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Teo Luzi al vertice dell’Arma. Ecco perché l’aspetta un compito difficile

Teo Luzi, 61 anni, sarà il nuovo comandante dell’Arma dei Carabinieri. A metà gennaio subentrerà al generale Giovanni Nistri. Lo ha nominato il Consiglio dei ministri confermando l’orientamento del ministro della Difesa, Lorenzo Guerini

Sarà il generale Teo Luzi, 61 anni, il nuovo comandante dell’Arma dei Carabinieri che a metà gennaio subentrerà al generale Gianni Nistri. Lo ha nominato il Consiglio dei ministri confermando l’orientamento del ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, che da tempo aveva lasciato intendere la propria preferenza. Erano tre gli altri candidati: Gaetano Maruccia, vicecomandante dell’Arma; Enzo Bernardini, al vertice del comando interregionale del Nord-Est; Angelo Agovino, vicedirettore dell’Aise. Maruccia e Agovino compiranno 64 anni a febbraio, Bernardini ne ha 62. Tutti hanno un curriculum di alto livello, Luzi è capo di Stato maggiore e ha ottenuto la terza stella nello scorso gennaio, come età sarebbe stato in corsa anche al prossimo giro nel gennaio 2024, ma per Guerini oggi è la persona giusta.

Nelle ultime settimane c’è stato un tentativo di rimonta da parte di Maruccia, protagonista di una massiccia campagna di stampa anche grazie al suo ultimo libro (“Dodici passi nell’Arma dei Carabinieri”, Cairo Editore), campagna che a quanto pare non è stata sufficiente. Agovino, dal canto suo, potrebbe fare un pensierino alla direzione dell’Aisi quando a giugno scadrà l’anno di proroga del prefetto Mario Parente.

Il compito di Luzi non sarà facile. Negli ultimi anni le vicende di Stefano Cucchi, dello stupro delle ragazze americane a Firenze, degli abusi nella stazione di Piacenza e altri meno noti al grande pubblico hanno macchiato l’onore e la storia dell’Arma. Nistri l’anno scorso decise la costituzione dell’Arma come parte civile nel processo Cucchi, come il ministero della Difesa, atto non formale ma molto significativo e apprezzato da Ilaria Cucchi, sorella di Stefano. In precedenza il generale si era scusato per le colpe dei suoi carabinieri: due atti, la parte civile e le scuse, apparentemente normali e invece simbolo di una svolta che in precedenza forse non sarebbe stata neanche ipotizzabile.

Luzi dovrebbe ripartire da lì, cioè dall’obbligo di assumersi pubblicamente eventuali responsabilità e dal mettere mano alle fondamenta. Perché alcuni comandanti sbagliano, che siano a capo di una stazione o di un’importante città? Va rivista la formazione nelle scuole insieme a provvedimenti disciplinari più severi perché passi un messaggio preciso? Facile scriverlo, difficile attuarlo anche per l’atavica abitudine alle cordate interne che complicano la collaborazione. Luzi sa benissimo di doversi rimboccare le maniche e, dopo quanto avvenuto in passato, sarà sempre sotto i riflettori suo malgrado.


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