitalizzi le nostre alleanze, rimettendo allo stesso tavolo la leadership americana e il mondo per affrontare le minacce globali alla nostra sicurezza: dalle pandemie al cambiamento climatico”. Austin, ha assicurato il presidente eletto, “condivide la mia profonda convinzione che gli Stati Uniti siano più forti quando guidiamo non solo con l’esempio del nostro potere, ma con il potere del nostro esempio”.

×

Iscriviti alla newsletter