Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Fondo europeo di Difesa, c’è l’accordo (e Guerini plaude)

Bicchiere mezzo pieno per il Fondo europeo della Difesa. Parlamento e Consiglio dell’Ue hanno trovato l’accordo per 7,9 miliardi di euro. È meno dei 13 proposti all’inizio dell’iter dalla Commissione, ma comunque un risultato storico. “L’Italia – ha detto Guerini – saluta con favore l’istituzione dell’Edf che ha visto il nostro Paese grande sostenitore dell’iniziativa”

Meno di 8 miliardi di euro per sette anni. È il valore del Fondo europeo per la Difesa (Edf), il principale strumento messo in campo da Bruxelles per sostenere le ambizioni dell’Ue in questo campo. Rispetto ai 13 miliardi previsti inizialmente dalla Commissione europea, l’accordo raggiunto oggi tra Consiglio e Parlamento certifica la discesa a 7,9 miliardi. Nonostante il calo (già criticato da esperti e addetti ai lavori), la decisione resta storica.

L’ANNUNCIO

La riduzione delle risorse previste è il frutto dei duri negoziati al Consiglio europeo andati in scena da luglio a oggi, tra Recovery fund e prossimo quadro finanziario pluriennale (Mff, 2021-2027). Nonostante non sia mai stato al centro del dibattito, il fondo Edf ha subito durante i vari negoziati sforbiciate qua e là, attestandosi negli ultimi mesi tra i 7 e gli 8 miliardi. C’è comunque da vedere il bicchiere mezzo piano; l’Ue potrà co-finanziarie programmi di ricerca e sviluppo in campo militare. L’obiettivo è essere da stimolo sia per gli impegni dei singoli Stati, sia per progetti di cooperazione (almeno tre entità da due Stati per poter accedere ai finanziamenti), così da integrare un settore che pare disperso e denso di sovrapposizioni.

CIFRE E PROGETTI

Per questo la ministra tedesca Annegret Kramp-Karrenbauer (la Germania ha il turno di presidenza dell’Ue) si è detta “lieta” di annunciare l’accordo su “un solido e lungimirante strumento che sosterrà ricerca e sviluppo di capacità condivise nell’area della sicurezza e difesa”. Poggerà sull’esperienza maturata negli ultimi due anni dai due progetti-pilota: l’Edidp (il programma di sviluppo dell’industria europea della difesa) per 500 milioni 2019-2020; e la Padr, l’azione preparatoria nel campo della ricerca. Con l’Edf lo strumento sarà uno solo, seppur diviso in due finestre, una per la ricerca (2,6 miliardi) e una per i programmi di sviluppo (5,3 miliardi). L’accordo odierno dovrà comunque essere confermato dal Coreper, il comitato dei rappresentanti permanenti degli Stati membri. A quel punto Parlamento e Consiglio adotteranno il regolamento.

IL COMMENTO DI GUERINI

Tra i Paesi che più hanno sostenuto l’iniziativa c’è l’Italia, non a caso già ben piazzata su Edipd e Padr. Insieme agli altri big, il nostro Paese ha chiesto a più riprese il mantenimento di un elevato livello d’ambizione sulle Difesa comune. È per questo che il ministro Lorenzo Guerini ha espresso “grande soddisfazione per questo risultato”. L’Italia, ha aggiunto, “saluta con favore l’istituzione del Fondo europeo della Difesa che ha visto il nostro Paese grande sostenitore dell’iniziativa”. Trattasi, ha rimarcato Guerini, di “uno strumento innovativo di co-finanziamento, volto a promuovere forme di collaborazione tra le nazioni e le rispettive industrie, che richiede comunque un impegno finanziario da parte degli Stati membri, nonché la capacità dell’industria di presentare progetti competitivi, innovativi e quindi in grado di ottenere i finanziamenti parziali che il fondo assicura”.

I TEMI ITALIANI

Tra le righe, la sottolineatura è importante: l’Edf non sostituirà gli investimenti in ambito nazionale. Anzi, per poter accedere ai fondi comuni, lo Stato dovrà partecipare all’impegno finanziario. Il titolare di palazzo Baracchini ha sottolineato anche “l’importante” raggiungimento di di un accordo per la partecipazione di Paesi terzi all’Edf, “convintamente sostenuta dal nostro Paese”. Insieme alle quote maggiori coperte dall’Ue per la partecipazione delle Pmi e alla condizione di almeno tre entità per far partire i progetti (così da evitare fastidiose iniziative bilaterali, già note nel settore), il tema dei soggetti extra-Ue è stato tra i più attenzionati dall’Italia.

LE REGOLE

Alla fine è stata ammessa la loro partecipazione, seppur con tanti vincoli. Tant’è vero che il comunicato odierno del Consiglio specifica che “di norma”, l’Edf fornirà incentivi alle entità stabilite nell’Ue (o in Paesi associati, Eea) che non sono controllati da Paesi terzi o entità di Paesi terzi. Dovrebbe invece essere confermato l’aumento della quota di finanziamenti europei per i progetti della Pesco, la cooperazione strutturata permanente. E dare il quadro complessivo sarà invece la Card (il terzo pilastro del progetto), cioè la revisione coordinata annuale che, uscita da poco, ha già identificato le aree su cui la Difesa europea potrà funzionare meglio.

E LE RISORSE INTERNE

E sul tema degli investimenti su scala nazionale Guerini ha ricordato che “lo schema di Legge di Bilancio, licenziato recentemente dal consiglio dei Ministri e tra poco all’approvazione del Parlamento, prevede l’adozione di uno specifico fondo pluriennale per la Difesa che, oltre a dare certezza delle risorse disponibili, è destinato, attraverso la sua riproposizione nelle successive leggi di bilancio, a sostenere significativamente il processo di ammodernamento delle Forze armate”. Oltre i confini, ha concluso, “la disponibilità di queste risorse consentirà la partecipazione dell’industria italiana ai più avanzati programmi di cooperazione internazionale, intercettando le risorse messe in campo dall’Unione europea per ricerca e sviluppo”. Ci sarà difatti da lavorare. L’intesa tra i big per sostenere risorse importanti è destinata a lasciare il posto alla competizione per aggiudicarsi le fette maggiori del fondo.

×

Iscriviti alla newsletter