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Cina-America Latina, le difficoltà delle relazioni e l’impatto Covid-19

pechino, cina

L’intensificata competizione strategica ed economica tra Cina e Usa ha incrementato l’impatto negativo sulle relazioni Cina-America Latina. Già l’amministrazione Trump ha usato la concorrenza a somma zero e la mentalità da guerra fredda per marcare le relazioni sino-statunitensi, ritenendo che l’ascesa della Cina in America Latina possa turbare l’ordine degli Usa nell’emisfero occidentale. L’analisi di Giancarlo Elia Valori

Le relazioni Cina-America Latina hanno raggiunto uno sviluppo positivo, ma si stanno anche affrontando alcuni problemi e sfide. In primo luogo, l’intensificata competizione strategica ed economica tra Cina e Usa ha incrementato l’impatto negativo sulle relazioni Cina-America Latina. Già l’amministrazione Trump ha usato la concorrenza a somma zero e la mentalità da guerra fredda per marcare le relazioni sino-statunitensi, ritenendo che l’ascesa della Cina in America Latina possa turbare l’ordine degli Usa nell’emisfero occidentale.

Già nel febbraio 2018, l’allora Segretario di Stato Rex Tillerson in visita in America Latina, affermò che la Cina stava adoperando la sua influenza economica per portare l’America Latina nella propria sfera di influenza, e la criticò in quanto cerca un nuovo potere imperiale per l sua espansione geopolitica.

Nel 2018, la Rand Corporation ha pubblicato il rapporto di 400 pagine At the Dawn of Belt and Road. China in the Developing World. Tale ricerca ritiene che il contatto della Cina in America Latina e i suoi vantaggi geopolitici hanno frenato la presenza degli Usa nella regione.

Nello specifico, lo studio esplora i ruoli economici, politici e di sicurezza della Cina in Sud-Est Asiatico, Oceania, Asia centrale, Asia meridionale, Medio Oriente, Africa e America Latina e Caraibi.
Il rapporto esamina anche le relazioni bilaterali fra Pechino con gli Stati chiave di ciascuna regione. Infine, esso contempla le conseguenze negative per gli Usa della strategia cinese verso il mondo in via di sviluppo. Per cui si dice che i strateghi e i decisori delle forze armate, e tutto il personale militare Usa dovevano concentrarsi sulla Cina e su chiunque fosse interessato a sviluppare relazioni internazionali con quel Paese. Un atteggiamento di minaccia non solo verso Pechino.

Un altro fattore impedente, almeno in apparenza, lo sviluppo delle relazioni Cina-America Latina è la ritirata dei progressisti e l’avanzamento dei conservatori nel panorama dei mutamenti politici nel Subcontinente: ciò pone una sfida allo sviluppo delle relazioni reciproche.

Il 2017 e il 2018 sono stati gli anni delle elezioni generali in tredici Paesi latinoamericani. In Brasile, Argentina, Cile, Perù e altri, gli antichi partiti tradizionali e di sinistra hanno perso le elezioni. Pertanto, in termini di schieramento, l’America Latina è divisa in due campi: uno è l’ala sinistra rappresentata da Cuba e Venezuela, e l’altra è l’ala destra composta da Brasile, Cile, Colombia e Perù.

Al contrario il rapido sviluppo delle relazioni Cina-America Latina dal 2003 al 2013 è stato favorito dall’atmosfera politica del campo di sinistra. Oggi, invece la transizione dalla sinistra alla destra ci dice che alcuni Paesi si affidano agli USA in termini di progetti e ideologie di sviluppo. Per cui la transizione politica è diventata una sfida ulteriore per lo sviluppo delle relazioni Cina-America Latina.

Altro punto di crisi, è l’impatto della pandemia. Ecco alcuni dati: i casi di Covid-19, al 17 gennaio 2021:

America Latina: 16.753.447
America Settentrionale: 23.091.187 (USA: 22.423.006, Canada: 668.181)
Europe: 28.291.217
Asia: 18.549.010
Africa: 3.059.974
Oceania: 56.556

I Paesi dell’America Latina detengono tassi di urbanizzazione relativamente elevati, con punte del 70-80%. Le grandi città hanno una popolazione molto densa, un’alta percentuale di occupazione informale e capacità di controllo nazionale deboli, che forniscono le condizioni per la diffusione del Covid-19.

D’altra parte, gli Usa – i maggiormente colpiti delle Americhe – hanno aumentato il rimpatrio di immigrati illegali dal Messico e dai Paesi centroamericani per motivi di prevenzione e controllo dell’epidemia, aggravando ulteriormente la situazione in quei Paesi già svantaggiati.

