Una corsa verso le emissioni zero con una campagna che inizia oggi e promossa dalle Nazioni Unite. Tutto con l’obiettivo di arrivare a novembre 2021, a Glasgow, dove si terrà la COP26, organizzata dal Regno Unito (che è anche presidente del G7) e dall’Italia, in quanto presidente di turno del G20
Parte oggi, anche in Italia, “Race to Zero”, la campagna delle Nazioni Unite che mobilita tutti gli attori non governativi, cioè imprese, città, regioni, università, che stanno mettendo in campo iniziative mirate alla neutralità carbonica entro il 2050. Il prossimo appuntamento, a novembre 2021, a Glasgow, dove si terrà la COP26, organizzata dal Regno Unito (che è anche presidente del G7) e dall’Italia, in quanto presidente di turno del G20 . Nel nostro Paese la campagna è promossa dall’Ambasciata britannica in collaborazione con Italy for Climate, l’iniziativa italiana sul clima della Fondazione per lo sviluppo sostenibile.
L’obiettivo delle emissioni zero al 2050 è ormai un dato di riferimento imprescindibile. Proprio nei giorni scorsi il Consiglio Europeo ha deciso di tagliare le emissioni del 55% entro il 2030 e del 100% al 2050. “Un ottimo modo per festeggiare il primo anniversario dell’Eu Green Deal – ha commentato la presidente della Commissione Europea Ursula von Der Leyen –. Questa decisione ci pone su un percorso chiaro verso la neutralità climatica nel 2050”.
Ma non solo l’Europa. Sono, infatti, sempre più numerosi i Paesi che negli ultimi mesi hanno raccolto questa sfida. Tra gli altri la Cina, il Giappone e la Corea del Sud oltre al Regno Unito (-68% delle emissioni entro il 2030). Tutti aspettano adesso le decisioni che prenderanno gli Stati Uniti con la nuova presidenza Biden, dopo che con il precedente presidente erano usciti dagli Accordi di Parigi del 2015.
“Seppure le nostre preoccupazioni siano giustamente rivolte all’emergenza sanitaria del coronavirus – ha detto l’Ambasciatore britannico Jill Morris – non dobbiamo dimenticare che stiamo affrontando anche un’altra minaccia, quella del cambiamento climatico. Italia e Regno Unito hanno, nella partnership per la COP26 e nelle rispettive presidenze del G20 e del G7, l’opportunità di influenzare l’agenda globale e portare tutti i governi mondiali a perseguire politiche di riduzione delle emissioni”.
Fanno parte, ad oggi, della campagna mondiale delle Nazioni Unite 1.397 imprese, 454 città, 23 regioni, 74 grandi investitori e 569 università. Di questi, sono italiane 35 imprese, 10 università e 3 città metropolitane. L’Italia, con la sua leadership nel campo della green economy, fornirà attraverso le sue imprese i i territori un contributo importante alla campagna. Inoltre, i tanti attori italiani, piccoli e grandi, della green economy potranno trarre non pochi vantaggi, non solo economici, dall’adesione alla campagna “Rase to Zero”, visto che il nostro Paese ospiterà gli eventi preparatori del Summit di Glasgow, in qualità di partner del Regno Unito. E proprio presentando il programma del G20, Pietro Benassi, consigliere diplomatico del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, aveva dichiarato che “l’Italia vuole guardare al di là della crisi e proporrà una serie di iniziative sulla lotta ai cambiamenti climatici, per una ripresa sostenibile, giusta e resiliente, affinché gli impegni presi nell’Accordo di Parigi e negli Obiettivi dell’Agenda 2030 non vengano rimandati e siano anzi rafforzati dalla partnership con il Regno Unito, per favorire il successo della COP26”.
“La sfida della neutralità climatica, delle emissioni nette zero – ha detto il presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile Edo Ronchi, può essere vinta, ma occorre passare rapidamente dagli obiettivi dichiarati alla misure per raggiungerli. È indispensabile rafforzare il coinvolgimento e l’iniziativa diretta dei cittadini, delle imprese e delle città, oltre ai governi nazionali, perché la transizione alla neutralità climatica segna un cambio storico di civiltà, possibile solo con un’ampia partecipazione”.