Il responsabile Sicurezza del Pd spiega a Formiche.net perché il premier Conte deve cedere la delega sull’intelligence. Il blitz in Libia? Bisogna gioire per il rientro dei connazionali ma si poteva agire per tempo. E il Copasir andava avvisato prima delle agenzie stampa
Giuseppe Conte dovrebbe cedere la delega sull’intelligence. Il Copasir? Doveva essere avvisato prima delle agenzie stampa. Carmelo Miceli, responsabile Sicurezza del Pd, ha più di un dubbio sul blitz del premier e di Luigi Di Maio in Libia per riprendersi i 18 pescatori sequestrati da tre mesi da Khalifa Haftar, 108 giorni dopo. Non vuole polemiche, la priorità, dice a Formiche.net, è festeggiare per il rientro dei connazionali. Anche se l’operazione spot del governo lascia più di qualche interrogativo. Sulla gestione degli 007 italiani. Sulla politica estera. E sulla verifica di maggioranza in arrivo.
Miceli, tutto è bene quel che finisce bene?
Oggi è un bel giorno. 18 persone sono tornate in libertà e alcuni nostri connazionali torneranno a breve tra gli affetti dei loro cari. E questo è ciò che conta.
Che bilancio fa dell’intera vicenda?
Non toccano a me i bilanci e non credo sia questa l’occasione per farli. Questa è stata una vicenda molto particolare, che ha obbligato ad una trattativa lunga e complessa, per la quale abbiamo il dovere di ringraziare tutti coloro che hanno vi hanno lavorato, soprattuto coloro che lo hanno fatto lontano dai riflettori.
Non sono un po’ tanti 108 giorni per riportare dei connazionali a casa?
Sì, sono tanti specie se si pensa che erano trattenuti in Libia, un paese che fino a qualche tempo fa è stato montato come grande alleato sul fronte nordafricano. È evidente che da allora più di qualcosa è cambiato, ma sbaglieremmo se imputassimo questo qualcosa al mero rapporto bilaterale Italia-Libia. E di questo occorre prendere atto.
Veniamo al metodo. È opportuno un “blitz” di un capo di governo per chiedere a un generale degli ostaggi?
Ripeto, oggi è il tempo di gioire per i nostri connazionali. Del resto, sono certo che il presidente Conte, come sempre, troverà tempo e modo per offrire agli italiani e al Parlamento i dettagli di ciò che è accaduto.
Ultimamente dalla maggioranza si sono alzate nuove richieste di sospendere i legami diplomatici con il presidente egiziano al-Sisi, principale sponsor di Haftar. Servirebbe più coerenza in politica estera?
Più che di coerenza mi pare un problema di opportunità e prudenza. A mio avviso, come ho detto più volte, l’interruzione dei rapporti diplomatici non è mai buona cosa. Neanche con al-Sisi.
In queste settimane avete chiesto a Conte di non fare dell’intelligence un affare personale. Non le sembra che stia accadendo proprio questo?
Che l’intelligence non possa e non debba mai diventare un affare personale lo sa per primo il presidente del Consiglio. Ciò che in questi giorni abbiamo detto è quello che sosteniamo da sempre: le questioni legate a vario titolo alla sicurezza obbligano ad un costante confronto, coordinamento e coinvolgimento di tutti quei soggetti istituzionali a vario titolo coinvolti.
Il presidente del Copasir Raffaele Volpi in un comunicato si congratula “unicamente” con le agenzie di intelligence. Fa sua la precisazione?
Non mi chieda di fare l’esegesi del presidente Volpi. Certo, non è la prima volta che Volpi rilascia dichiarazioni in polemica. E, secondo me, la polemica tra pezzi dello Stato non fa mai bene al Paese. Compito delle istituzioni è trovare il modo di evitare alla radice le polemiche, specie su fatti sensibili come questo.
Crede che il Copasir andasse informato prima di rilasciare le veline alle agenzie stampa?
Sì. Ritengo di sì.
Il ministro degli Affari europei Enzo Amendola ha detto che è necessaria “una riflessione” del premier sull’opportunità di cedere la delega. È d’accordo?
Assolutamente d’accordo. La complessità del momento, anche geopolitico, e l’eterogeneità dei fattori di rischio obbligherebbero a delegare la funzione dell’Autorità delegata ad un soggetto politico che non debba avere, al contempo, il fardello di trovare e mantenere un costante equilibrio tra i partiti di maggioranza e, ove possibile, anche con l’opposizione.
Il nuovo anno si avvicina e così la partita dei fondi europei. Quali sono i paletti per andare avanti con questo governo?
L’efficacia della spesa, l’immediatezza e un’attenzione particolare al Sud. Serve una visione, poi viene la governance.