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Così i militari distribuiranno il vaccino. Il piano della Difesa

Stoccaggio, vigilanza, deposito e somministrazione. Il ministro Lorenzo Guerini ha spiegato il dettagliato programma della Difesa per la distribuzione dei vaccini in supporto al Sistema sanitario nazionale. Si divide in due fasi, per i vaccini “freeze” e poi per quelli “cold”. Ecco i dettagli

“La Difesa fornisce e fornirà tutto il supporto richiesto dalle autorità competenti”. Così il ministro Lorenzo Guerini ha introdotto il piano di palazzo Baracchini per il contributo nella distribuzione dei vaccini anti Covid-19. È solo l’ultimo impegno, in ordine di tempo, delle Forze armate dall’inizio dell’emergenza da coronavirus, tra strutture campali, trasporti in biocontenimento e team inter-forze per i tamponi su tutto il territorio nazionale.

IL PUNTO DI GUERINI

“Uno speciale gruppo di pianificazione, denominato Joint Operations Planning Group, sta finalizzando l’organizzazione del contributo della Difesa alla distribuzione dei vaccini alla popolazione italiana, sulla base delle necessità individuate dagli enti responsabili del Piano complessivo”, ha spiegato Guerini. Palazzo Baracchini è coinvolto sin dall’inizio nel Gruppo di lavoro intersettoriale avviato dal ministero della Salute su “Vaccini e vaccinazioni anti Covid-19”.

LA PROGRAMMAZIONE

Il programma è “dettagliato”, e prevede l’impiego di uomini e mezzi delle Forze armate nel concorso allo stoccaggio e vigilanza dei siti di deposito, alla somministrazione e alla distribuzione dei vaccini. Ci lavora il Comando operativo interforze (Coi), guidato dal generale Luciano Portolano, in coordinamento con la struttura governativa diretta dal commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri. Si punta ad “assicurare l’integrazione nelle attività degli assetti delle Forze armate, del Comando generale dell’Arma dei Carabinieri e dell’Ispettorato di sanità militare”.

IL PIANO

“La Difesa è pronta ad agire a supporto del Sistema sanitario nazionale per le attività di somministrazione del primo vaccino, di tipo freeze, non appena disponibile”, ha specificato il ministro. E infatti, in una prima fase, il programma prevederebbe la disponibilità di un’aliquota del personale sanitario della Difesa impiegata in specifici Presidi vaccinali della Difesa (Pvd) ottenuti riconvertendo, qualora necessario, anche alcuni Drive Through lanciati con l’operazione Igea. Il contributo avverrebbe anche tramite postazioni mobili, laddove sopraggiunga la necessità che i sanitari militari operino nelle Rsa o direttamente nei domicili delle persone più in difficoltà e obbligate a casa”. Sia i presidi, sia le postazioni mobili, spiega la Difesa, agirebbero comunque sempre a supporto del personale del Sistema sanitario nazionale.

LA SECONDA FASE

Dopo i vaccini freeze (probabilmente quelli di Pfizer) che hanno bisogno di una rigida catena del freddo, sarà la volta di quelli “cold”, con catena del freddo standard. Scatterà allora la seconda fase della Difesa. Il Piano messo a punto dal Coi, in base alle richieste di supporto pervenute alla Difesa, prevederà non solo il proseguo delle attività di somministrazione, ma anche lo stoccaggio, la vigilanza e la distribuzione, capillarmente su tutto il territorio nazionale, attraverso lo sforzo congiunto di tutte le Forze armate.

L’IMPEGNO DELLA DIFESA

“Le risorse della Difesa sono a disposizione della collettività in questa sfida senza precedenti”, ha detto ancora Guerini, rivolgendo un nuovo ringraziamento a “tutti gli uomini e le donne delle Forze armate, per l’enorme sacrificio che da marzo stanno portando avanti, con eccezionale senso dello Stato”. D’altra parte, dall’inizio della seconda ondata, sono stati già impiegati oltre 33mila militari. L’Operazione Igea, lanciata poco più di un mese fa, vede distribuiti su tutto il territorio nazionale 154 Drive Through Difesa che, dal loro schieramento, hanno eseguito oltre 420mila tamponi. Inoltre, in supporto alla popolazione, sono stati realizzati quattro “Covid Hospital” (a Roma, Taranto, Villafranca e Milano), quattro strutture sanitarie campali (a Perugia, Barletta, Cosenza e Aosta) e, su richiesta della Protezione civile, viene giornalmente fornito un fondamentale supporto in termini di personale, mezzi e strutture.

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