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Manovra, Recovery Plan e banche. Parla Villarosa (M5S)

Intervista al sottosegretario al Tesoro: chi dice che questa manovra è acqua fresca si sbaglia di grosso, a gennaio arriveranno nuovi decreti a deficit. Gualtieri la smetta di tentennare nel chiedere nuovi scostamenti. Sul Recovery Plan qualcuno vuole fare il guastafeste, ma non ci riuscirà

Fine anno, tempo di bilanci. Dieci mesi che hanno riscritto la storia del nostro Paese, rimodulato un’economia e fissato nuovi equilibri sociali. Questo è il passato, al massimo il presente. Ma il futuro? Non è facile tracciare una mappa, troppe le incognite. Il Recovery Plan ancora sprovvisto di governance, una manovra da 40 miliardi approvata troppo tardi e correndo rischi non dovuti. E una mina pronta a scoppiare sulle banche, alla voce calendar provisioning.

Non sono giorni facili al Tesoro, questi, come è facile intuire. Ma Alessio Villarosa, sottosegretario al Mef in quota M5S, trova lo stesso il tempo per provare a spiegare a Formiche.net l’attuale momento. Con un occhio al di là del 1 gennaio.

Villarosa, da giorni, anzi settimane, si discute della governance del Recovery Plan e dunque del Recovery Fund. Soldi senza i quali l’Italia ha davvero poche speranze di farcela. Tale ritardo risulta ai più inquietante. Che cosa non sta funzionando?

I soldi del Recovery sono legati al progetto più che alla governance. Purtroppo c’è qualcuno in maggioranza che sta facendo di tutto per ottenere qualcosa per sé stesso e rischiando così di far saltare il progetto. Questo sarebbe molto grave.

Si teme un esautoramento del Parlamento dalla gestione delle risorse. Lei che dice?

Nonostante ci sia una ristretta cabina di regia al momento, sono certo che il Parlamento avrà il suo spazio per decidere cosa è importante per l’Italia e cosa meno.

Il governo non è ritardo solo sul Recovery Fund. Anche la manovra 2020 non è stata ancora approvata. L’Italia non può permettersi un esercizio provvisorio. Ma cosa risponde a chi giudica insufficienti e di scarso respiro le misure in essa contenute?

Chi giudica insufficienti le misure probabilmente pensa che con la sola legge di Bilancio si possa risolvere un problema economico causato da questa pandemia improvvisa e devastante è un folle. In realtà quei problemi li stiamo gestendo con i diversi decreti ristori e rilancio.

Lo spazio sui conti sembrava esaurito. Ma forse l’era del deficit non è finita…

Esatto. Ne arriverà un altro col nuovo scostamento a inizio gennaio, la legge di Bilancio ha dovuto gestire anche problematiche di natura ordinaria ma non dimentichiamoci che nonostante tutto contiene una proroga di un anno del super bonus, 3 miliardi alla scuola, fondo vaccini, 5 miliardi di euro per l’assegno unico dei figli e 4 miliardi di euro per la futura Riforma Fiscale e tanto altro. Inoltre, c’è un emendamento che stanzia nel 2021 100 milioni di euro per tutti gli stati d’emergenza dichiarati dal consiglio dei ministri nel 2019 e nel 2020.

Carne la fuoco ce ne è, Villarosa. Ma proprio tutto le piace?

No. Per esempio trovo assurdo spendere miliardi di euro per aiutare fiscalmente le banche e le grandi aziende con le dta (le imposte attive differite di chi cede crediti deteriorati e che diventano credito d’imposta, ndr), questo sì.

Il ministro Gualtieri che dice in merito?

Continuo a rimproverare Gualtieri e i suoi continui ritardi nel richiedere gli scostamenti di bilancio ma la legge di Bilancio non è così blanda come dice qualcuno.

Lei ha citato le banche. Tra poche settimane entreranno in vigore le nuove regole europee sugli Npl, il famoso calendar provisioning. Le associazioni, in primis delle banche, sono in rivolta contro una stretta che rischia non solo di strozzare ancora il credito ma anche di schiantare lo stesso sistema bancario. Perché questa Ue che da una parte dà e dall’altra prende?

I temi bancari in questi anni sono stati discussi in Europa con l’Italia assente, anche durante l’attuale gestione lo ammetto. Nessuno ha raccontato agli italiani cosa stavamo architettando in Europa e le ripercussioni che determinate scelte intraprese avranno sulle nostre banche e quindi di riflesso sul tessuto imprenditoriale italiano.

Chiaro. Ma dunque?

Dunque dobbiamo battere i pugni in Europa e richiedere rinvii e modifiche il prima possibile, mi batto da anni su questi temi ma sono solo al governo. Chi non lo farà, sarà responsabile di un futuro fallimento del Paese.

L’Europa ascolterà o farà orecchie da mercante?

Il Patto di Stabilità è stato sospeso. E noi riteniamo pertanto necessario che le istituzioni europee, proprio come hanno opportunamente fatto con altre norme, sospendano l’entrata in vigore anche di questo pacchetto, il quale andrà comunque adeguato al mutato contesto socio-economico.

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