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Digital health e partnership pubblico-private. Tutte le sfide (da vincere) della sanità

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Innovazione e digital health le parole-chiave per una sanità che sappia guardare al futuro. Queste le conclusioni emerse in occasione del webinar “Partnership pubblico-privato: il progetto della Fondazione Innovazione e sicurezza in sanità come motore per la crescita del sistema sanitario nazionale”

Co-programmazione, accesso all’innovazione, partenariato pubblico-privato e prossimità. Queste le sfide per un sistema salute che sia sostenibile e accessibile secondo quanto emerso durante il webinar “Partnership pubblico-privato: il progetto della Fondazione Innovazione e sicurezza in sanità come motore per la crescita del sistema sanitario nazionale” tenuto in occasione della 15esima edizione del Forum risk management in sanità.

IL VALORE DELLA DIGITAL HEALTH

L’appuntamento, cui hanno preso parte stakeholder istituzionali e aziendali, ma anche associazioni di pazienti, è stata l’occasione per parlare del rapporto fra ospedale e territorio e del ruolo che questo può giocare per la sostenibilità e la tenuta del sistema sanitario in caso di eventuali episodi critici come quello del Covid. Ma al centro del tavolo non si è mancato di mettere anche le nuove tecnologie e la funzione che possono svolgere all’interno della sanità e della farmaceutica, soprattutto per applicazioni quali telemedicina, telemonitoraggio e, più in generale, servizi di sanità digitale. La continuità alle cure, infatti, venuta meno durante la fase apicale del Covid, ha funto da acceleratore di cambiamento, rendendo il sistema sanitario in qualche modo più pronto ad aprirsi alle nuove tecnologie come strumento non solo di perseguimento dell’efficacia ma anche dell’efficienza sistemica.

IL RUOLO DELL’INNOVAZIONE

Nella gestione dell’emergenza Covid la digital health si è dimostrata un valido alleato. Da un lato, infatti, ha consentito di usufruire di tutti quegli strumenti – digitali appunto – che hanno favorito l’assistenza dei malati, cronici soprattutto, in un momento in cui l’accesso ai presidi ospedalieri era complesso oltre che non auspicabile; dall’altro ha ha fatto fatto emergere il grave ritardo da parte del nostro Paese, e di alcune Regioni in particolar modo, nell’implementazione degli stessi, che se disponibili avrebbero garantito una migliore gestione non solo dei soggetti affetti da Covid ma ancor più dei soggetti affetti da malattie indipendenti e pregresse. “Oggi la vocazione all’innovazione – ha riferito Morena Sangiovanni, presidente e country management director di Boehringer Ingelheim Italia – è ancor più sfidata, perché vede affiancarsi riflessioni profonde sul ruolo del comparto farmaceutico tutto, quale anello fondamentale del sistema salute, e quindi basate su un approccio condiviso, anche in termini di partenariato pubblico-privato”.

IL DOCUMENTO DELLA CONFERENZA DELLE REGIONI

A dimostrazione del rush generato dalla pandemia in campo tech, il recente documento sull’erogazione delle prestazioni di specialistica ambulatoriale a distanza approvato in Conferenza delle regioni. Redatto e firmato lo scorso 10 settembre, difatti, il testo aveva come obiettivo quello di semplificare l’accesso alle cure, ancor più in un momento di crisi sanitaria come quello che abbiamo vissuto e che, in particolar modo nelle sue conseguenze, stiamo ancora vivendo. Seppure non si tratti di uno strumento risolutivo per la questione, segna ad ogni modo un primo passo nel superamento della frammentazione regionale e nel perseguimento dell’uguaglianza sostanziale di accesso alle cure all’interno del territorio nazionale.

PIÙ TERRITORIO

Ed è proprio il territorio l’altro argomento centrale del webinar, oltre che fulcro di ampia parte del dibattito sviluppatosi durante l’epidemia di Covid. “Risulta prioritario fornire delle risposte personalizzate ed efficaci al cittadino/paziente, lavorando soprattutto sulla prossimità, ridefinendo il sistema organizzativo territoriale”, ha suggerito Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva. Del resto, com’è stato più volte sottolineato anche nel corso del dibattito, una medicina territoriale più radicata e meglio sviluppata avrebbe potuto probabilmente se non incrementare l’efficienza delle terapie contro il Covid, quantomeno frenarne l’ondata del contagio.

AGGIORNAMENTO E IMPLEMENTAZIONE DEI LEA

“È necessario partire dai pazienti, ma allo stesso tempo investire nelle risorse professionali, aggiornando le tecnologie e adottando un modello di governance in grado di valorizzare le competenze e aumentare gli standard qualitativi”, ha poi aggiunto Antonio Gaudioso, ribadendo la necessità di agire con “scelte coraggiose ma sostanziali, come l’aggiornamento e l’implementazione dei Lea”, ovvero delle prestazioni che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento del ticket.

ACCESSO ALLE TERAPIE E DIRITTO ALLA SALUTE

“Per affrontare queste sfide – ha aggiunto Sangiovanni – anche le aziende devono riconsiderare i propri modelli e le competenze necessarie, al fine di essere parte integrante del processo di cambiamento del nostro Paese. Soprattutto in un momento storico in cui ripensare meccanismi, adottare decisioni allocative in termini di risorse valorizzando e strutturando le evidenze scientifiche, salvaguardare l’accesso alle terapie innovative coincidono con il diritto della persona a mitigare le diseguaglianze e, conseguentemente, a garantire il diritto alla salute”. Nasce anche per questo scopo, infatti, la sempre maggiore collaborazione di Boehringer Ingelheim, come ha spiegato l’ad dell’azienda, con la Fondazione Innovazione e sicurezza in sanità e il progetto Coinnova.

GESTIONE DEL PAZIENTE CRONICO

Nato nel 2017, Coinnova ha lo scopo di individuare nuove soluzioni per una più efficace presa in carico dei pazienti cronici che garantisca al contempo una maggiore sostenibilità del sistema. Focalizzandosi soprattutto su patologie cardiovascolari, respiratorie e del metabolismo, e in particolar modo sul diabete, è supportato da una piattaforma digitale che si rivolge a tutti i soggetti che a vario titolo agiscono all’interno del comparto sanitario, dai membri delle società scientifiche agli stessi medici, dai farmacisti ai manager, dalle associazioni di pazienti ai pazienti stessi, mettendo a disposizione moltissimi dati, economici e organizzativi, relativi alle patologie di interesse ma anche alle best practice di gestione del paziente e della sua presa in carico. Con un unico grande obiettivo: diventare un hub di knowledge sharing per gli stakeholder di riferimento. La piattaforma dispone inoltre di un’area pubblica dedicata al cittadino/paziente per fornire informazioni certificate in merito alla propria eventuale patologie, oltre che sul funzionamento del sistema sanitario.



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