Intanto perché la pandemia in Brasile è così grave? L’indifferenza del governo del presidente Bolsonaro verso l’epidemia, le misure inefficaci e le omissioni nel controllo sono le ragioni principali della diffusione dell’epidemia in Brasile. Il primo caso è stato scoperto in Brasile il 12 marzo 2020 e ben presto ha iniziato a diffondersi in tutto il Paese, che attualmente enumera 8.131.612 casi e 203.580 morti.

L’ex ministro della Salute brasiliano, Nelson Teich, sosteneva l’isolamento, ma la filosofia di Bolsonaro è diversa, egli ritiene che mettere la quarantena limiti lo sviluppo economico. Il ministro si è poi dimesso. Il nuovo ministro è il gen. Eduardo Pazuello che non ha una formazione medica e non ha esperienza nella gestione di calamità nella salute pubblica.

Un funzionario del ministero della Salute brasiliano ha affermato che le persone contagiate dalla pandemia sono ufficialmente otto milioni, ma in realtà hanno superato i dieci. Questa crisi senza precedenti nella salute pubblica ha innescato una recessione economica e potrebbe dar vita a un nuovo ciclo di disordini sociali. Queste sono tutte nuove sfide.

L’impatto del Covid-19 sull’intera regione latinoamericana è molto grave. Secondo le statistiche della Banca mondiale, è stato il più grave dalla Grande Depressione negli anni Venti-Trenta. Il colpo alla regione si riflette principalmente in quattro aspetti:
1) Le esportazioni sono diminuite.
2) Il prezzo delle materie prime è calato. A causa della riduzione della domanda, i prezzi inevitabilmente si sono abbassati. Di recente, tutti hanno assistito a un calo dei prezzi del rame, soprattutto perché Perù e Cile, centri di estrazione del rame del mondo, sono stati costretti a chiudere le loro miniere di a causa dell’impatto della pandemia.
3) Il crollo del turismo. L’America Latina è una specie d’attrazione cultural-esotica da parte di cittadini nordamericani ed europei. Con il Covid-19, non c’è modo per il turismo e il trasporto-passeggeri di tornare ai tradizionali livelli di normalità.
4) L’afflusso di rimesse è diminuito in modo significativo. Queste sono una delle principali forze trainanti per lo sviluppo economico della zona, specialmente in regioni come l’America Centrale e Paesi quali il Messico.

Gli immigrati latinoamericani che lavorano negli Usa mettono da parte il denaro che guadagnano e lo inviano ai loro familiari: una fondamentale fonte di reddito per l’America Latina. E siccome anche l’economia statunitense ha subìto un duro colpo, pure le rimesse sono state notevolmente ridotte a danno di tutto il Subcontinente.
In merito al Covid-19 va pure detto che il 24 giugno 2020, il Congresso degli USA ha tenuto un’udienza su larga scala e ha invitato alcuni esperti statunitensi affinché esprimessero le proprie opinioni.

Tra questi, Robert Evan Ellis dello Strategic Studies Institute dello U.S. Army War College. Uno dei punti principali da lui affrontati è che il governo degli Usa dovrebbe rafforzare il suo sostegno agli alleati latinoamericani per impedire alla Cina di usare la “diplomazia medica” per espandere la sua sfera di influenza in America Latina, assieme ai progressi nelle catene di approvvigionamento, acquisizioni strategiche e prestiti a governi in difficoltà, mentre l’Occidente rimane economicamente indebolito e politicamente distratto dal proprio Covid-19
Per cui, a parere dello studioso, gli Usa dovrebbero bloccare risolutamente l’espansione tecnologica della Cina in America Latina: ossia gli Usa non dovrebbero acquisire e condividere il know how cinese in campo medico.

In definitiva la pandemia non ha cambiato gli obiettivi o la strategia globale della Cina, e le offre un’opportunità senza precedenti per progredire nella sua realizzazione. Con l’aiuto dei controlli del governo di Pechino sulla sua popolazione, onde imporre e far rispettare le quarantene, e grazie alle enormi riserve finanziarie e leve sull’economia, la Cina sta uscendo dalla crisi (anche se certamente indebolita) davanti alla maggior parte dei Paesi occidentalim e non.

La pandemia e i suoi effetti sulla salute, economici e di altro tipo probabilmente persisteranno e continueranno a debilitare gli Usa e l’Europa per qualche tempo. L’interazione tra riaperture economiche parziali e il tempo necessario per sviluppare, testare e produrre in serie un vaccino estenderà questo processo.

In America Latina e in altre parti meno sviluppate del mondo, è probabile che la situazione sia di gran lunga peggiore. Sistemi sanitari pubblici meno capaci; grandi settori informali; piccole e medie imprese vulnerabili; limiti alla capacità dei governi di prendere in prestito denaro per proteggere le popolazioni vulnerabili; e i settori economici ad essi legati eserciteranno pressioni sulle economie, in quanto esse soffrono della diminuzione degli investimenti e della domanda da parte dei Paesi occidentali per le loro esportazioni. In Cina invece le cose sono in fase di soluzione.

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